
Udine, dono de ‘La patria cercata’ al Liceo Stellini. Poi Trekking del ricordo con l’ANVGD
Lo scrittore Elio Varutti ha donato una copia de “La patria cercata. Ricordi di italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in Toscana” alla Biblioteca del Liceo classico “Jacopo Stellini” di Udine. Poi, il 5 febbraio 2025, in occasione del Giorno del Ricordo si è svolto il Trekking del Ricordo con i 22 allievi della classe 1^ D, accompagnati dalla professoressa Maria Elena Roselli della Rovere, docente di Storia e Geografia oltre al cicerone Varutti.
Il 7 febbraio 2025 è stata la volta della classe 1^ C, di 25 studenti, a percorrere il medesimo tragitto, con la stessa accompagnatrice in una giornata di sole. Il 14 febbraio, nonostante il maltempo, la professoressa Elisabetta Gini, di Storia e Geografia, ha seguito la classe 2^ A, di 22 allievi, dello stesso liceo sul medesimo itinerario con il consueto cicerone.
Si è ripetuta così anche quest’anno la tradizionale collaborazione del Comitato Provinciale dell’ANVGD di Udine con il Liceo classico “J. Stellini” in riferimento al Giorno del Ricordo. L’originale attività didattica, svoltasi camminando all’aperto, fa parte del progetto Calendario civile, di cui è referente la professoressa Cinzia Ingallina, docente dello stesso liceo. Come da consuetudine il dottor Luca Gervasutti, Dirigente scolastico dello Stellini, volentieri ha approvato l’iniziativa didattico-educativa.
All’inizio dell’incontro il professore Varutti, del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine, ha portato i saluti di Bruna Zuccolin, presidente del sodalizio, poi è iniziato il cammino secondo le tappe indicate qui di seguito. Gli studenti di tutte le classi, molto educati e motivati, hanno rivolto varie domande al cicerone.

Il Trekking è iniziato da piazza Libertà, la antica piazza Vittorio Emanuele II, prima piazza Contarena, dove giunsero il 1° maggio 1945 le camionette dei neozelandesi con i partigiani per liberare la città dai nazifascisti. Poco prima, in Via Manin, al civico numero 3, è stata osservata la pietra d’inciampo dedicata al partigiano Aniello Orrico, delle Brigate Osoppo Friuli, deportato dai nazisti a Dachau e lì ucciso.
a) I tre leoni marciani di piazza Libertà erano “consolazione per gli esuli”, come diceva Silvio Cattalini, esule da Zara e presidente ANVGD di Udine dal 1972 al 2017, perché ricordavano i leoni d’Istria, Quarnero e Dalmazia. Un leone sta su una colonna, mentre una seconda scultura originale sta sulla Torre dell’Orologio. Poi si è ammirata la Loggia del Lionello, in pietra d’Istria, su iniziale progetto di Bartolomeo Costa Sbardilini da Capodistria, detto delle Cisterne, proseguita dall’orafo Lionello. L’origine della loggia risale al 24 gennaio 1441, quando “in pleno consilio” venne proposta la costruzione di un nuovo palazzo comunale. Bartolomeo Costa Sbardilini, genero di Giovanni da Udine, progettò pure la ricostruzione del Duomo di Cividale del Friuli, che era stato distrutto dal terremoto del 1448, il battistero e il campanile del Duomo di Udine. Diresse i lavori di costruzione della stessa Loggia del Lionello in Udine.
Un terzo leone veneziano si trova sopra l’Arco Bollani, costruito nel 1556 su progetto di Andrea Palladio, sulla salita per il colle del Castello. L’originale fu distrutto dai giacobini napoleonici nel 1797. Questa scultura ebbe un’esistenza travagliata, forse perché il più imponente. Esso ha però un collegamento diretto con i leoni di Dalmazia. Fu, infatti, nel 1933 sotto il podestà Gino di Caporiacco, che la giunta comunale udinese deliberò di ricollocare il leone, in risposta all’abbattimento dei leoni veneziani, avvenuto a Traù, in Dalmazia, da parte delle autorità del Regno di Jugoslavia. Così negli anni ’30 fu riposto un modello di gesso. L’originale, pesante 35 quintali, realizzato dall’artista vicentino Egisto Caldana, fu posizionato sopra l’arco palladiano la sera del 6 luglio 1953, con la elegante novità che il felino volge la fronte, anziché la coda ai cittadini che transitano ai suoi piedi.
b) Sestante (1999), scultura in ferro di Michele Piva (Fiume 1931 – Udine 2013), piazza Belloni. Già insegnante dell’Istituto “B. Stringher”, Piva fu apprezzato pittore e sculture. Pur essendo nato a Fiume, nel Golfo del Quarnaro, sotto il Regno d’Italia, non si sentiva parte dell’esodo fiumano, istriano e dalmata. Lo spiegò con pacatezza varie volte. Certi scrittori, tuttavia, hanno individuato in quel suo rifiuto, una “profuganza di riflesso” e un desiderio di impegnarsi sul fronte artistico sui temi civili e di grande umanità che hanno afflitto la storia del Novecento: la Shoah, i lager, le prigioni, gli esodi. L’impegno artistico di Piva è sempre stato di alto profilo etico.

c) Poi si è parlato della Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni. Sorta a Udine agli inizi del 1300, ebbe sede in Porta Ronchi. Trasferita nel 1480 nel convento di S. Francesco (ora Via Beato Odorico da Pordenone) fu ancora spostata in Contrada di Boros, attuale via S. Francesco, nella casa d’angolo opposto a quello dell’Oratorio della Purità. Forse era detta Contrada di Boros (o “des Boris”, o “des Bores”) perché, per fluitazione lungo la roggia giungevano in città “lis boris”. Una “bore” era un rocchio di faggio della lunghezza di cinque piedi, o metà, per ardere (Il Nuovo Pirona).
La confraternita, composta da “forensi” in prevalenza slavi, aveva un piccolo ospizio. Gli statuti redatti tra il 1452 e il 1475, tra le varie, contengono una disposizione per la quale i confratelli erano obbligati anche se nell’Ospizio non ci fosse stato alcun degente, di recarsi presso i confratelli ammalati nella città e dintorni, per assisterli e confortarli secondo gli ordini del Cameraro (amministratore), pena una multa di “1 L(ibbra) di olio” per illuminazione. Il cameraro era “Maistro Iacomo de Loch”, ossia dall’attuale Škofja Loka, sopra Lubiana a 35 km di distanza.
Verso la fine del Cinquecento la confraternita fu incorporata in quella di S. Maria della Misericordia. La proprietà dell’ospizio passò ai fratelli Alfonso e Giuseppe Asquini e, nel 1691, alla contessa Margherita di Prampero. Nel corso del Settecento la casa subì dei rimaneggiamenti e fu trasformata in locanda a fine secolo. Nel 1935, per lavori di allargamento di Via S. Francesco, si rese necessaria la demolizione di una parte di tale casa, che guardava verso l’Oratorio della Purità. Nel 1940 l’avvocato Anton Urbanc pubblicò a Lubiana in lingua slovena, pur con alcuni errori di carattere filologico, il testo dello Statuto della Confraternita, premettendovi uno studio di stampo giuridico e storico tendente a dimostrare che detto Statuto che, per gli sloveni, potrebbe rappresentare il più antico documento di storia del diritto assicurativo, contenga i primi germi delle moderne assicurazioni. (G.B. Corgnali, «Ce Fastu?», 1940).


d) Oratorio della Purità dove, ai tempi della presidenza di Silvio Cattalini, si teneva la celebrazione religiosa del Natale dell’esule, sotto gli affreschi di Giambattista Tiepolo (1696-1770) e del figlio Giandomenico.
e) Via Carducci, angolo Via Gorghi. Pietra d’inciampo di Giovanni Battista Berghinz, nome di battaglia “Barni” nella Brigata Osoppo Friuli (Montecatini Terme, 8 febbraio 1918 – Trieste, 12 agosto 1944). È stato un ufficiale e partigiano italiano, decorato di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale. Bernardino Berghinz, un suo antenato, fu il primo ufficiale italiano a far ingresso in Udine il 25 luglio 1866, liberando la città dal dominio austriaco nella III guerra d’indipendenza. Un’aula del Liceo Stellini è dedicata a Giovanni Battista Berghinz.
f) Chiesa della Beata Vergine del Carmine, Via Aquileia. Celebrati nel 1953-1956 centinaia di matrimoni di esuli accolti nel Centro smistamento profughi di via Pradamano. Il convento dei frati Carmelitani e la chiesa della B.V. del Carmine ebbero origine in via Aquileia nel Cinquecento; la chiesa fu consacrata nel 1525. La famiglia dei frati carmelitani rimase fino al 1770, quando un decreto della Repubblica veneta deliberò che venissero soppresse alcune corporazioni religiose quando fossero formate da meno di 10 componenti; i Carmelitani di Udine dovettero abbandonare il loro convento e trasferirsi a Venezia.
Vi subentrarono i Frati Minori Conventuali di S. Francesco, che lasciarono il loro convento e la chiesa per la costruzione del nuovo Ospedale di Santa Maria della Misericordia. Con sé portarono nella Chiesa del Carmine l’urna con le spoglie del Beato Odorico da Pordenone (sarcofago di Filippo De Santi del 1331) e la devozione a S. Antonio da Padova. I Francescani rimasero fino al 1806, quando per le leggi napoleoniche numerosi conventi udinese furono demanializzati, compreso quello di via Aquileia. Odorico da Pordenone, al secolo Odorico Mattiussi o Mattiuzzi (Villanova di Pordenone, tra il 1265 ed il 1270 Udine, 14 gennaio 1331), è stato un presbitero e religioso italiano dell’Ordine dei Frati Minori; evangelizzò in Oriente, fino in Cina e fu beatificato nel 1755. Suoi miracoli sono attestati nel Trecento a Pirano, Parenzo e Isola d’Istria.
g) Parco Martiri delle Foibe, del 2010, via Bertaldia angolo via Manzini. Cippo con targa in ricordo delle Vittime delle foibe. Nel 2019 ha ricevuto dal Comune di Udine la nuova intitolazione di Parco Martiri delle Foibe.
h) Commento (fuori itinerario) al Centro smistamento profughi di via Pradamano, 1945-1960. Di lì passarono in fuga dalle violenze titine oltre 100 mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, per essere sventagliati in oltre 160 campi profughi d’Italia (fonte: Marino Micich). Lapide del Comune di Udine del 2007.


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Trekking – Dati tecnici: km. 1,8; passi 5.290 ca.; 151 Kcal; posti a sedere: Loggia del Lionello, Oratorio della Purità e Chiesa del Carmine.
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Bibliografia sulla Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni, Udine
– Giovanni Battista Corgnali (a cura di), “Lo statuto della Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni, «Ce Fastu?», XVI, n. 4, 1940, pp. 197-201.
– Giovanni Battista Della Porta, Toponomastica storica della Città e del Comune di Udine, Nuova edizione a cura di Leila Sereni con note linguistiche di Giovanni Frau, Udine, Società Filologica Friulana, 1991.
– Giulio Andrea Pirona, Ercole Carletti, Giovanni Battista Corgnali, Il Nuovo Pirona. Vocabolario friulano (prima edizione: 1935), Udine, Società Filologica Friulana, 2001 (2.a ristampa della 2.a edizione).
– Anton Urbanc, Slovenska bratovscina sv. Hieronima v Vidmu iz leta 1452 [Confraternita slovena di San Gerolamo degli Schiavoni a Udine nel 1452]. Najstarejsa listina zavarovalno-pravne zgodovine Slovencev [Il più antico documento della storia assicurativa degli sloveni], Ljubljana, 1940, pp. 24. [Estratto dal periodico] «Glasnik Udruzenja aktuara Kraljevine Jugoslavije», IV, n. 1-2.


Bibliografia sul Trekking del Ricordo
– Roberta Alberotanza (a cura di), Gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa: un patrimonio europeo / The Cultural Routes of the Council of Europe: a European heritage, 2021.
– Maurizio Buora, Guida di Udine: arte e storia tra vie e piazze, Trieste, Lint, 1986.
– Roberto Castenetto, “Pier Paolo Pasolini e la morte del fratello Guido ‘Martire Cristo”, in: Roberto Volpetti, I Pasolini Guido e Pier Paolo resistenza e libertà, Udine, Associazione Partigiani Osoppo, 2023.
– Pier Luigi Guiducci, Emiliano Loria, Marino Micich, Giovanni Stelli, Foibe, Esodo, Memoria. Il lungo dramma dell’italianità nelle terre dell’adriatico orientale, Roma, Aracne, 2023.
– Andrea Legovini, Vinicio Lago. La verità sospesa, Trieste, Luglio editore, 2022.
– Ministero dell’Istruzione e del Merito, Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica, 2022.
– Raoul Pupo, Adriatico amarissimo: una lunga storia di violenza, Bari, Roma, Laterza, 2021.
– Guido Rumici, Catalogo della mostra fotografica sul Giorno del Ricordo, Roma, ANVGD, 2009.
– Roberto Tirelli, Barni (Giovanni Battista Berghinz). L’ultimo martire del Risorgimento, Udine, Associazione Partigiani Osoppo, 2018.
– Elio Varutti, Il campo profughi di via Pradamano e l’associazionismo giuliano dalmata a Udine: ricerca storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell’esodo. 1945-2007, Udine, Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Comitato provinciale di Udine, 2007.
– E. Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Udine, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017. Anche nel web.
– E. Varutti, “Trekking del Ricordo a Udine sui luoghi dell’esodo giuliano dalmata”, in Cultura in Friuli V. Settimana della Cultura Friulana / Setemane de Culture Furlane 10-20 maggio 2018, a cura di Cristina Di Gleria e Marta Varutti, Societât Filologjiche Furlane, Udine, 2019, pp. 173-184.
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Dati del libro donato – Elio Varutti, La patria cercata. Ricordi di italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in Toscana, Firenze, Aska, 2025, pagg. 176. Euro 20. ISBN 978-88-7542-413-8

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Note – Itinerario a cura di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Commenti e Networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: professoresse Maria Elena Roselli della Rovere e Elisabetta Gini (Liceo Stellini), Elisabetta Marioni, delegata ai rapporti con le scuole (ANVGD di Udine), Bruno Bonetti, Bruna Zuccolin e Chiara Fragiacomo. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Copertina: La professoressa Maria Elena Roselli col libro donato dall’Autore prima del Trekking Ricordo con la classe 1^ D il 5.2.2025.
Fotografie di E. Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, dal 2024, è Coordinatore dell’ANVGD in Friuli Venezia Giulia. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
