
Udine, Giorno del Ricordo 2020 con autorità civili e militari
Gli squilli di tromba al Parco Martiri delle Foibe hanno segnato la commemorazione del 10 febbraio 2020. Sentirli alla cerimonia del Giorno del Ricordo era un sogno dell’ingegnere Silvio Cattalini, nato a Zara e presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) dal 1972 al 2017. L’emozionato trombettiere Silvio Loreti, originario di Spalato, nonché socio ANVGD, ha dato il meglio di se stesso. Ciò che ha più colpito la dirigenza dell’ANVGD di Udine è stata la larga partecipazione di autorità civili e militari, oltre che di esuli, loro discendenti e tanta gente comune, nonostante la pioggerellina insistente.
Tra i relatori che si sono succeduti, Loris Michelini, vicesindaco di Udine, oltre a portare il saluto del sindaco Pietro Fontanini, ringraziando quanti si adoperano per tenere vivo il ricordo delle uccisioni nelle foibe e degli esuli, ha fatto un intervento accorato e molto personale. Ha voluto ricordare, infatti, le poche parole raccontare sui fatti dell’esodo da un suo zio di Pirano, per il troppo dolore nel rivivere quei tremendi momenti. Un discorso incentrato sulla cooperazione e la pace è stato quello di Sergio Bini, assessore regionale alle Attività Produttive e Turismo, che ha portato il saluto ufficiale di Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Bini ha anche deplorato il fatto che la tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata per molti anni siano stati tenuti nascosti. Per la Regione c’era anche il consigliere Edy Morandini. La relazione ufficiale di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, è riportata poco sotto. Dopo la deposizione della corona d’alloro al Cippo del caduti c’è stata la benedizione con don Giancarlo Brianti e la recita della Preghiera dell’infoibato, composta nel 1959 da monsignor Antonio Santin, vescovo di Trieste e Capodistria. Chissà quanti nomi dei presenti dimenticherò in queste righe, ma me ne scuso sin d’ora. Oltre al labaro del Comune di Udine con la scorta tre vigili urbani e a quello dell’ANVGD, si sono notati quello dei bersaglieri, dei carabinieri e dell’Antico Borgo Aquileia; tra le autorità militari c’era il rappresentante degli alpini.

La cerimonia religiosa si è svolta nella chiesa della Beata Vergine del Carmine dove, negli anni 1953-1956, furono celebrati centinaia di matrimoni di esuli accolti nel Centro smistamento profughi (Csp) di via Pradamano, ove transitarono, dal 1945 al 1960, oltre 100 mila individui in fuga dalle violenze titine. Don Giancarlo Brianti, parroco del Carmine, ha celebrato la funzione religiosa con molta partecipazione; ha citato Papa Giovanni XXIII che, nell’enciclica Pacem in Terris, ha enucleato quattro capisaldi per una buona pace: verità, giustizia, amore e libertà. La lettura del Vangelo è stata effettuata da Fabiola Modesto Paulon, nata a Fiume nel 1928, mentre le preghiere per i defunti sono state interpretate dall’ingegnere Sergio Satti, esule da Pola. Anche il professor Elio Varutti, vicepresidente ANVGD di Udine ha fatto alcune letture evangeliche, mentre Bruna Zuccolin, presidente ANVGD di Udine, ha voluto ricordare l’intensa attività per gli esuli svolta dall’ingegnere Silvio Cattalini di Zara e ha ringraziato della folta partecipazione alle cerimonie friulane per il Giorno del Ricordo. Alla fine della santa messa, nonostante il maltempo, si è formato un corteo fino al Parco Martiri delle Foibe. La sfilata era aperta dal gonfalone del Comune di Udine e dal labaro dell’ANVGD, portato dagli alfieri architetto Franco Pischiutti, con parenti di Fiume e dal dottor Marco Rensi, con babbo istriano di Pedena.

Al Parco Martiri delle Foibe, oltre ai vessilli già menzionati c’era la bandiera tricolore della sezione di Udine della Federazione Italiana Dei Combattenti Alleati (FIDCA) con il suo presidente Antonello Quattrocchi e Valter Bortolotti, vicepresidente FIDCA di Udine. Tra le autorità civili, oltre a quelle già citate, si sono notati Angelo Ciuni, prefetto di Udine, Fabrizio Cigolot, assessore alla Cultura del Comune di Udine, Enrico Berti, presidente del Consiglio comunale di Udine, Elisabetta Marioni, presidente della Commissione comunale Cultura e istruzione, Gari Di Qual, presidente della Circoscrizione Centro, Renata Capria D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine, Eliana Fabello, sindaco di Grimacco e il professor Angelo Viscovich, uno dei bambini del Villaggio giuliano di San Giorgio di Nogaro (UD), sorto nel 1950. Tra il pubblico si sono notati Claudio Freschi, consigliere comunale a Udine e insegnante al Liceo “Uccellis” e Renzo Pravisano, già consigliere comunale della città e presente al Giorno del Ricordo sin dai tempi di Cattalini. C’era poi il professor Paolo Pascolo, figlio di Ferdinando Pascolo, il partigiano “Silla”, che ai primi di maggio del 1945 osò andare a Cividale del Friuli, occupata dai titini, per liberare con uno stratagemma un suo commilitone recluso dall’esercito jugoslavo.

In conclusione della toccante cerimonia è intervenuto lo scrittore Lucio Costantini, che ha letto alcune poesie sull’Istria, opera di Annamaria Muiesan Gaspàri, come: “L’Istria de ogi / me scava drento el vodo. / Quela de geri: / liogo mio de l’anema… / i pomàri sempre in fior”. Il gruppo dei presenti, al termine delle cerimonie religiose e patriottiche, si è riunito in modo conviviale nella vicina trattoria Da Lucia.
Relazione di Bruna Zuccolin, presidente ANVGD Udine – Oggi, 10 febbraio, si svolge la cerimonia del Giorno del Ricordo, davanti al cippo voluto dal nostro compianto Presidente Silvio Cattalini, esule dalmata e uomo di pace. Purtroppo Silvio Cattalini non c’è più, e come lui non ci sono più tanti altri testimoni dell’esodo, delle foibe e delle drammatiche vicende del confine orientale. Da ultimo, il 2 gennaio scorso, ci ha lasciato il nostro socio Giuseppe Comand, tra quelli che con la loro pietosa opera si fecero carico di riportare alla luce corpi straziati, come quello della giovane studentessa Norma Cossetto, sottoposta a inenarrabili sevizie e sofferenze. Norma Cossetto è l’immagine più fiera e autentica delle migliaia di vittime gettate nelle foibe, spesso ancora in vita, dopo ore e giorni di violenze e privazioni che non possono trovare in nessuna ideologia e in nessuna scelta di campo giustificazione di sorta. Proprio perché abbiamo perso tanti testimoni diretti di quei tragici eventi, è ancora più importante la missione del Ricordo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, promotrice da tempo di un’opera di pace e riconciliazione.
I giovani, ma non solo, non hanno avuto la possibilità di essere informati e di conoscere cosa fosse realmente successo. Per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia. In alcuni casi il tentativo di consegnare all’oblio una pagina così drammatica ha trovato connivenze politiche e storiografiche, ma la verità storica non può essere nascosta, la verità è sempre più forte di qualsiasi cosa. La conoscenza crea consapevolezza, la consapevolezza genera responsabilità e alimenta la maturità civile. Ricordare diventa un imperativo che supera qualunque confine e aiuta nella costruzione e nella conservazione di una Italia sempre più liberale e democratica, di un’Europa sempre più solidale e pacificata, di un mondo sempre più dialogante e in pace. Promuovere la pace, pertanto, non equivale a passare oltre, non significa oblio e accondiscendente silenzio. Ancora una volta ripetiamo che ricordare guerre, eccidi, violenze così vicine a noi serve invece a vaccinarci per il futuro contro folli ideologie e vacue smanie di potere, serve a costruire un mondo di diritto e di pace.

Come abbiamo detto molti testimoni sono morti, ma non è morto il loro imperituro messaggio: tutti gli uomini hanno diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà, alla libertà di pensiero e di religione. A nessuno possono essere tolti questi diritti per ragioni di etnia, di lingua, di religione e di opinione politica. La minaccia più grande che incombe sull’umanità è stata, è e sarà sempre la convinzione che sia una minaccia il diverso: chi parla un’altra lingua, è di un’altra etnia, abbraccia un’altra religione o ha altre idee politiche. La tragedia che ricordiamo oggi è una di quelle tragedie che non possono e non devono ripetersi: un rischio che la mancanza di una memoria universale e condivisa renderebbe sempre attuale. E allora è giusto ricordare, spiegare, approfondire. È doveroso tramandare alle future generazioni tutte le pagine della storia nazionale, anche le più difficili, le più tristi, le più inspiegabili.
La libertà e la convivenza pacifica dei popoli sono valori che vanno sempre difesi, sostenuti, tramandati. Affinché nessuno sia più costretto ad usare le parole che Sergio Endrigo dedicò alla sua Pola nella canzone “1947”: ‘Come vorrei essere un albero che sa, dove nasce e dove morirà’. Ecco il senso di questa giornata. Grazie alle Autorità civili, religiose e militari, ai Soci, ai cittadini che vi hanno contribuito.
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Dopo aver visto il presente articolo, Gary Di Qual, presidente della Circoscrizione Centro, il giorno 11 febbraio 2020, ha scritto in Facebook il seguente messaggio: “A Udine, dapprima durante la funzione religiosa, presso la chiesa della B.V. del Carmine e poi presso il monumento al Parco Martiri delle Foibe, io ho udito parole di PACE, pronunciate da persone che veramente hanno vissuto tragedie personali e familiari. Per quello che può contare, da parte mia, tutto questo merita rispetto e una profonda, silenziosa riflessione, nei confronti di queste persone che hanno tanto sofferto”.

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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di Daniela Conighi, Elio Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.



