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Ricordata Sara Pesle a Pagnacco, nipote del maresciallo Harzarich che esumò le salme dalle foibe

Feb 14 2023

Ricordata Sara Pesle a Pagnacco, nipote del maresciallo Harzarich che esumò le salme dalle foibe

Nell’affollata Biblioteca di Plaino di Pagnacco (UD), in via Zampis 3, si è tenuto un Memoriale dedicato a Sara Harzarich vedova Pesle, nipote di Arnaldo Harzarich, maresciallo dei pompieri di Pola che, dal 1943, riesumò centinaia di vittime delle foibe istriane. È stato enfatizzato l’impegno di Sara Harzarich (Pola 1931-Udine 2022) nelle locali scuole per il Giorno del Ricordo. È merito suo e del marito Vittorio Pesle, nato a Pisino, se sin dal 2001 c’è stata a Pagnacco l’intitolazione di una piazza ai “Martiri delle foibe”. Lei , inoltre, si era battuta per far erigere un monumento ai Martiri delle Foibe nella stessa area, vicino alle scuole, con una scultura in ferro di Renato Picilli, inaugurata il 26 agosto 2012.

Pagnacco, 9.2.2023 – Claudia Leonarduzzi, assessore alla Cultura del Comune di Pagnacco assieme alla Bibliotecaria Silvia Molaro aprono l’incontro dal titolo: “Sara Harzarich nel Giorno del Ricordo a Pagnacco e in Friuli”. Sul tavolo dei relatori: parte dei libri donati alla biblioteca dalla stessa Harzarich Pesle nel 2022. Fotografia di Elio Varutti.

Il Memoriale si è tenuto nella stessa Biblioteca cui Sara Harzarich ha donato, il 10 febbraio 2022, decine di libri sul tema dell’esodo giuliano dalmata e della tragedia delle foibe. La bibliotecaria Silvia Molaro ha aperto l’incontro, organizzato il 9.2.2023 dal Comune di Pagnacco e dal Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD). Poi ha avuto la parola Claudia Leonarduzzi, assessore alla Cultura del Comune di Pagnacco, che ha portato i saluti della Civica amministrazione e illustrato lo scopo dell’iniziativa. Ha poi chiamato al tavolo dei relatori Orietta Pesle, figlia di Sara Harzarich, che dicendosi molto emozionata ha brevemente salutato il numeroso pubblico presente.

Biblioteca di Pagnacco – In prima fila Orietta Pesle e discendenti di Sara Harzarich all’evento del 9.2.2023. Foto di E. Varutti.

Poi c’è stata la relazione con diapositive del professor Elio Varutti, dell’ANVGD di Udine. “Sara Harzarich è stata una persona molto importante – ha detto Varutti – non solo per il luogo che l’aveva accolta esule da Pola, ma perché si è dedicata in vari posti del Friuli ai temi dell’esodo giuliano dalmata e della tragedia delle uccisioni di italiani nelle foibe dell’Istria da parte dei titini”. Nel frattempo si aggiungeva all’evento anche Laura Sandruvi, sindaco di Pagnacco, che è stata molto vicino a Sara Harzarich. È stato detto che il metodo di approccio al tema dell’esodo giuliano dalmata di Sara Harzarich era di tipo multidisciplinare: storico, psicologico e sociale. In chiave storica lei documentava i fatti anche con testimonianze, senza paraocchi ideologici. Il punto di vista psicologico emerge nelle interviste, quando ha descritto gli aspetti intimi dell’individuo, il malessere dell’esilio, i suicidi nelle baracche dei Campi profughi, l’alcolismo e così via. Puntava, infine, all’aspetto sociale, intervenendo con moderazione presso le istituzioni (scuole, università, Comuni, gruppi culturali e artistici) con proposte di intitolazioni topografiche, di monumenti ai Martiri delle Foibe e con articoli su «L’Arena di Pola» e lettere su altri giornali, come al «Messaggero Veneto».

Pagnacco, 9.2.2023 – Luigi Gortan, presidente di “Arte Pagnacco”, annuncia la prossima mostra d’arte dedicata a Sara Harzarich vicino all’assessore Claudia Leonarduzzi.

Al termine della conferenza tra i vari intervenuti c’è stato Adriano Pugnale, vicesindaco di Pagnacco, mentre Luigi Gortan, presidente di “Arte Pagnacco”, ha annunciato la prossima mostra d’arte con opere in ceramica della stessa Sara Pesle. La signora Gemma Agosti, nata nel 1952, ha raccontato che “non ci sono solo le foibe istriane, ma anche in altri posti, come a Travesio, oggi in provincia di Pordenone”. La voragine cui ha accennato la Agosti è chiamata Fous di Balanceta, dalla quale, nel 1946, furono recuperati dalle autorità undici cadaveri, tra i quali cinque donne e un minorenne. L’esercente Luigi Agosti, nonno della signora Gemma, fu sequestrato dai partigiani, che lo uccisero assieme a Mattia Del Frari a gennaio del 1944, seppellendoli sotto un filo d’erba. Anche la moglie di Luigi Agosti fu rapita dai partigiani. Si chiamava Cozzi Gemma Agosti, classe 1904. Fu violentata e infoibata nell’estate 1944 nel Fous di Balanceta, l’inghiottitoio presente sul Monte Ciaurlec.

Note – Testi di Maria Iole Furlan e Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Lettori: Bruno Bonetti e la professoressa Annalisa Vucusa. Aderiscono il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e l’ANVGD di Arezzo. Ricerche e Networking di Girolamo Jacobson e E. Varutti. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Copertina: Da sinistra: Elio Varutti, Luigi Gortan (presidente di Arte Pagnacco), Claudia Leonarduzzi (assessore alla Cultura di Pagnacco) e Orietta Pesle (figlia di Sara Harzarich). Collezione di Claudia Leonarduzzi. Fotografie di Claudia Leonarduzzi, E. Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

Parte del pubblico intervenuto
La locandina dell’evento
Sara Harzarich
Pagnacco, provincia di Udine, Inaugurazione del Monumento ai Martiri delle foibe, la benedizione del parroco, don Sergio De Cecco (Collezione Sara Harzarich, Pagnacco). Nel 2001 c’è stata l’intitolazione di una piazza ai “Martiri delle foibe”, poi si è fatto erigere un monumento nella stessa area, vicino alle scuole, con una scultura in ferro di Renato Picilli, inaugurata il 26 agosto 2012, in collaborazione con il Comune. Il telaio della scultura, a forma di imbuto rovesciato – come ha detto Monica Lavarone, critico d’arte, il giorno dell’inaugurazione – ricorda  l’abisso naturale della foiba del Carso, con corde, mani rivolte verso l’alto e filo spinato, con il quale venivano legati i prigionieri, prima di gettarli, dopo un colpo alla nuca, nell’inghiottitoio.
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varutti
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