
Profughi da Postumia a Monfalcone alla ricerca di una dimora, 1944-1950
Il documento mostrato in copertina è un pezzo raro. Parola di archivista. Si sa che dal settembre 1943, Gorizia, Trieste, Fiume, Pola ed altre località del confine orientale non erano più Italia, ma appartenevano all’Adriatisches Küstenland (Zona d’operazioni del Litorale adriatico o OZAK) del Terzo Reich. Il singolare attestato è una “Tessera di frontiera per il confine jugoslavo” (Pogranična karta) che, oltre a evidenziare gli spostamenti effettuati dal titolare, presenta anche una fotografia.
Il proprietario è Valerio Zanier, nato a Trieste e impiegato a Postumia, nella stessa provincia del Regno d’Italia. Già il cognome di origine carnica, ci fa capire la frequenza degli spostamenti nelle regioni contermini, in questo caso dalle montagne del Friuli, in provincia di Udine, alla Venezia Giulia. Anche nei secoli passati erano normali gli spostamenti per lavoro, si pensi ai cramars, ossia ai venditori ambulanti di tele, spezie ed altro che si spingevano in Croazia, Slovenia, Ungheria, oltre che nel mondo tedesco.
Dal Settecento al Novecento, ad esempio i Samassa di Forni Avoltri hanno gestito un’importante fonderia di campane a Lubiana, segnalandosi come una delle primarie ditte della zona. Gli scambi mercantili erano consueti e pure il reciproco movimento delle persone.

A Udine c’era la Confraternita di San Girolamo degli Schiavoni, ossia i popoli di costumi e di lingua slava. Sorta agli inizi del Trecento, la Fraterna aveva la sede in Porta Ronchi. Trasferita nel 1480 nel convento di San Francesco (ora Via Beato Odorico da Pordenone), fu ancora spostata in Contrada di Boros, attale via San Francesco, nella casa d’angolo opposto a quello dell’Oratorio della Purità. La confraternita, composta da “forensi” in prevalenza slavi, aveva un piccolo ospizio. Gli statuti redatti tra il 1452 e il 1475, tra le varie, contengono una disposizione per la quale i confratelli erano obbligati anche se nell’Ospizio non ci fosse stato alcun degente, di recarsi presso i confratelli ammalati nella città e dintorni, per assisterli e confortarli secondo gli ordini del Cameraro (amministratore), pena una multa di “1 L(ibbra) di olio” per illuminazione. Il cameraro era “Maistro Iacomo de Loch”, ossia dall’attuale Škofja Loka, sopra Lubiana, a 35 km di distanza. Verso la fine del Cinquecento la confraternita fu incorporata in quella di Santa Maria della Misericordia.
I nazionalismi del Novecento portarono dei cambiamenti tragici nei rapporti sociali. Le tensioni politiche raggiunsero il loro culmine negli anni 1930-1940 e durante la Seconda guerra mondiale, con attentati e uccisioni per vendetta o per odio etnico, fino all’eliminazione degli italiani nelle foibe per mano titina. Col trattato di pace del 10 febbraio 1947 furono cedute alla Jugoslavia Zara, Fiume, Pola, oltre a gran parte delle provincia di Trieste e di Gorizia. Gli italiani di quelle terre sono costretti all’esodo. Fu così che dalle 300 alle 350 mila persone fuggirono sotto la pressione titina. Molto è stato scritto sulla fuga da Pola, Zara e Fiume, abbandonate al 90-95 per cento degli abitanti italiani. Poco si è detto dell’esodo dalle province di Trieste e di Gorizia.
Ecco il post in Facebook pubblicato il 17 marzo 2023 dal sito dell’Archivio di Stato di Gorizia. A cura di Elio Varutti, per la redazione del blog.
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Alla ricerca di una dimora. – Una serie archivistica molto interessante, soprattutto per reperire informazioni relative alla vita delle persone che hanno vissuto nel nostro territorio, è quella denominata Qualifica di profugo, pervenuta dalla Prefettura di Gorizia con l’ultimo versamento archivistico del 2019. Il personale dell’Archivio di Stato di Gorizia (ASGo) sta eseguendo la schedatura analitica di ogni singolo fascicolo, in modo da presentare alla propria utenza un altro database ricco di dati utili.
Il tema dei profughi, ovunque ci siano guerre e sofferenze, purtroppo è sempre attuale, come lo fu, nel nostro territorio di confine, anche al termine del secondo conflitto mondiale. Il Decreto legge del 3 settembre 1947, n. 884 prevedeva che le persone che, per motivi bellici e politici, erano state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, potessero presentare domanda alle Prefetture di riferimento (nella cui circoscrizione avveniva il rimpatrio o dove l’interessato dichiarava di stabilire la residenza), così da ottenere il riconoscimento della qualifica di profugo, al fine di beneficiare di tutti quegli interventi assistenziali di prima necessità. La domanda, per essere accettata, doveva elencare le generalità complete del richiedente, la località di nuova residenza, il territorio di provenienza e le circostanze che ne avevano determinato il rimpatrio. Erano quindi allegati lo stato di famiglia (qualora la qualifica dovesse essere estesa anche agli altri familiari), un documento attestante la cittadinanza italiana del richiedente (rilasciato dal Comune) e un documento comprovante il possesso della cittadinanza italiana al momento dell’abbandono del domicilio. La Prefettura interessata, nell’analizzare tale documentazione, cercava di ottenere quante più informazioni possibili sul richiedente, in particolare sulla lingua utilizzata in pubblico, sulla fede politica, sulla condotta civica e morale nonché sull’eventuale sussistenza di condanne penali. Alcune domande di qualifica furono respinte, in quanto la persona aveva manifestato delle simpatie verso il regime jugoslavo o un credo politico non considerato idoneo al rilascio della qualifica.
Come sopraddetto, al di là delle valutazioni di merito su tale procedura, tutti questi dati sono fondamentali per raccogliere informazioni sulle persone che orbitarono intorno al territorio goriziano. Le storie di famiglia sono sempre molto interessanti e rappresentano uno degli argomenti più ricercati dagli utenti del nostro Istituto, per motivi personali, per motivi culturali o per far valere un diritto (ed è proprio questa poliedricità dei documenti che rende il mondo degli archivi così interessante).
Non è da meno la storia di tale Valerio Zanier, la cui richiesta di riconoscimento della qualifica di profugo è stata scelta come documento di questo mese [marzo 2023, NdR]. Zanier, nato a Trieste, fu costretto ad abbandonare la sua dimora a Postumia / Postojna, insieme alla moglie Romana, nel maggio 1944, a causa dell’instabilità determinata dagli eventi bellici. Essi esercitarono il diritto di opzione per la conservazione della cittadinanza italiana il 20 agosto 1948 a Monfalcone, località che scelsero come nuova dimora. Fortunatamente all’interno di questo fascicolo è stata allegata anche la “Tessera di frontiera per il confine jugoslavo” (Pogranična karta) che, oltre a evidenziare gli spostamenti effettuati dalla persona, presenta anche una foto. Questo particolare documento è piuttosto raro da reperire in pratiche analoghe.
Trattando di vicende legate alle persone, dare loro un volto ci permette di comprendere meglio le difficoltà che esse dovettero attraversare in quel delicato periodo storico. Guardandole negli occhi, conoscendo la loro storia, possiamo essere ancora più sensibili verso tutti coloro che a caro prezzo sono costretti ad abbandonare le proprie dimore, alla ricerca di una serenità che possa essere duratura.
Segnatura archivistica: Archivio di Stato di Gorizia (ASGo), Prefettura di Gorizia – Archivio generale – Qualifica di profugo, b. 232, f. Z, n. 9.573. [Fin qui è il messaggio degli operatori dell’ASGo].

Il fotografo Cadel di Trieste – Ha eseguito e stampato numerose cartoline. Cadel Adriano è nato a Trieste, quando era sotto l’Impero d’Austria-Ungheria. Il fotografo editore (1891-1958) aveva lo studio in via G. Gallina 1. Il Centro Culturale del Monfalconese (GO) possiede 410 suoi negativi. Negli anni 1920-1939 essendo titolare della ditta “Adriano Cadel – editore di cartoline illustrate e carta da lettere”, produce varie serie di cartoline di Trieste e della provincia. Nel 1939 si avvale dello stampatore: “Stab. Segale & Radaelli – Milano”. Dopo la seconda guerra mondiale lo stabilimento stampa cartoline di Trieste, Servola, Gorizia e Muggia fino al 1964. Sue cartoline di Grado (GO) del 1957 e di vari luoghi del Friuli degli anni 1940-1960 sono nell’archivio Cartolnova di Udine, come ha riferito Aldo Segale (Vedi: Varut 2009). In altri archivi Cadel risulta editore di cartoline di Pola dal primo decennio del XX secolo (Museo Pola). Cartoline istriane di tale editore e fotografo dei primi anni del Novecento sono riprodotte, nel 2017, in un calendario (Delbello 2017). Sono presenti in raccolte familiari di Udine cartoline di A. Cadel che mostrano Roiano, di Trieste nel 1955, stampa Fotocelere.
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Bibliografia essenziale sui Cramars
– Giorgio Cadorini, “Furlanští Kramári na severovychode od Alp V 16.-18. stoleti (Vyzkumny Navrh)”, «Cesky Lid», LXXXIII (1996), 3, 30-36.
– Antonio De Colle, “Friulani del comune di Visignano”, in «Ce fastu?», XXXVI (1960), 1-6, p. 183.
– Alessio Fornasin, Ambulanti, artigiani e mercanti. L’emigrazione dalla Carnia in età moderna, Caselle di Sommacampagna (VR), Cierre Edizioni, 1998.
– Herbert Klein, “I «materialisti» della Carnia nel salisburghese”, in «Ce fastu?», XXX (1954), p. 80.
– Giancarlo L. Martina – Elio Varutti, “Di tisidou a scarpelin. Mobilità territoriale e flessibilità del lavoro in Val Tagliamento”, in G. Ferigo – A. Fornasin (cur), Cramars. Atti del convegno internazionale di studi Cramars Emigrazione, mobilità, mestieri ambulanti della Carnia in Età Moderna, Tolmezzo, 8,9 e 10 novembre 1996, Tavagnacco (UD), Arti Grafiche Friulane, 1997, 245-272.
Adelchi Puschiasis, “«Guadagnarsi il viver con varia sorti di marcanzia». L’emigrazione da Rigolato attraverso i registri parrocchiali (secoli XVII-XVIII)”, «Metodi e Ricerche», ns, XXVII, 1, gennaio-giugno 2008.
Bibliografia sulla Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni, Udine
– Giovanni Battista Corgnali (a cura di), “Lo statuto della Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni, «Ce Fastu?», XVI, n. 4, 1940, pp. 197-201.
– Giovanni Battista Della Porta, Toponomastica storica della Città e del Comune di Udine, Nuova edizione a cura di Leila Sereni con note linguistiche di Giovanni Frau, Udine, Società Filologica Friulana, 1991.
– Giulio Andrea Pirona, Ercole Carletti, Giovanni Battista Corgnali, Il Nuovo Pirona. Vocabolario friulano (prima edizione: 1935), Udine, Società Filologica Friulana, 2001 (2.a ristampa della 2.a edizione).
– Anton Urbanc, Slovenska bratovscina sv. Hieronima v Vidmu iz leta 1452 (Confraternita di San Gerolamo degli Schiavoni), Najstarejsa listina zavarovalno-pravne zgodovine Slovencev, Ljubljana, 1940, pp. 24. Estratto dal periodico «Glasnik Udruzenja aktuara Kraljevine Jugoslavije», IV, n. 1-2.
Bibliografia sulla cartolina di Cadel – Piero Delbello (a cura di), Calendario dell’Istria fra osterie, caffè, fiere, mercati, alberghi e ritrovi, Trieste, Associazione delle Comunità Istriane, 2017.
– Museo storico e navale dell’Istria, Pola / Povijesni i pomorski muzej Istre, Pula. Fondo della Collezione di 14 mila cartoline d’epoca.
– Elio Varut, “Cartulinis. Albierc Alla Posta di Monfalcon”, «Sot la Nape», LXI, 2, Avrîl-Jugn 2009, p. 84.

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Note – Progetto e attività di ricerca di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Girolamo Jacobson e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio (ANVGD di Arezzo), Sergio Satti (ANVGD di Udine) e la professoressa Paola Quargnolo. Copertina: Tessera di frontiera per il confine jugoslavo (Pogranična karta) di Valerio Zanier, frontespizio (ASGo).
Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Si ringraziano la direzione e gli operatori dell’Archivio di Stato di Gorizia (ASGo). Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e la delegazione provinciale dell’ANVGD di Arezzo. Ricerche per il blog presso l’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/