Sconfinamenti di Radio RAI all’ANVGD di Udine per parlare de La patria perduta
Massimo Gobessi, programmista regista di Radio RAI di Trieste è stato in visita alla nuova sede dell’ANVGD di Udine per registrare una puntata di Sconfinamenti. Si intitola “Sconfinamenti”, lo spazio quotidiano dedicato agli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia condotto da Francesco Zardini (da lunedì a venerdì) e da Massimo Gobessi il sabato e la domenica. È un appuntamento radiofonico con l’attualità sui temi dell’esodo giuliano dalmata e dei rimasti per una cultura della pace e del dialogo tra le sponde del Mare Adriatico. La trasmissione va in onda dal lunedì al sabato dalle 16 alle 16.45 e la domenica dalle 14.30 alle 15.30 sulla frequenza di 936 Khz. È seguita e scaricata in Podcast anche dagli esuli giuliano dalmati dell’estero, come in Australia.
Bruna Zuccolin, presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), ha mostrato a Gobessi gli spazi della nuova sede, inclusa la mostra fotografica nel sottoportico d’entrata intitolata Territori dell’Istria e della Dalmazia. “Abbiamo voluto dare spazio ai giovani dell’ANVGD – ha detto Zuccolin – che, in questo caso, sono i due autori delle 25 fotografie a colori di questa straordinaria mostra, inaugurata a San Quirinio (PN) nel 2019”. Curatore della rassegna è l’architetto professor Mauro Bertagnin, professore ordinario di Design e Progettazione Tecnologica dell’Architettura dell’Università degli Studi di Udine. La stampa delle immagini è stata eseguita da Foto Fulvio Color di Pregnolato Marco, di Udine. Autori delle splendide immagini sono Lorenzo Furlano, con il nonno di Zara e Fabiana Burco.
Poi Gobessi ha chiesto notizie sulle ultime attività svolte dall’ANVGD di Udine. “Per il Giorno del Ricordo – ha replicato Zuccolin – oltre alle cerimonie in città nel Parco Martiri delle Foibe e in piazzale Norma Cossetto, col Comune e la Prefettura di Udine, ci chiamano sempre più amministrazioni pubbliche, circoli culturali e associazioni patriottiche tanto che dobbiamo suddividerci i vari impegni nel Consiglio direttivo, così siamo stati presenti a Cervignano del Friuli, Cividale del Friuli, Gonars, Premariacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Tarcento, Tavagnacco, Tolmezzo e in molte scuole”.
Nella trasmissione è stato poi presentato il libro La patria perduta di Elio Varutti, edito da Aska di Firenze nel 2021. Massimo Gobessi ha posto una serie di domande sul volume. “È già stato presentato in pubblico a Trieste, Laterina (AR), Udine, Gonars, Venezia e Gorizia – ha risposto Zuccolin – l’evento più coinvolgente è stato a Laterina, perché gli anziani del paese ci fermavano in strada per raccontarci i loro ricordi su quel Campo profughi, oltre alla presentazione ufficiale col sindaco e vicesindaco del paesino aretino”.
“Per questo libro – ha risposto Varutti – devo ringraziare Claudio Ausilio, esule di Fiume a Montevarchi (AR) e delegato provinciale dell’ANVGD di Arezzo, per le articolate e pazienti ricerche da lui svolte sul territorio; le fotografie del testo sono state reperite da lui con una serie attenta di contatti con centinaia di profughi e loro discendenti in Italia e all’estero, come Australia, Canada, USA, Brasile, Francia”.
“Dal 1941 al 1943, sotto il fascismo – ha aggiunto Varutti – è un Campo di concentramento per prigionieri inglesi, sudafricani e canadesi. Sottoalimentazione e scarsa igiene nelle baracche provocano nei 2.500-3.000 prigionieri varie malattie debilitanti, come dissenteria e tifo. Poi per un anno il Campo è stato un reclusorio sotto la sorveglianza nazista. Dopo la liberazione, avvenuta nel 1944, a cura della VIII Armata britannica, si trasforma fino al 1946 in un campo di concentramento per tedeschi e repubblicani della RSI catturati al Nord. Dal 1946 al 1963, per ben diciassette anni, funziona come Campo profughi per italiani in fuga dall’Istria, Fiume e Dalmazia (per oltre 10mila persone), terre assegnate alla Jugoslavia col trattato di pace del 10 febbraio 1947. Sono italiani della patria perduta. Patiscono il freddo e la fame. Tra i più anziani di loro ci fu un alto tasso di suicidi. A Laterina giungono pure alcuni sfollati dalle ex colonie italiane”.
“Con questo libro – ha concluso Varutti – si è analizzata la vita quotidiana degli esuli e l’incontro-scontro con la popolazione locale, fino alla completa integrazione sociale, mediante qualche matrimonio misto tra toscani e giuliano dalmati e, soprattutto, col lavoro, la fede religiosa, la scuola e con l’assegnazione delle case popolari ai profughi. Quasi tutti gli esuli destinati al Crp di Laterina sono transitati per Trieste e per il Centro smistamento profughi di Udine di via Pradamano, che ospitò oltre 100mila persone”.
“Voglio infine ringraziare l’editore che ha creduto in questa tematica – ha detto Varutti – oltre a Guido Giacometti, dell’ANVGD della Toscana, a Bruna Zuccolin, dell’ANVGD di Udine e Renzo Codarin, presidente nazionale dello stesso sodalizio degli esuli, oltre a Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo”.
Il libro presentato – Elio Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021.
Note – Progetto e attività di ricerca di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Girolamo Jacobson e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio (ANVGD di Arezzo). Copertina: Bruna Zuccolin, presidente ANVGD di Udine e Massimo Gobessi durante la registrazione di Sconfinamenti. Fotografia di E. Varutti e presso l’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/