Udine, al Liceo Copernico Gorlato, Varutti e Meneghini nel Giorno del Ricordo con l’ANVGD

È stato un Giorno del Ricordo commovente e coinvolgente per gli studenti del Liceo scientifico “N. Copernico” di Udine. Gli allievi erano accompagnati dai professori di Storia Paolo Vianello, Franco Fallilone, Andrea Rossi e Fabiana Corso. L’evento si è svolto in aula magna il 7 febbraio 2023, alle ore 8, con il coinvolgimento del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), presieduto da Bruna Zuccolin. Erano presenti le classi 5^ A, 5^ C, 5^ G e 5^ B liceo delle Scienze applicate, secondo la circolare di Paolo De Nardo, Dirigente scolastico del Liceo scientifico stesso.

La lezione iniziale è stata quella del professor Andrea Rossi, con avi istriani di Bogliuno, che con l’aiuto di varie diapositive ha illustrato la complessità del confine orientale, dalle colonie romane, greche, fino al dominio bizantino, franco, patriarchino, della Repubblica di Venezia, di Napoleone e dell’Austria. Maggior tempo è stato dedicato al Novecento, nella disanima di Rossi, con chiari riferimenti alla seconda guerra mondiale, fino all’armistizio dell’8 settembre 1943, alle uccisioni nelle foibe del 1943 e degli anni successivi.

Poi ha avuto la parola Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine, ringraziando il preside e il Liceo per l’originale offerta formativa. Varutti ha portato i saluti di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine. Ha poi spiegato che non si è parlato per 70 anni di foibe ed esodo giuliano dalmata per realpolitik e, soprattutto, per non disturbare chi si stava staccando da Stalin, cioè il maresciallo Tito, vincitore con gli Alleati su una guerra voluta dal duce e dal re dei Savoia. È stata illustrata la strage di Vergarolla, del 18 agosto 1946, quando l’OZNA, il servizio segreto jugoslavo, fece saltare in aria un deposito di esplosivi disinnescati, uccidendo oltre cento italiani. Ciò spinse gli abitanti di Pola, controllata dagli inglesi in quel frangente, ad andare via. L’esodo coinvolse 28.500 italiani su 32 mila abitanti. È stato descritta l’accoglienza a Udine nel Centro smistamento profughi di via Pradamano, nel Villaggio metallico e, infine, nei quattro villaggi giuliani. È stato fatto un cenno al Centro raccolta profughi di Laterina (AR), dove venivano destinati i profughi d’Istria, Fiume e Dalmazia in transito a Udine, ma i campi profughi sparsi in Italia erano oltre 140.  

In seguito ha parlato la maestra Rosalba Meneghini, delegato organizzativo dell’ANVGD di Udine. “I miei nonni, esuli di Rovigno, nel 1959, hanno vissuto nella cripta del Tempio Ossario di Udine – ha detto la Meneghini – perché i Centri raccolta profughi erano pieni e non c’era più posto nemmeno nei collegi delle monache. Mia mamma, Maria Millia, per paura non voleva parlare dell’esodo, così io ho saputo dell’esistenza del Centro smistamento profughi di via Pradamano, da dove passarono oltre 100 mila rifugiati, solo da una pubblicazione dell’ANVGD locale, quando era guidata dall’ingegnere Silvio Cattalini, esule di Zara”.

L’ultima testimonianza è stata quella di Giorgio Gorlato, esule di Dignano d’Istria. “Erano le dieci di sera a guerra finita – ha raccontato Gorlato, col groppo in gola – i titini armati arrivano con due camion in piazza a Dignano d’Istria il 3 maggio 1945. Arrestano e portano via con la violenza mio papà Giovanni, nato nel 1900, che era notaio, poi il farmacista e altri italiani. Li caricano sui camion e non li abbiamo più visti, come ha raccontato mia zia presente all’arresto, che si è presa un colpo del calcio del fucile da un titino. Ecco cos’è la pulizia etnica di Tito avvenuta tra il 3 e il 4 maggio 1945 a Dignano. In paese, che contava oltre 10 mila abitanti per la maggioranza italiani, dopo l’esodo, ne restano sì e no due mila”. Poi Gorlato ha spiegato le peripezie di sua madre nel cercare notizie del marito, sequestrato dai partigiani comunisti, presso le autorità jugoslave di Pola e di Fiume, senza alcun esito. Quegli italiani erano spariti.

Era presente in sala pure Giuseppe Capoluongo, poeta dell’ANVGD di Udine, autore di alcune composizioni dedicate alla suocera istriana, intitolate “Da Rovigno con la Singer” e “Il silenzio”, di prossima pubblicazione in una sua silloge.

Cenno bibliografico – Elio Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. In formato e-book dal 2022. Seconda edizione cartacea dal 2023.

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Note varie – Testi di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Lettori: Bruna Zuccolin, Bruno Bonetti, Claudio Ausilio, gli insegnanti Annalisa Vucusa, Rosalba Meneghini e Enrico Modotti. Aderiscono il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e l’ANVGD di Arezzo.

Ricerche e Networking di Girolamo Jacobson e Elio Varutti. Copertina: i professori del Liceo Copernico di Udine per il Giorno del Ricordo. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Fotografie di Elio Varutti, Giorgio Gorlato e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/