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Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Udine | Esuli giuliano dalmati a Udine tra accoglienza e rifiuto, 1943-1963, lezione di Varutti alla UTE
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Esuli giuliano dalmati a Udine tra accoglienza e rifiuto, 1943-1963, lezione di Varutti alla UTE

Feb 18 2024

Esuli giuliano dalmati a Udine tra accoglienza e rifiuto, 1943-1963, lezione di Varutti alla UTE

C’è stata una interessante conferenza con diapositive di Elio Varutti a Udine sull’accoglienza degli esuli il 13 febbraio 2024. Ha aperto l’incontro in aula magna, in via Piemonte 82,  Luigino Fasiolo, segretario della Università della Terza Età (UTE) di Udine, che ha riferito i saluti ufficiali di Maria Letizia Burtulo, presidente UTE, impegnata all’estero. Poi ha iniziato a parlare il relatore, non senza aver portato il saluto di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, impegnata in un analogo evento a Pordenone.

Con molta cartografia in diapositive è stata documentata la geografia d’Istria, Fiume e Dalmazia, dai tempi dell’Antica Roma, al dominio bizantino, alla Repubblica di Venezia, agli Asburgo fino ad arrivare al Novecento. Sono stati illustrati i nazionalismi del Secolo breve, che ruppero i buoni rapporti esistenti fino alla fine dell’Ottocento tra la varie etnie di quelle terre. Si è passati dalla Grande guerra al fascismo, fino alla seconda guerra mondiale, citando anche i campi di concentramento di Gonars e di Arbe, per detenere sloveni e croati. È stato trattato l’armistizio del 1943 con la conseguente fuga dei militari italiani, con i primi arresti e le uccisioni nelle foibe da parte titina. Poi è stata menzionata la strage di Vergarolla, presso Pola, del 18 agosto 1946, che provocò un centinaio di morti italiani e il conseguente esodo dalla città di oltre 28.500 abitanti su 32 mila totali.

È stata raccontata l’accoglienza difficile dei profughi a Udine. Nelle baracche di San Rocco sono state sistemate le donne sfollate di Pola, poi altri istriani, fiumani e dalmati si sono inseriti nel Villaggio Metallico di via Monte Sei Busi, a Paderno. Dal Centro di smistamento profughi di via Pradamano 21 passarono oltre cento mila persone in fuga dalle terre perse, per essere poi accolte nelle case popolari, nei quattro Villaggi giuliani di Udine, nonostante l’ostracismo di certi ambienti udinesi. È stato illustrato, infine, il caso del Centro raccolta profughi di Laterina (AR), uno dei 140 campi profughi dove venivano destinati gli esuli in transito per Udine, provenienti da Trieste, dove funzionavano ben 18 campi profughi. Sono stati citati il Trattato di Osimo, del 1975 e la legge istitutiva del Giorno del Ricordo, del 2004.

Nel dibattito che si è aperto è intervenuto l’ingegnere Sergio Satti, nato a Pola nel 1934, decano dell’ANVGD di Udine. “Ho visto questa scena nel 1943 tra Pola e Barbana d’Istria – ha detto Satti – i partigiani con le armi spianate che dicono a due carabinieri: ‘lassè el fusil e andè dove volè, no ve fasemo mal’, il giorno dopo i loro corpi erano in un fosso. Ecco, mi tremano le gambe se penso a quei giorni e ai quei fatti tragici”.

Un caso di Zara – È stato fatto un cenno a un caso di zaratini residenti a Udine sud. Renata Trigari riferì che: “Siamo venuti via da Zara nel 1948 e ci siamo fermati tre giorni al CSP di Udine; mia mamma, Lidya Livich, se la ricordò per un bel po’ la puzza di pipì del Campo profughi”. “Mio padre ritornava a casa dall’ufficio e ci raccontava di avere trovato per l’ennesima volta il cartello sulla scrivania con la scritta: “Morte ai profughi”. Mario Trigari, nonostante ciò restò a Udine e morì nel 1978. La signora Trigari, il cui nonno fu Rodolfo Trigari, direttore della scuola professionale di Zara, ha ricordato la tremenda fine dello zio Umberto, trentenne. “Era fratello di mia madre – ha spiegato – era bello come Rodolfo Valentino e mia madre lo invocò persino sul punto di morte”. Perché? Che cosa gli successe? “Era un famoso parrucchiere di Zara – concluse la signora Trigari – e i titini gli tagliarono le mani, per spregio a chi creava la bellezza italiana; poi lo affogarono, mentre mio papà e gli altri zii Nicolò e Giuseppe erano loro prigionieri”. Il nome di Umberto Livich compare, in effetti, nel volume di padre Flaminio Rocchi, in un elenco che riproduce alcuni tra i 900 zaratini uccisi dagli jugoslavi nel 1944-’45 (Fonte: Trigari Renata, Zara 1945 – Udine 2009; intervista dell’A. del 1° dicembre 2007).

Al termine dell’incontro è stata consigliata una bibliografia dei volumi sul tema, tra gli altri, di Raoul Pupo, Guido Rumici, Giuseppina Mellace e Egea Haffner. Durante le chiacchiere finali il signor Sandro Z. mi comunica: “Quell’Ursic che aveva la drogheria in via Aquileia aveva un parente rimasto a Caporetto, che era un uomo di cultura e, sotto Tito, parlò di libertà su una rivista, o in pubblico, così loro lo hanno fatto sparire”. Un altro interlocutore dai capelli grigi mi ha detto: “Anche io sono figlio di esuli, perché i miei erano di Albona, il vecchio era andato a lavorare nella miniera di Arsia, col 1943 i partigiani di Tito dissero loro di andare via altrimenti li avrebbero ammazzati, così sono venuti in Friuli da parenti”.

Oltre a Sergio Satti, per l’ANVGD di Udine erano presenti i soci Giorgio Gorlato, esule di Dignano d’Istria, Giuseppe D’Anzul, pure aderente all’Associazione Osoppo Friuli e la professoressa Elisabetta Marioni, del Comitato Esecutivo dello stesso sodalizio.

Cenni bibliografici e del web

– Egea Haffner, Gigliola Alvisi, La bambina con la valigia. Il mio viaggio tra i ricordi di esule al tempo delle foibe, Milano, Piemme Mondadori, 2022.

– Giuseppina Mellace, Una grande tragedia dimenticata. La vera storia delle foibe, Roma, Newton Compton, 2014.

– Anna Maria Mori, Nelida Milani, Bora. Istria, il vento dell’esilio, Venezia, Marsilio 2021.

– Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Roma, Associazione Nazionale Difesa Adriatica, 1990.

– Guido Rumici, Infoibati. I nomi, i luoghi, i testimoni, i documenti, Mursia, Milano (prima edizione: 2002), 2010.

– E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. In formato e-book dal 2022. Seconda edizione cartacea dal 2023.

– E. Varutti, 1943, Alberto Picchiani da Arsia, preso dai titini, muore gridando: Viva l’Italia, on line dall’11 giugno 2020 su anvgdcomitatoprovincialediudine.wordpress.com

Udine, UTE per il Giorno del Ricordo, 13.2.2024 – Relatore Elio Varutti. Foto di Elisabetta Paladina

Testi di Marco Birin e Elio Varutti. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Networking di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Lettori: Bruna Zuccolin, Bruno Bonetti e i professori Annalisa Vucusa e Ezio Cragnolini. Aderiscono il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e l’ANVGD di Arezzo. Copertina: Una fase della conferenza alla UTE di Udine. Foto di Elisabetta Paladina e Elio Varutti. Altre fotografie dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

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