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Presentazione in Gervasutta del libro sulla parrocchia di S. Pio X, con l’ANVGD di Udine

Dic 02 2020

Presentazione in Gervasutta del libro sulla parrocchia di S. Pio X, con l’ANVGD di Udine

In un quartiere con istriani, fiumani e dalmati c’è stato a Udine un incontro di un certo spessore culturale. Si è parlato di Storia dell’Arte legata alla Fede. Artefice di tale originale interpretazione è stata la professoressa Gabriella Bucco, con una relazione dal seguente titolo: “Gioia e luce per la Fede. Itinerario d’arte a San Pio X”. L’incontro è stato organizzato da don Maurizio Michelutti, parroco di San Pio X e da Bruna Zuccolin, presidente del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), oltre alla Parrocchia del Cristo e alla Confraternita del SS,mo Crocefisso.

L’interessante evento si è tenuto lunedì 30 settembre 2019, alle ore 20,30, presso la sala dell’Oratorio “E. Zanin” di via Montebello 3, angolo via Marsala a Udine, nel quartiere di Gervasutta. C’è stata la presentazione pubblica del libro intitolato “Due uomini, una chiesa. S. Pio X”, edito nel 2019 dalla Parrocchia di S. Pio X di Udine. Il titolo evoca la figura di don Adelindo Fachin, il primo parroco nel 1958 e dell’architetto Giacomo Della Mea, che progettò la chiesa di via Amalteo nella periferia meridionale, costruita nel 1961, in un quartiere di contadini, statali ed esuli istriani.

Udine, Gervasutta, 30.9.19 – Bruna Zuccolin alla parrocchia del Cristo. Foto di Elio Varutti

Ha aperto i lavori della serata culturale Rosalba Meneghini, direttrice del Consiglio pastorale della Parrocchia del Cristo, oltre che componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. La signora Rosalba è figlia di Maria Millia, esule istriana (Rovigno 1920-Udine 2009). Ha parlato in rappresentanza di don Maurizio Michelutti e di don Pietro Giassi, viceparroco, occupati altrove.

Ha poi avuto la parola Bruna Zuccolin, presidente ANVGD di Udine, che ha salutato i presenti, compresi alcuni discendenti dell’esodo giuliano dalmata “per un incontro di cultura e di storia che non tutti conoscono”. Hanno portato i loro saluti all’evento poi Giuseppe Capoluongo, priore della Confraternita del Ss.mo Crocefisso e la professoressa Renata Capria D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine, che ha elogiato gli organizzatori per un incontro speciale di cui “tramite l’UNESCO – ha detto – si è avuta notizia presso i nostri soci italiani e nel mondo”.

Gabriella Bucco ha spiegato, con dovizia di particolari, l’importanza estetica di una chiesa di periferia che non tutti guardano con attenzione. Oltre agli aspetti architettonici dell’edificio ha spiegato le vetrate, opera dei pittori friulani padre Fiorenzo Gobbo e Ernesto Mitri, autore anche dei mosaici e della fonte del Battistero (1964). Bucco ha spiegato che i temi religiosi delle vetrate sono stati predisposti, nel 1967, dal don Aldo Moretti, sul Vecchio e Nuovo Testamento. Sono state commentate le statue lignee della Madonna (1959) e di S. Pio X (1964), opera di Ferdinando Perathoner, di bottega altoatesina. È stata menzionata la croce gemmata, di sapore longobardo, progettata da Toni Menossi per il Congresso Eucaristico del 1960 e poi collocata dietro l’altare della nuova chiesa, per riempire l’abside, come scrisse don Adelindo. A 44 anni d’età muore don Adelindo. È il 1966 e la nuova parrocchia cade in un generale sconforto; il nuovo parroco è don Tarcisio Bordignon, che tiene la funzione fino al 2014. La tomba di don Adelindo è lì nella chiesa da lui stesso voluta, entrando a destra.

La serata del 30 settembre è proseguita con l’intervento dell’architetto Giorgio Della Longa, curatore del volume, che ha illustrato l’importanza preconciliare della chiesa di San Pio X, priva di un altare tradizionale col celebrante che dà le spalle ai fedeli, ma costituita da una sala aperta a navata unica, come in alcune chiese protestanti d’Europa degli anni 1950-1960, con l’officiante che guarda in faccia i presenti durante tutta la funzione religiosa. Della Longa ha sottolineato poi il ruolo di mediatore e di ascoltatore della committenza dell’architetto Giacomo Della Mea, nel progettare il nuovo edificio, in stretto contatto con don Adelindo, che voleva pure il pavimento inclinato, così da permettere a chi fosse seduto in fondo alla chiesa di vedere in viso, comunque, il celebrante.

È seguito l’intervento del dott. Giovanni Della Mea sulla vita del padre architetto, con alcuni aneddoti sulla progettazione della chiesa stessa. Il volume miscellaneo gode del patrocinio e del sostegno economico dell’Arcidiocesi di Udine e del Comune di Udine. Contiene autorevoli saggi di: Gabriella Bucco, Sandro Piussi, Barbara Fiorini, Giancarlo Santi, Federico Bulfone Gransinigh, Dino Bressa, Giovanni Della Mea e Elio Varutti. Ci sono le introduzioni di don Maurizio Michelutti, parroco di S. Pio X, mons. Guido Genero, vicario generale dell’Arcidiocesi di Udine e Pietro Fontanini, sindaco di Udine.

Il dibattito articolato che è seguito alle relazioni è stato aperto dal professor Elio Varutti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine, che ha ricordato la cattiva accoglienza riservata agli esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia. “Ci portate via il lavoro e la casa, andate via!” – queste erano le parole rivolte dagli udinesi ai profughi dell’esodo giuliano dalmata negli anni Cinquanta. “Se non stai buono, ti faremo magiare dai profughi” – anche questa frase veniva detta da certe mamme udinesi ai bambini di S. Pio X e Baldasseria. Eppure, come ricorda don Tarcisio Bordignon, gli istriani non stavano con le mani in mano, si davano da fare, lavoravano e cercavano di integrarsi, anche se non avevano nulla, essendo scappati persino senza valigia, per non cadere nelle mani dell’Ozna, la polizia segreta di Tito, che usò molta violenza contro gli italiani in fuga dalle terre invase dagli iugoslavi nel 1945.

Un brano si storia friulana sconosciuto

Udine ha accolto oltre 100 mila italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in fuga dalle violenze titine presso il Centro smistamento profughi (Csp) di via Pradamano 21, oggi scuola “E. Fermi”. Il Csp fu operativo dal 1945 al 1960. Per una notte fu utilizzato anche al Tempio Ossario, nella cui cripta vennero accolti esuli sino al 1959, quando non c’era più spazio nel Campo profughi. Un’esule da Pola, Maria Millia, ha ricordato che, verso il 1949, i suoi genitori Anna Sciolis e Domenico Millia, rinomato fabbro di Rovigno, assieme ad altri profughi istriani furono ospitati nel Tempio Ossario di Udine, dato che “El Campo jera pien”. Nel 1959, appunto, erano ancora accolte alcune persone dell’esodo nella stessa chiesa. “Una famiglia è ospitata nella cripta del Tempio Ossario – riporta «L’Arena di Pola» del 28 aprile 1959 – chi all’asilo notturno e altri nelle case diroccate di via Bertaldia, ora demolite”. Si pensi alla coincidenza: proprio nell’area di via Bertaldia, via Manzini fu inaugurato il 26 giugno 2010 dall’ingegnere Silvio Cattalini, esule da Zara, con varie autorità il Parco Vittime delle foibe, dal 2019 divenuto Parco Martiri delle Foibe.

“Vivo da anni in via Marsala, nel quartiere di Gervasutta – ha detto Rosalba Meneghini alla presentazione del volume su S. Pio X il 30 settembre – e non conoscevo l’esistenza de Centro smistamento profughi, fino a quando, nel 2003, l’ANVGD di Udine non ha iniziato a fare ricerche storiche in merito”.

Sitologia

Riportiamo il link di un bell’articolo nel web di Anna Dazzan su “ Udinetoday.it ”; il pezzo è intitolato “La chiesa costruita con i ruderi rimasti dopo i bombardamenti: la storia di San Pio X“. Pur apprezzando il contenuto del testo, che coglie vari aspetti della questione, ci permettiamo di precisare, riguardo al titolo, che ad essere costruita coi mattoni recuperati dalle case bombardate di borgo Aquileia fu la Cappella di S. Pio X, del 1958, su progetto di Giacomo Della Mea (non la chiesa, che è del 1961 e fatta con freschi mattoni di fornace).

Il libro presentato

Giorgio Della Longa (a cura di), Due uomini e una chiesa. San Pio X, Udine, Parrocchia di S. Pio X, 2019, fotografie b/n, pp. 136. Il testo è disponibile presso la canonica di S. Pio X, in via A. Mistruzzi 1, a Udine, previa una piccola offerta. Telefono 0432.602620.

Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Foto di copertina: Rosalba Meneghini presenta la conferenza; al tavolo dei relatori: Bruna Zuccolin, Giorgio Della Longa, Gabriella Bucco e Giovanni Della Mea. Fotografie di Elio Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.

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