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Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Udine | Trekking del Ricordo a Udine, col Circolo culturale Il Mulino a Nordest e  l’ANVGD
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Trekking del Ricordo a Udine, col Circolo culturale Il Mulino a Nordest e  l’ANVGD

Mar 17 2023

Trekking del Ricordo a Udine, col Circolo culturale Il Mulino a Nordest e  l’ANVGD

Sabato 11 marzo 2023 si è tenuta a Udine una Camminata del Ricordo con visita d’istruzione commentata a sculture, palazzi e monumenti che coinvolsero i profughi giuliano dalmati, col titolo di: “Trekking del Ricordo. Esuli adriatici a Udine”.

In tale percorso, di circa tre chilometri, si sono scoperti i principali luoghi dell’esodo giuliano dalmata nel capoluogo friulano con testimonianze in lingua italiana, friulana e dialetto istro-veneto. Centomila italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, in fuga dalle violenze titine della seconda guerra mondiale e del dopoguerra, sono stati accolti in questa città dopo l’annessione di quelle terre alla Jugoslavia col Trattato di pace del 10 febbraio 1947.

Gli oltre 20 partecipanti sono così venuti a conoscenza di una brano di storia poco noto, con racconti, vicende e testimonianze di quel periodo. L’evento è stato organizzato dal Circolo culturale “Il Mulino a Nordest” di Udine, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine ed il patrocinio del Club UNESCO di Udine. È stata Laura Stringari, presidente de “Il Mulino a Nordest” ad aprire l’incontro in piazza Libertà, assieme alla segretaria Luciana Variola e Carlo De Monte co-organizzatore dell’evento.

Ha fatto da cicerone il professor Elio Varutti, del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine, portando i saluti di Bruna Zuccolin, presidente del sodalizio degli esuli. “Abbiamo iniziato nel 2017 a proporre questo tipo di attività fisica e culturale nelle parrocchie – ha detto Varutti – poi il Trekking ci è stato richiesto dai dirigenti scolastici e dagli insegnanti dei licei locali, così sono state accompagnate alcune decine di classi dal 2018 in poi in occasione del Giorno del Ricordo, con grande interesse degli studenti, ben preparati dai loro professori”.

Udine, Piazza Libertà, 11.3.2023 – Partenza del Trekking del Ricordo col Circolo Culturale “Il Mulino a Nordest”

Il traguardo del Cammino del Ricordo è stato nell’atrio della Scuola superiore di primo grado “E. Fermi” per ammirare le pitture murali a tempera di Afro, grazie all’accoglienza di Vittorio Del Bianco, Dirigente scolastico della scuola “Enrico Fermi”. Poi si è vista la lapide posta dal Comune di Udine, nel 2007, a ricordo del transito in quello che fu il Centro smistamento profughi più grande d’Italia, che ospitò oltre centomila persone dal 1945 al 1960.

Durante il momento conviviale alla fine del Cammino, svoltosi presso il Bar Franzolini, dove pure i profughi si recavano negli anni ’50 “per un bicer, o per il ghiacciolo dei figli” la signora Maria De Zorzi ha accennato alla professoressa Clara Recchiuti Brussich, esule di Fiume, insegnante di Lettere all’Istituto magistrale “C. Percoto” di Udine. “Era una professoressa d’altri tempi – ha detto la De Zorzi – e ha dato molto a noi studentesse degli anni ’60, perciò la ricordo sempre con piacere”.

Le tappe del Trekking

A Udine la camminata con il pubblico, molto interessato ai fatti storici del territorio, si è svolta da piazza Libertà, la antica piazza Vittorio Emanuele II, dove giunsero il 1° maggio 1945 le camionette dei neozelandesi per liberare la città dai nazifascisti.

I tre leoni marciani di piazza Libertà erano “consolazione per gli esuli”, come diceva Silvio Cattalini, esule da Zara e presidente ANVGD di Udine dal 1972 al 2017, perché ricordavano i leoni d’Istria, Quarnero e Dalmazia. Poi si è ammirata la Loggia del Lionello, su iniziale progetto di Bartolomeo Costa Sbardilini da Capodistria, detto delle Cisterne, proseguita dall’orafo Lionello. L’origine della loggia risale al 24 gennaio 1441, quando “in pleno consilio” venne proposta la costruzione di un nuovo palazzo comunale. Bartolomeo Costa Sbardilini, genero di Giovanni da Udine, progettò la ricostruzione del Duomo di Cividale del Friuli, che era stato distrutto dal terremoto del 1448, il battistero e il campanile del Duomo di Udine. Diresse i lavori di costruzione della Loggia del Lionello in Udine.

La locandina dell’evento

Un leone veneziano si trova sopra l’Arco Bollani, costruito nel 1556 su progetto di Andrea Palladio, sulla salita per il colle del Castello. Questo terzo leone della piazza ebbe un’esistenza travagliata, forse perché il più imponente. Esso ha però un collegamento diretto con i leoni di Dalmazia. Fu, infatti, nel 1933 sotto il podestà Gino di Caporiacco, che la giunta comunale udinese deliberò di ricollocare il leone, in risposta all’abbattimento dei leoni veneziani, avvenuto a Traù, in Dalmazia, da parte delle autorità del Regno di Jugoslavia. Così negli anni ’30 fu riposto un modello di gesso. L’originale, pesante 35 quintali, realizzato dall’artista vicentino Egisto Caldana, fu posizionato sopra l’arco palladiano la sera del 6 luglio 1953, con la elegante novità che il felino volge la fronte, anziché la coda ai cittadini che transitano ai suoi piedi. Un altro leone sta su una colonna eretta il 15 novembre 1539, ma il Leone di San Marco fu distrutto nel 1797, sotto il dominio giacobino francese. Colonna e scultura del leone marciano furono rifatti nel 1883, ad opera dello scultore Domenico Mondini.

Il terzo leone sta sulla Torre dell’Orologio, opera quattrocentesca sistemata nel 1527 su progetto di Giovanni da Udine. La scultura del felino è di Benedetto degli Astori di Cividale (1527). Sopravvisse alla furia dei francesi perché fu coperta da un muretto di mattoni fino al dominio dell’Austria.

Udine, Piazzetta Belloni, vicino alla scultura Sestante, opera in ferro di Michele Piva, nato a Fiume. Qualche camminatrice ha approfittato per sedersi sulle panche vicine.

Sestante (1999), scultura in ferro di Michele Piva (Fiume 1931 – Udine 2013), piazza Belloni. Poi si è parlato della Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni, Udine. Sorta agli inizi del 1300, ha la sede in Porta Ronchi. Trasferita nel 1480 nel convento di S. Francesco (ora Via Beato Odorico da Pordenone) fu ancora spostata in Contrada di Boros, attale via S. Francesco, nella casa d’angolo opposto a quello dell’Oratorio della Purità. Forse era detta Contrada di Boros (o “des Boris”, o “des Bores”) perché, per fluitazione lungo la roggia giungevano in città “lis boris”. Una “bore” era un rocchio di faggio della lunghezza di cinque piedi, o metà, per ardere (Il Nuovo Pirona).

La confraternita, composta da “forensi” in prevalenza slavi, aveva un piccolo ospizio. Gli statuti redatti tra il 1452 e il 1475, tra le varie, contengono una disposizione per la quale i confratelli erano obbligati anche se nell’Ospizio non ci fosse stato alcun degente, di recarsi presso i confratelli ammalati nella città e dintorni, per assisterli e confortarli secondo gli ordini del Cameraro (amministratore), pena una multa di “1 L(ibbra) di olio” per illuminazione. Il cameraro era “Maistro Iacomo de Loch”, ossia dall’attuale Škofja Loka, sopra Lubiana a 35 km di distanza.

Verso la fine del Cinquecento la confraternita fu incorporata in quella di S. Maria della Misericordia. La proprietà dell’ospizio passò ai fratelli Alfonso e Giuseppe Asquini e, nel 1691, alla contessa Margherita di Prampero. Nel corso del Settecento la casa subì dei rimaneggiamenti e fu trasformata in locanda a fine secolo. Nel 1935, per lavori di allargamento di Via S. Francesco, si rese necessaria la demolizione di una parte di tale casa, che guardava verso l’Oratorio della Purità. Nel 1940 l’avvocato Anton Urbanc pubblicò a Lubiana in lingua slovena, pur con alcuni errori di carattere filologico, il testo dello Statuto della Confraternita, premettendovi uno studio di stampo giuridico e storico tendente a dimostrare che detto Statuto che, per gli sloveni, potrebbe rappresentare il più antico documento di storia del diritto assicurativo, contenga i primi germi delle moderne assicurazioni. (G.B. Corgnali, «Ce Fastu?», 1940).

c) Chiesa della Beata Vergine del Carmine. Celebrati qui centinaia di matrimoni di esuli del CSP di via Pradamano nel 1953-1956. Il convento dei frati Carmelitani e la chiesa della B.V. del Carmine ebbero origine in via Aquileia nel Cinquecento; la chiesa fu consacrata nel 1525. La famiglia dei frati carmelitani rimase fino al 1770, quando un decreto della Repubblica veneta deliberò che venissero soppresse alcune corporazioni religiose quando fossero formate da meno di 10 componenti; i Carmelitani di Udine dovettero abbandonare il loro convento e trasferirsi a Venezia.

Udine, tappa nella chiesa della Beata Vergine del Carmine per i Camminatori del Trekking 2023.

Vi subentrarono i Frati Minori Conventuali di S. Francesco, che lasciarono il loro convento e la chiesa per la costruzione del nuovo Ospedale di Santa Maria della Misericordia. Con sé portarono nella Chiesa del Carmine l’urna con le spoglie del Beato Odorico da Pordenone (sarcofago di Filippo De Santi del 1331) e la devozione a S. Antonio da Padova. I Francescani rimasero fino al 1806, quando per le leggi napoleoniche numerosi conventi udinese furono demanializzati, compreso quello di via Aquileia. Odorico da Pordenone, al secolo Odorico Mattiussi o Mattiuzzi (Villanova di Pordenone, tra il 1265 ed il 1270 Udine, 14 gennaio 1331), è stato un presbitero e religioso italiano dell’Ordine dei Frati Minori; evangelizzò in Oriente, fino in Cina e fu beatificato nel 1755. Suoi miracoli sono attestati nel Trecento a Pirano, Parenzo e Isola d’Istria.

d) Parco Vittime delle Foibe, del 2010, via Bertaldia angolo via Manzini. Cippo con targa in ricordo delle Vittime delle foibe. Nel 2019 ha ricevuto dal Comune di Udine la nuova intitolazione di Parco Martiri delle Foibe, non senza subire alcuni deprecabili atti di vandalismo, accaduti per la prima volta in città.

e) Centro smistamento profughi di via Pradamano, 1945-1960. Di qui passarono in fuga dalle violenze titine oltre 100 mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, per essere sventagliati in oltre 140 campi profughi d’Italia (fonte: Guido Rumici). Lapide del Comune di Udine del 2007. Pitture murali a tempera, del 1936, di Afro Basaldella (1912-1976) nell’atrio della scuola “E. Fermi”.

Bibliografia sulla Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni, Udine

– Giovanni Battista Corgnali (a cura di), “Lo statuto della Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni, «Ce Fastu?», XVI, n. 4, 1940, pp. 197-201.

– Giovanni Battista Della Porta, Toponomastica storica della Città e del Comune di Udine, Nuova edizione a cura di Leila Sereni con note linguistiche di Giovanni Frau, Udine, Società Filologica Friulana, 1991.

– Giulio Andrea Pirona,  Ercole Carletti, Giovanni Battista Corgnali, Il Nuovo Pirona. Vocabolario friulano (prima edizione: 1935), Udine, Società Filologica Friulana, 2001 (2.a ristampa della 2.a edizione).

– Anton Urbanc, Slovenska bratovscina sv. Hieronima v Vidmu iz leta 1452 (Confraternita di San Gerolamo degli Schiavoni), Najstarejsa listina zavarovalno-pravne zgodovine Slovencev, Ljubljana, 1940, pp. 24. Estratto dal periodico «Glasnik Udruzenja aktuara Kraljevine Jugoslavije», IV, n. 1-2.

Udine, via Pradamano 21 – Scuola E. Fermi. Fino al 1960 qui aveva sede il Centro smistamento profughi più grande d’Italia. Foto di uno dei primi Trekking del Ricordo nel 2017.

Cenni bibliografici sul Trekking del Ricordo

– Maurizio Buora, Guida di Udine: arte e storia tra vie e piazze, Trieste, Lint, 1986.

– Raoul Pupo, Adriatico amarissimo: una lunga storia di violenza, Bari, Roma, Laterza, 2021.

– Guido Rumici, Catalogo della mostra fotografica sul Giorno del Ricordo, Roma, ANVGD, 2009.

– Elio Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Udine, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017. Anche nel web dal 2018.

– Elio Varutti, “Trekking del Ricordo a Udine sui luoghi dell’esodo giuliano dalmata”, in Cultura in Friuli V. Settimana della Cultura Friulana / Setemane de Culture Furlane 10-20 maggio 2018, a cura di Cristina Di Gleria e Marta Varutti, Societât Filologjiche Furlane, Udine, 2019, pp. 173-184. Anche nel web dal 2019.

Lapide al Centro di Smistamento Profughi di Udine, Via Pradamano, dicembre 2007. Oggi è la scuola media “E. Fermi” (Collezione privata, Udine).

Testi di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Laura Stringari, Carlo De Monte (Il Mulino a Nordest), Bruno Bonetti e Annalisa Vucusa (ANVGD di Udine). Fotografie di Carlo De Monte e Laura Stringari, che si ringraziano per la gentile concessione alla pubblicazione. Grazie ad Antonella Favaro per le note sui leoni marciani. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e la delegazione provinciale dell’ANVGD di Arezzo. Ricerche d’archivio all’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

Udine,  Tempere murali di Afro all’Opera Nazionale Balilla di via Pradamano (1936). Fotografia di Leoleo Lulu.
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