Venezia, successo per il film ‘Rotta 230° Ritorno alla terra dei padri’, sull’esodo istriano
È un commovente viaggio per mare a ritroso dell’esodo istriano del 1948. È un documentario ed un pezzo di storia d’Italia allo stesso tempo. Il docufilm è stato presentato il 6 settembre 2024 presso Villa Giffoni Hub del Lido di Venezia. Era un evento collaterale della 81^ Mostra del Cinema e che Rai Cultura porterà prossimamente sul piccolo schermo di casa: “Rotta 230° Ritorno alla terra dei padri”.
Il viaggio col “Klizia” si è svolto nel 2023 con Mauro Manca, partendo da Fertilia, presso Alghero, provincia di Sassari, fino in Istria, toccando vari porti italiani durante la traversata e coinvolgendo molti esuli giuliano dalmati. Giulio Marongiu, 85 anni, esule da Pola era allora bambino, il padre era un polese di origini sarde. Per tutta la vita si rifiutò di tornare a Pola, finché Mauro Manca lo ha convinto a imbarcarsi con lui su un vecchia imbarcazione (il Klizia, appunto) per ripercorrere a ritroso il viaggio. Marongiu si è fatto due mesi dormendo e mangiando in un gozzo. Ci vuole un bel fisico a 85 anni. Ne è nato il film presentato alla mostra di Venezia.
I protagonisti della vicenda erano soddisfatti e meravigliati nel vedere la loro storia raccontata in un film con la buona regia di Igor Biddau. Poi ci sono le voci di due doppiatori di primo livello, Roberto Pedicini e Alina Person: quest’ultima in particolare ha dato voce a Federica Picone, l’attrice che ha interpretato una sirena che ha accompagnato Giulio nel suo ritorno a Pola dopo quasi 80 anni di esilio.
Nel 2023 quel viaggio ha coinvolto ed appassionato esuli giuliano-dalmati, italiani della comunità autoctona in Istria e sempre più persone incuriosite. È diventato un docufilm realizzato da Time Multimedia grazie anche al contributo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), del Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata e della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati.
A Venezia Bruno Bonetti, vice presidente dell’ANVGD di Udine ha portato ai presenti il saluto della Presidente Bruna Zuccolin, assente per motivi familiari. Erano presenti altre autorità dell’ANVGD, come Gianni Giugovaz, presidente del Comitato provinciale di Pordenone. «Dopo decenni di silenzio, la storia del confine orientale italiano è sempre più al centro dell’attenzione anche in ambito cinematografico – ha osservato il Presidente di FederEsuli Renzo Codarin – e grazie a documentari come questo diventa più semplice anche per noi spiegare da dove veniamo, come è avvenuta la nostra integrazione nei luoghi in cui siamo giunti come profughi e quale rapporto abbiamo con la nostra terra d’origine e con gli italiani che ancora vi risiedono». Sulla stessa linea di pensiero Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, il quale ritiene “Rotta 230°” «una testimonianza meravigliosa, un documentario da proiettare in tutte le scuole perché racconta con semplicità non solo la storia di un viaggio incredibile, ma anche le vicende della frontiera adriatica che hanno riguardato decine di migliaia di nostri connazionali».
Intervistato da Alessandro Cuk (critico cinematografico e presidente del Comitato ANVGD di Venezia), non poteva mancare alla premiere l’equipaggio di Klizia al gran completo: il comandante Giulio Marongiu, suo figlio Federico, Giuseppe Bellu e Mauro Manca, il quale ha raccontato questo viaggio pure in un libro (Rotta 230° Ritorno alla terra dei padri. Diario di bordo) ed ha appena mandato in stampa un altro testo, Fertilia tra inclusione e rinascita. Storia della prima città europea, entrambi pubblicati da Panoramika.
Fertilia, una città di fondazione in Sardegna, che a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale rimase incompleta e con pochi abitanti, per lo più coloni veneti e ferraresi che bonificarono le paludi circostanti. Giunse a Chioggia (VE), una flottiglia di pescherecci arrivati dalla prospicente Istria portando a bordo 53 famiglie di profughi in fuga dalla Jugoslavia comunista, che ottenne dal Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 gran parte di quelle terre in cui l’esercito partigiano comunista compì le stragi delle foibe.
Nella primavera del 1948 quei pescherecci fecero il periplo dell’Italia e portarono a Fertilia un’intera comunità che si integrò, si rimboccò le maniche e contribuì a rendere quella località della Sardegna settentrionale un esempio di inclusione, resilienza e rinascita.
ll film racconta di come gli esuli istriani da Chioggia con le loro precarie barchette da pesca navigarono sottocosta facendo il periplo dell’Italia con le famiglie fino a Livorno, da dove avventurosamente traversarono in Corsica e raggiunsero Fertilia, in Sardegna.
Cenni bibliografici dal web – Lorenzo Salimbeni, Rotta 230° Ritorno alla terra dei padri: un viaggio, un docufilm ed una pagina di storia, on line dal 7 settembre 2024 nel sito anvgd.it
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Progetto di Bruno Bonetti. Grazie a Lorenzo Salimbeni, responsabile della comunicazione dell’ANVGD. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Lettori: Bruno Bonetti, Sergio Satti, e Annalisa Vucusa (ANVGD Udine), Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo), Marco Birin e i professori Enrico Modotti e Ezio Cragnolini. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Copertina: Equipaggio del Klizia e Cuk. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine. Fotografie di Bruno Bonetti. Ricerche nell’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/