Cronache nere dell’Ottocento a Zara a cura di Giorgio Gaspar
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un paio di cronache nere riferite all’Ottocento disegnate e scritte da Giorgio Gaspar, autore di Zara, scomparso nel 2015. I testi originali fanno parte della Collezione di Franca Balliana Serrentino. Nel proporre i testi in questa sede si è rispettata la grafia originale, con un cenno storico d’inquadramento generale. Ecco le parole e i disegni di Giorgio Gaspar (a cura di Elio Varutti).
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Cronache zaratine dei primi dell’Ottocento – Nella primavera del 1807, nell’affollato per l’occasione, Campo Castello, tra la folla silenziosa, venne ghigliottinata una giovane donna morlacca, Tomica Sarlić, fu Antonio, rea di avere ucciso con un coltello durante una violenta lite familiare il marito Filip Zurak.
Nota – I Morlacchi (in lingua croata Morlaci, in lingua greca moderna Μαυροβλάχοι, in lingua romena Morlaci) sono una popolazione appartenente al gruppo dei Valacchi che vive nelle Alpi Dinariche. Le condanne capitali a Zara nel 1807, facendo parte del Regno d’Italia di stampo napoleonico, furono eseguite per mezzo della ghigliottina francese.
Cronache zaratine di fine ‘800 – Da “Il Dalmata” n. 44, anno XXXVI – Zara, 1° giugno 1901. Nella demolizione della cittadella si rinvenne di questi giorni lo scheletro di Giuseppe Tuschl di Budapest, soldato del Reggimento Arciduca d’Este, qui di stazione ch’era stato appiccato sugli spalti il giorno 14 dicembre del 1875, reo di avere ucciso con una fucilata un ufficiale suo superiore. Il cadavere dell’appiccato, secondo la lugubre usanza, era stato sepolto appiedi della forca.
Nota – Pochi sono gli studi, o le cronache, riguardo alla renitenza alla leva, all’insofferenza del lungo servizio militare, alla depressione, ai suicidi ed omicidi di soldati sotto l’Austria. In Friuli le autorità asburgiche avevano la collaborazione di vari curati che organizzavano la coscrizione per punizione degli elementi più turbolenti del paese (il pilustrât, in friulano), con conseguente vendetta violenta del disgraziato partito per le caserme di Budapest, o Czernowitz (in Bucovina), o di altre sperdute parti dell’Impero (Colussi O 2009).
Cenno storico sui primi dell’Ottocento – Zara, in base al trattato di Campoformio del 1797, passò sotto la sovranità dell’Impero austriaco, che la tenne fino al 1806, quando in seguito alla pace di Presburgo (oggi Bratislava) l’Istria, la Dalmazia e Cattaro furono cedute al Regno d’Italia d’ispirazione napoleonica. Zara fece parte del Regno d’Italia napoleonico dal 1806 al 1809 per poi passare alle Province illiriche, un governatorato francese sempre di epoca napoleonica costituente un’exclave della Francia metropolitana, a cui appartenne dal 1809 al 1813.
Dopo la vittoriosa battaglia di Austerlitz, del 2 dicembre 1805, Napoleone proseguì la sua politica di espansione nei Balcani e in Oriente. In base agli accordi di Presburgo, il II corpo d’armata del generale Marmont occupò la Dalmazia, dove restò di guarnigione. Marmont si preoccupò di migliorare le vie di comunicazione tra Zara, Sebenico, Traù e Spalato, facendo sgobbare i suoi reggimenti a costruire strade. Poi accadde che i russi dalle isole Ionie, da poco presidiate e strappate ai francesi, occupassero le Bocche del Cattaro (già veneziane), allora i francesi entrarono nella parte austriaca dell’Istria per disporsi meglio in Dalmazia ad aiutare il generale Gabriel Molitor, attaccato a Ragusa dai montenegrini, in combutta coi russi (Varutti E 2021 : 87).
Nel 1808 l’indipendente Repubblica di Ragusa passò sotto i francesi e Marmont ottenne il titolo di “Duca di Ragusa”. Nello stesso anno ci fu la chiamata di leva nella parte del cosiddetto ex Friuli austriaco, passato sotto il Regno d’Italia. Tale fatto provocò numerosi refrattari alla divisa napoleonica che si rifugiarono nei boschi attorno a San Lorenzo Isontino (provincia di Gorizia); altri ragazzi emigrarono, come ha scritto Luigi Zoffi. Pure Caterina Percoto dedicò alla figura del disertore un racconto intitolato proprio “Il refrattario”, ambientandolo tra Manzano (UD) e la frazione di Oleis. Rischiò la ghigliottina il refrattario della Percoto, segno della presenza francese nel Ducato di Venezia, come si legge nella edizione, del 1972, dei Racconti della famosa scrittrice, a cura di Michele Prisco (Percoto C 1972 : 120).
Le Province Illiriche dell’Impero francese – Trieste e Fiume dal 1809 al 1813 fecero parte delle Province Illiriche dell’Impero francese. Col 17 maggio 1809 lo Stato della Chiesa fu annesso all’Impero francese. Il papa, arrestato, fu relegato a Savona e, pur ammalato, trasportato fino a Parigi. Dopo la firma della fine delle ostilità, dal mese di ottobre del 1809, Gorizia fu annessa alle Provincie Illiriche dell’Impero francese (Gouvernement des Provinces Illyriennes), assieme a Trieste, Pola, Fiume, Zara, Spalato e Ragusa. Nacque così uno stato cuscinetto, con capitale Lubiana, creato per controllare l’Austria e le vie di comunicazione attraverso i Balcani, che durò sino al 1813.
Come accennato, il 31 gennaio 1808 in Dalmazia, la gloriosa Repubblica di Ragusa, i cui statuti di libertà comunale sono del 1410, seguì le sorti della Serenissima per mano del Generale Auguste Marmont e venne incorporata dapprima nel Regno d’Italia e poi nelle Province Illiriche. Più tardi, in concomitanza con la sconfitta di Napoleone in Russia, i ragusei tentarono una generosa rivalsa autonomista prontamente soffocata dall’Austria, sotto la cui sovranità, confermata dal Congresso di Vienna, rimasero sino al termine della Grande Guerra (Montani C C 2021 : 287).
Nel 1810 con l’ausilio decisivo di Domenico Rossetti si costituisce a Trieste la “Minerva”, prima Associazione nazionale italiana. Col 1813 ci fu la restituzione delle Province Illiriche all’Austria e soppressione della “Minerva”. Iniziò un lungo periodo di gestione conservatrice del potere, a tratti reazionaria sotto gli Asburgo. L’Austria, in conclusione, era sì un paese ordinato, ma con varie pecche.
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Cenni bibliografici
– Ovidio Colussi, Il Pilustrat, Udin, Societât Filologjiche Furlane, 2009. ISBN: 9788876361241
– Flavio Fiorentin, L’eredità del Leone, dal Trattato di Campoformio (1797) alla Prima Guerra Mondiale (1918), Udine, Aviani & Aviani, 2018.
– Carlo Cesare Montani, Venezia Giulia – Istria – Dalmazia. Pensiero e vita morale. Tremila anni di storia. Antologia critica. Cronologia, Udine, Aviani & Aviani, 2021. ISBN: 978-88-7772-319-2
– Caterina Percoto, Racconti, a cura di Michele Prisco, Firenze, Vallecchi, 1972.
– Elio Varutti (coordinatore editoriale), Rievocare per trasmettere: la prima base geodetica del Friuli Venezia Giulia, Udine, Collegio dei geometri e dei geometri laureati della provincia di Udine, 2021.
– Luigi Zoffi, Storie del mio paese (San Lorenzo Isontino), a cura di Camillo Medeot, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1979.
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Biografia dell’Autore – Giorgio Gaspar nacque a Zara l’11 maggio 1935. Poeta, incisore e scrittore dalmata del Novecento, fu attivo sul tema dell’esilio. Vinse il Premio “El Vovo de Venexia” per la grafica nel 2003. Collaborò con «L’Arena di Pola» nel 2006. Di sé scriveva così nel 2008: “Sono nato a Zara (Dalmazia), vivo a Venezia, collaboro con diverse riviste e giornali pubblicati in Italia e all’estero. Ho scritto circa 220 racconti tra piccole biografie su personaggi dimenticati dal tempo, favole, leggende sui castelli istriani e gialli”. Gaspar pubblicò alcuni suoi racconti nel 2010. È deceduto nel 2015.
Ringraziamenti – Si ringrazia, per la collaborazione alla ricerca, la signora Franca Balliana Serrentino, che vive a Jesolo (VE), per aver cortesemente concesso, il 15 maggio 2024, la diffusione e pubblicazione. Si ringraziano per la collaborazione riservata Bruno Bonetti e Annalisa Vucusa (ANVGD di Udine). Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine
Progetto del professor Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Lettrice: Franca Balliana Serrentino, assessore alle Attività promozionali del Libero Comune di Zara in Esilio. Altri lettori: Bruno Bonetti, Claudio Ausilio, i professori Annalisa Vucusa e Marcello Mencarelli. Aderiscono: il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e l’ANVGD di Arezzo.
Ricerche e Networking di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Copertina: Giorgio Gaspar, Zara 1807, Esecuzione capitale alla ghigliottina, primi anni 2000. Collez. Franca Balliana Serrentino. Altre fotografie dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/