
Giorno del Ricordo a Firenze: Antonio Mazzeo, ‘La memoria, speranza per il futuro’, con l’ANVGD
Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, ha aperto la seduta solenne del Consiglio regionale dedicata alla tragedia delle foibe il 10 febbraio 2025 a Firenze. Come riporta il comunicato stampa della regione Toscana, il teologo don Severino Dianich, esule di Fiume, ha dichiarato che: “La nostra è una storia che ha ancora molto da dire”. Il coordinatore del gruppo di lavoro storico scientifico dell’ANVGD di Udine, Elio Varutti ha detto: “In Toscana ci fu un grande spirito di accoglienza verso i profughi giuliano-dalmati, dopo le iniziali difficoltà”. Il presidente della Regione Eugenio Giani ha affermato che: “Serve il coraggio di guardare in faccia la pagina dei martiri delle foibe”.
Mazzeo ha aggiunto: “la Repubblica ha dedicato un giornata alla memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Siamo qui per tale motivo”. All’evento hanno presenziato autorità civili e militari. Un saluto e un ringraziamento particolari Mazzeo li ha rivolti a don Severino Dianich, docente emerito della facoltà teologica di Firenze ed esule con la sua famiglia in quei terribili anni, ed a Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia di Udine, chiamati a portare la loro testimonianza. Ai due ospiti, al termine della seduta solenne, il presidente Mazzeo e il presidente della Regione, Eugenio Giani, hanno consegnato in ricordo della giornata una statuetta del Pegaso alato, simbolo della Regione Toscana.

Prosegue il comunicato della Regione Toscana: “A favorire l’istituzione di questa giornata come commemorazione solenne, dopo l’approvazione della legge da parte del Parlamento, fu, esattamente 20 anni fa, un grande toscano, il Presidente Carlo Azeglio Ciampi – ha spiegato Antonio Mazzeo – e voglio, anche in questo caso, ricordare le sue parole pronunciate proprio il primo anno in cui il Giorno del Ricordo fu celebrato: ‘Questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale; devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e spiegati alle nuove generazioni. Tanta efferatezza fu la tragica conseguenza delle ideologie nazionalistiche e razziste propagate dai regimi dittatoriali responsabili del secondo conflitto mondiale e dei drammi che ne seguirono. È giunto il momento che i ricordi ragionati prendano il posto dei rancori esasperati. I principi di dignità della persona, di rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei diritti delle minoranze sono il fondamento dell’Unione Europea’.”
Al centro della seduta solenne del Giorno del Ricordo, c’erano gli interventi di don Severino Dianich, e di Elio Varutti. Nato a Fiume nel 1934 da genitori istriani, Dianich ha ripercorso sua vicenda personale di profugo, a partire dall’ottobre 1948 quando, dal Centro di smistamento di Udine, fu destinato al campo profughi di Gaeta. Approdato poi al seminario di Pisa, punto di ritrovo di qualche decina di seminaristi e preti fiumani, fu in seguito ordinato prete nel 1958.


“Nel Giorno del ricordo – ha affermato Dianich – si pensa alle foibe del 1943 e del 1945, icona giusta, veritiera ed efficace per far capire l’entità della tragedia. La stima delle vittime è ancora molto incerta e varia da 4mila a 11mila. Ma oltre a questi morti, tra il 1943 e il 1952, si realizzò l’esodo di 300mila profughi delle province di Pola, Fiume e Zara, che abbandonarono la loro terra per sfuggire dalla miseria e da un regime, quello di Tito, oppressivo e dittatoriale”.
“La pressione sulla mia famiglia non fu di carattere ideologico, non fu lo spirito nazionale o nazionalista a farci lasciare la nostra città – ha ricordato il prete – ma il bisogno di fuggire dalla fame. Ricordo cosa voleva dire stendere un briciolo di marmellata sul pane, fare la coda per ore davanti a un forno e tornare a casa con la saccoccia vuota”. E poi la ragione ancora più decisiva: “L’oppressione insopportabile del regime e la negazione di ogni più elementare libertà. Ricordo la negazione di un paio di scarpe perché mio padre non andava alle riunioni del partito”. “Fu dunque l’oppressione, la distruzione della nostra dignità a farci lasciare la nostra terra. Se la Jugoslavia avesse avuto un sistema democratico e rispettoso delle libertà e delle minoranze non ce ne saremmo mai andati”, ha affermato.
“In Italia però – ha continuato – eravamo esuli in patria, considerati fascisti scappati dal paradiso comunista di Tito e quindi, in molti casi, non ben accolti”. Il teologo ha dunque ricordato “il miserabile livello di accoglienza offerta, il box 4×4 negli androni di una caserma dismessa nel campo profughi di Gaeta”.


È seguito l’intervento di Elio Varutti, che ha sottolineato l’importanza di parlare dei profughi giuliano-dalmati accolti in Toscana, dopo aver portato il saluto di Buna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine. “Gli esuli – ha affermato – in questa regione sono stati accolti in 19 campi profughi. Un’accoglienza che ha radici forti: io personalmente ritrovo nella mia storia familiare nel 1917, quando ci fu la rotta di Caporetto, antenati a Lucca e a Montecatini Terme”.
Varutti ha poi raccontato l’episodio del campo profughi di Laterina, che risale ai primi giorni di scuola del 1949 quando il maestro, un toscano, si ritrova con 60 allievi. “Ricopia nomi e cognomi, tutti con ‘ch’ finale – ha rievocato – . Poi li porta fuori dalla baracca, perché non ha banchi né sedie. Sale a Laterina e, con la colletta dei toscani del Valdarno, compra penne, matite, quaderni per fare scuola ai figli degli esuli. La Toscana ha fatto anche questo, bisogna dirlo: ci sono stati momenti duri, di repulsione, ma c’è stata anche una grande accoglienza e umanità”.
Il coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Udine ha poi mostrato foto e immagini d’epoca, della vita degli esuli in alcuni campi profughi in Toscana, tra cui quello di Sant’Orsola di Firenze (“dove i box erano divisi da pareti di cartone”) di Laterina, di Migliarino Pisano, di Lucca. E poi immagini delle case popolari, quando “da profughi gli esuli diventarono cittadini”. “Molte foto sono diffuse su Internet – ha spiegato Varutti – e sono un mezzo di comunicazione potente perché vengono viste dagli oltre 70mila esuli giuliano-dalmati oggi sparsi in tutto il mondo”.
“I vertici istituzionali della nostra Regione con la loro presenza danno il senso del significato e dell’importanza di questa giornata”, ha dichiarato il presidente della Toscana, Eugenio Giani, nel discorso di chiusura della seduta solenne. “Il dramma di 350mila persone scacciate per il solo fatto essere italiani è stato giustamente considerato con legge meritevole di Ricordo in questa giornata. Il dramma delle foibe riguardò tra le cinquemila e le quindicimila vittime, non sapremo mai il numero esatto delle persone gettate nelle cavità carsiche, sia perenne fonte di memoria. ‘Ricordo’ significa tracciare uno dei momenti più drammatici della nostra storia nell’intero ventesimo secolo”, sostiene Giani e richiama “il piroscafo ‘Toscana’, che diventa simbolico: fece staffetta tra Pola e Venezia, portando quasi ventimila persone nell’arco di pochi giorni. Il ‘Toscana’ è un po’ l’immagine della nostra terra”. E, ancora, “il campo profughi di Laterina: come Consiglio regionale siamo stati là più volte, abbiamo preso impegno di realizzare qualcosa di più di una cerimonia, anche se è difficile ricostruire l’idea di museo, ma cercheremo di sviluppare questa iniziativa a perenne ricordo. Poi mi emoziona il cimitero di Trespiano, dove c’è un vero e proprio spazio destinato alla sepoltura di tanti giuliano-dalmati. Quelle terre – dice ancora il presidente della Regione – sono state sempre, nella storia, profondamente italiane. Quei territori hanno vissuto drammaticamente il momento di debolezza determinato da nostre scelte errate. L’Italia riesce a ritrovare la sua strada dopo l’8 settembre, ma è un Paese debole, soprattutto sul fronte orientale”.


Giani ha valutato come “molto significative le parole pronunciate in questi giorni dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’apertura dell’anno che vede Gorizia e Nova Gorica capitale europea della cultura. Sarà un anno all’insegna del superamento delle barriere, dei muri, della separazione. Oggi possiamo auspicare che in nome dell’Europa si superi quella ferita delle foibe, così profonda. Molto significativo ricordare anche il contributo di tanti esuli giuliano-dalmati che hanno esercitato un ruolo importantissimo anche nella nostra Regione. È necessario – conclude il presidente – trovare il coraggio e la forza di guardare in faccia la pagina dei martiri delle foibe, ricordarla mostrando vicinanza e solidarietà ai loro eredi e ritrovando il senso di appartenenza al sentimento nazionale. La cosa peggiore è cancellare, sottovalutare, non voler ricordare”. Così si chiude il comunicato stampa della Regione Toscana.
Tra le autorità presenti in sala si ricordano i seguenti signori: Paola Galgani, Vice sindaco di Firenze, Francesca Ferrandino, Prefetto di Firenze, Ettore Squillace Greco, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello, Paola Monaco, in rappresentanza della Rettrice della Università di Firenze (UNIFI), Angelo Bax, Presidente sez. giurisdizionale regionale Corte dei Conti, Gen. Divisione Luigi Postiglione, Comandante dell’Istituto Geografico Militare, Col. Roberto Esposito Vice comandante Aeronautica Militare, Marilena Rizzo, Presidente Tribunale di Firenze, Fausto Lamparelli, Questore di Firenze, Gen. Div. Giuseppe Magliocco, comando regionale della Guardia di Finanza, Contrammiraglio Giovanni Canu, direttore del comando regionale Guardia costiera marittima, Ten. Col. Enrico Rinaldi, Comandante Nucleo Carabinieri Forestale, Giorgio Bacilieri, dirigente Polizia stradale regionale, Alessandra Papa, Ufficio Scolastico Regionale, Marco Meacci, Presidente Co.Re.Com, Giuseppe Dominici, Segretario generale UGL Toscana, Gen. Brigata Bruno Salsano, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Col. Luigi De Simone, Comandante Provinciale Carabinieri di Firenze, Luogotenente Calogero Tropea, Carabinieri degli Uffizi e Carlo Gattai Consigliere Onorario.
C’erano poi altre presenze: Renzo Nardi, Segretario Organizzativo UGL Toscana, Daniela Velli, Presidente del Comitato provinciale di Firenze dell’ANVGD, Claudio Bronzin, esule di Pola e vice presidente dello stesso sodalizio, Marco Cordone, parente di esuli e Daniela Conighi, dell’ANVGD di Udine, con avi di Pola, Fiume e Veglia.


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Si ringraziano per il comunicato stampa della Regione Toscana: Riccardo Ferrucci, Angela Feo e Sandro Bartoli. Elaborazione testi di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine, assieme a Maria Iole Furlan. Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti ed E. Varutti. Grazie, per la disponibilità, agli addetti del Settore Iniziative istituzionali Contributi, Rappresentanza e Cerimoniale della Regione Toscana, incluso il portavoce del Consiglio regionale stesso. Lettori: Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo), Bruno Bonetti, Bruna Zuccolin, Sergio Satti e i professori Daniela Conighi, Elisabetta Marioni e Enrico Modotti. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Copertina: Seduta solenne per il Giorno del Ricordo al Consiglio della Regione Toscana, Firenze 10.2.2025.
Fotografie di Daniela Conighi, Elio Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, dal 2024, è Coordinatore dell’ANVGD in Friuli Venezia Giulia. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/

Rassegna stampa
- Comunicato stampa della Regione Toscana : Giorno del ricordo: Mazzeo, ‘Il rigore della memoria una speranza per il futuro’
- News dalle Pubbliche Amministrazioni della Città Metropolitana di Firenze : Giorno del ricordo: gli interventi di Severino Dianich, Elio Varutti e Eugenio Giani

