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Una famiglia via da Fiume in otto, accolti nella cripta del Tempio Ossario di Udine, 1945

Nov 27 2024

Una famiglia via da Fiume in otto, accolti nella cripta del Tempio Ossario di Udine, 1945

Dopo la seconda guerra mondiale a Fiume molti italiani furono espulsi dai titini con varie modalità. Umberto Torrisi racconta che: “Dissero a mio padre nel 1945 in via Fratelli Branchetta, ‘Mariano è meglio che tu vada via da Fiume’, così i miei genitori partirono in fretta con cinque figli e la sorella di mia mamma, otto persone in tutto”.

Dopo l’entrata dei titini a Fiume, il 3 maggio 1945, preceduta dalla fuga dei nazisti, così Severino Dianich descrive la situazione creatasi in città: “Non sapevamo nulla delle foibe: era solo che la gente spariva, si moltiplicavano i desaparecidos. Illusi, speravamo che l’occupazione finisse e passassimo sotto l’amministrazione degli Alleati, mentre si consolidava col pugno di ferro su tutte le nostre libertà. Le uniche reazioni possibili erano quelle dei ragazzini e degli studenti, oppure quella delle chiese affollate anche da atei e anticlericali per rendere onore al vescovo Mons. Camozzo o per ascoltare le coraggiose prediche di don Janni Sabucco e di don Alberto Cvecich”.

Cartolina del Tempio ossario a Udine, 1950. Collez. privata

Signor Torrisi, siete partiti con il treno da Fiume? Ha risposto: “Io ero bambino e posso ricordare quello che dicevano mio padre Mariano e mia madre Assunta Breveglieri no, non con il treno, ma in corriera”. Da varie fonti si sa che c’erano proprio una corriera, o un camion della Croce Rossa, per portare gli sfollati di Fiume a Trieste, come ha ricordato Miranda Brussich.

Chi c’era della sua famiglia alla partenza da Fiume? “La mia famiglia era composta dai miei genitori – ha replicato Umberto Torrisi – poi c’erano tre sorelle: la primogenita Maria, deceduta nel 2006, poi c’era Anna, del 1934, che vive a Udine, Fiorella del 1939, che vive a Udine e mio fratello Antonino del 1941, che vive a Feletto Umberto, in provincia di Udine, oltre alla zia Maria Breveglieri, di Crevalcore, provincia di Bologna, deceduta. Mio padre, che era nato nel 1900 a Giarre, presso Catania, è morto nel 1973 e mia mamma Assunta era del 1910 ed è mancata nel 1994”.

Come mai suo padre, siciliano, si trovava a Fiume? “Beh, era Italia! – ha spiegato – da giovane lui era nella Guardia di Finanza e fu trasferito prima a Bologna, dove conobbe Assunta Breveglieri, di Crevalcore, che divenne mia madre, poi ci fu un altro trasferimento nella città del Quarnaro. Sempre a Fiume, lasciata la Guardia di Finanza, esercitò la professione di consulente tributario, che riprese pure dopo l’esodo a Udine”.  

Come è stata l’accoglienza a Udine? “Nel 1945, essendo praticamente fuggiti – ha concluso Torrisi – siamo stati accolti  e abbiamo vissuto nel sotterraneo del Tempio Ossario fino al 1948, dove mi ammalai di pleurite. Eravamo tanti bambini e giocavo con loro, non era male. Ricordo che mia zia Maria lavorò all’asilo infantile ‘Marco Volpe’ di Udine e mio papà, appassionato cacciatore, nei primi anni cinquanta aveva amici per le battute di caccia in provincia di Udine”.

Fiume, via Fratelli Branchetta nel 2010. Foto Tanja di Fiume

Come ha ricordato Rosalba Meneghini: “i miei nonni Anna Sciolis e Domenico Millia, rinomato fabbro di Rovigno, assieme ad altri profughi istriani sono stati tenuti per vario tempo nel sotterraneo del Tempio Ossario, alla fine degli anni ’50, perché volevano svuotare il Centro smistamento profughi di via Pradamano”. Ad ulteriore conferma di questo incredibile tipo di accoglienza si legge su «L’Arena di Pola» del 28 aprile 1959: “ Una famiglia è ospitata nella cripta del Tempio Ossario, chi all’asilo notturno e altri nelle case diroccate di via Bertaldia, ora demolite”. Era brutto, ma erano tempi così.

Da ultimo si ricorda che, dal 1943 al 1959, non meno di 38 mila fiumani italiani scapparono dalla loro città, per sfuggire alle angherie titine su una popolazione presunta di 46 mila abitanti nel 1945, secondo le ricerche di Marino Micich. Si consideri poi che dal 1940 al 1947 a Fiume città morirono per cause belliche e per mano jugoslava almeno 1.500 persone di nazionalità italiana. Tali dati sono tratti dalla ricerca “Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni dal 1940 al 1947” a cura della Società di Studi Fiumani e dell’Istituto Croato per la Storia, edizione del 2002.

Fonti orali – Le interviste (int.) sono state condotte da Elio Varutti a Udine con penna, taccuino e macchina fotografica, se non altrimenti indicato. Un sentito ringraziamento vada agli intervistati e ai proprietari delle collezioni familiari per la cortesia dimostrata nella ricerca presente.

Miranda Brussich vedova Conighi (Pola 1919 – Ferrara 2013), esule da Fiume, intervista a Ferrara del 17 agosto 2003 con Daniela Conighi.

– Rosalba Meneghini, Udine 1951, la cui mamma era di Rovigno, int. del 14 marzo 2022.

 – Umberto Torrisi, Fiume 1943, esule a Udine, int. del 20 novembre 2024. Autorizzazione alla diffusone e pubblicazione del 27 novembre 2024.

Documento originale – Umberto Torrisi, Fiume. Memoriale di famiglia, videoscritto, 2024, p. 1.

Manifesto del Comitato cittadino popolare di Liberazione di Fiume, 1945. Fotografia di Bruno Bonetti

Cenni bibliografici – Amleto Ballarini, Mihael Sobolevski (a cura di / uredili), Le vittime di nazionalità italiana di Fiume e dintorni (1939-1947) / Žrtve talijanske nacionalnosti u Rijeci i okolici (1939.-1947.), Roma, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 2002.

– Severino Dianich, “Fiume, la Croazia e la memoria degli italiani”, «Europa», Quaderno 3, 2020.

– Marino Micich, “Il lungo esodo dall’Istria, Fiume e Zara (1943–1958). L’accoglienza in Italia”, in: Pier Luigi Guiducci, Emiliano Loria, Marino Micich, Giovanni Stelli, Foibe, Esodo, Memoria. Il lungo dramma dell’italianità nelle terre dell’adriatico orientale, Roma, Aracne, 2023,  pp. 67-177.

Progetto di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Maria Iole Furlan e E. Varutti. Copertina: La famiglia Torrisi a Fiume 1944. Papà Mariano, mamma Assunta con in braccio Umberto, a destra Antonino, a sinistra Maria, Anna e Fiorella. Lettori: Umberto Torrisi, oltre alla professoressa Elisabetta Marioni, delegata ai rapporti con le scuole dell’ANVGD di Udine, Sergio Satti, decano dell’ANVGD Udine, Claudio Ausilio, ANVGD di Arezzo, Rosalba Meneghini, delegata agli Eventi ANVGD Udine, e ai professori Marina Bellina (ANVGD Udine), Enrico Modotti e Stefano Meroi. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Fotografie della collezione di Umberto Torrisi, di Tanja di Fiume e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, dal 2024, è Coordinatore dell’ANVGD in Friuli Venezia Giulia. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

Mariano Torrisi. Collez. Umberto Torrisi
Umberto Torrisi durante l’intervista. Fotografia di Elio Varutti
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