Il nostro mare, serata culturale con l’ANVGD e la Parrocchia del Cristo a Udine
C’è stato il silenzio totale quando Zaira Capoluongo, socia ANVGD, ha intonato La vecia batana nel cortile dell’Oratorio di via Montebello a Udine. “Voglio dedicare questa canzone a mia nonna Maria Millia, esule da Rovigno – ha spiegato la giovane professoressa Capoluongo – perché me l’ha insegnata lei con tanto orgoglio e me la cantava spesso quando ero bambina”. Proprio lei, Zaira, è vicepreside a Udine al 4° Istituto Comprensivo con vari centri educativi di Udine sud, tra i quali c’è la scuola media di via Pradamano dove, dal 1947 al 1960, fu attivo il Centro smistamento profughi, che vide transitare oltre 100mila italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in fuga dalle violenze titine.
Sono stati molti i momenti emozionanti dell’incontro intitolato Il nostro mare, dialoghi musiche e canti. Nel rispetto delle norme anti-Covid19, la bella serata si è tenuta l’11 settembre 2020 per l’organizzazione della Confraternita del Santissimo Crocifisso e del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) e la collaborazione del Club UNESCO di Udine. Ha aperto l’evento Rosalba Meneghini, delegato pastorale della parrocchia del Cristo e componente del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine, spiegando che “non potendo fare la tradizionale sagra di Gervasutta a causa della pandemia, abbiamo scelto col parroco e l’ANVGD di effettuare la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, con due incontri culturali e una giornata di riti religiosi per il 14 settembre, con Messa solenne e adorazione della Sacra Reliquia”.
Dopo un esordio musicale curato dal Quartetto a plettro “Ad Libitum” di Pradamano (UD), è stata data la parola al Paron de casa. “Questi incontri ci aiutano a non mollare – ha detto don Maurizio Michelutti, parroco del Cristo – vogliamo avere speranza e in effetti il Paron de casa non sono io, ma qualcuno più in alto, che ci ha dato un segno con la grande Croce di non volerci abbandonare, allora noi vogliamo camminare nella vita, pur facendo attenzione al virus”.
Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, ha ringraziato la Parrocchia del Cristo, perché “questo incontro è un’idea dei parrocchiani, che vedono nel mare un punto d’incontro e d’amicizia, così noi vogliamo ricordare i fatti storici, anche quelli più atroci, come le violenze contro gli italiani, perché non accadano più”. Ha portato il saluto del Club UNESCO di Udine la professoressa Renata Capria D’Aronco, presidente del sodalizio, oltre che socia ANVGD, ricordando i principi etici dell’UNESCO che, tra l’altro, vanno dal rispetto dei diritti, alla cultura della pace e alla comunicazione umana.
Il primo relatore, col titolo Il Mare Adriatico e la sua civiltà, è stato il dottor Bruno Bonetti, segretario dell’ANVGD di Udine. “Voglio iniziare questo originale convengo – ha detto – mostrandovi il contratto di un mio avo di Zara con cui nel 1788 si impegnava al collegamento marittimo postale tra Ancona e la Dalmazia e di lì fino a Costantinopoli, tenendo in contatto così il Papa col Sultano”. Tutta la relazione di Bonetti si è articolata sul tema del Mare Adriatico visto come elemento di incontro e collaborazione di una fiorente civiltà fino al 1866, quando con la battaglia di Lissa, vinta dagli austriaci, l’Impero asburgico iniziò a favorire gli slavi in funzione antitaliana. Si pensi che all’inizio dell’Ottocento erano di lingua e di cultura italiana la maggioranza della popolazione dell’Istria e, secondo il linguista Matteo Bartoli, oltre un terzo (per altri autori un quinto) di quella della Dalmazia, con una netta prevalenza in campo economico. Poi ci furono gli sfaceli statali: nel 1797 c’è la fine della Repubblica di Venezia, nel 1918 scompare l’Impero Austro-Ungarico e in seguito si dissolve la Jugoslavia, con tutti gli eccessi dei nazionalismi. È stato accennato, infine, al ruolo dell’ingegnere Silvio Cattalini, esule zaratino e presidente dell’ANVGD di Udine dal 1972 al 2017, quale fautore delle crociere della pace in Istria e Dalmazia per il dialogo pacifico tra le due sponde dell’Adriatico.
Ha avuto poi la parola Giuseppe Capoluongo, priore della Confraternita del Cristo, oltre che socio ANVGD. “Vorrei leggervi un documento del 1923 – ha detto il priore – con il quale si sa che la sede della Confraternita del Cristo, sorta nel Cinquecento a Udine, presso la chiesa di S. Francesco, veniva trasferita qui in via Marsala nella nostra parrocchia”. Poi Capoluongo ha letto due sue poesie intitolate Nostalgia e Terra di Pola, dedicate alla suocera esule da Rovigno. Si ricorda che egli è autore della raccolta Spiffferi di Versi, fresca di stampa per L’Orto della Cultura editore in fase di presentazione al pubblico in questi giorni.
In seguito il numeroso pubblico intervenuto, oltre 40 persone, ha ascoltato brani musicali di Tita Marzuttini e Amedeo Amadei, eseguiti con intensità dal Quartetto Ad Libitum. L’ultimo relatore dell’evento è stato il professor Elio Varutti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine sul tema Cramari carnici in Istria e a Fiume nel Settecento. “Dalle ricerche dell’etnologo Roberto Starec del 1996 – ha detto Varutti – si sa che tra l’Istria e la Carnia nel passato c’era un gran numero di mercanti, detti cramar, dal tedesco medio alto ‘krâme’, che significa ‘cassetta di legno’, utilizzata per portare le merci a spalla, detta in friulano pure ‘crama, o crassigna’; erano mercadanti di lana, tele e tessuti, oppure erano tessitori, sarti, fabbri, scalpellini e magnani”. Così si è saputo che i Karlavaris di Castua, vicino a Fiume, sono originari della montagna friulana, i Rodella di Ovaro stanno a Torre, Giobatta Candriella di Cludinico si trova a Visignano, mentre a Parenzo ci sono cognomi come i Destalis, Misdaris e Cattarinuzzi nel 1764. Poi c’erano i Zanus sarti a Buje nel 1623 o i sarti Missio a Albona nel 1748. Lorenzo De Caneva fa il tesèr a Dignano d’Istria e prende a garzone Giovanni di Dragogna di Altura, presso Pola. Si trova così una serie di contatti per comunicare, commerciare, vendere e fare affari, sviluppando l’economia e la ricchezza di molti individui, mentre con la violenza e la guerra si producono danni e morti.
È stata poi presentata la mostra d’arte nell’ampia sala parrocchiale, con il saluto di ogni artista presente all’esposizione, aperta per due giorni. Due su tre artisti della piccola rassegna sono soci ANVGD di Udine. “Io sono di Fiume – ha detto Aldo Suraci – e porto qui le mie ceramiche ittiche”. Sandra Tesolin ha parlato delle sue pitture a olio su tela, come quella della Dama bianca, riguardo al castello di Duino. Alessandra Candriella, con omonimie istriane, ha parlato della sua partecipazione alla Biennale di Vittorio Sgarbi, conseguendo varie attestazioni sulla sua pittura astratta, mentre in via Montebello è presente con alcune opere figurative, come i Casoni della laguna. All’originale rassegna artistica erano presenti alcune produzioni d’abiti dell’Atelier Axia Fashion di Martignacco, perciò al termine dell’incontro, c’è stato un breve saluto di Giulio Merluzzi, assessore alle Attività economiche e politiche energetiche del Comune di Martignacco (UD).
La splendida serata non poteva chiudersi meglio con l’ennesimo bis richiesto all’applaudito Quartetto a plettro “Ad Libitum”, che ha riproposto La vita è bella, quale segno di ripresa. Fondato nel giugno 2006, sotto forma di “quartetto romantico”, l’insieme è composto da: Franca Valtingojer, mandolino I, Christine Teulon, mandolino II, Roberto Verona, mandola e Elisabetta Biondi, chitarra. Nelle loro tournee il Quartetto a plettro si è esibito a Pirano (Slovenia) e Fiume (Croazia), oltre che in varie località italiane.
Poi, mentre Rosalba Meneghini leggeva in dialetto istriano alcuni versi di vari autori, c’è stato l’assaggio delle amlet istriane, o omlet, o palacinke, con l’ausilio dei volontari della parrocchia, che hanno servito con vassoi il pubblico seduto ai propri posti, per evitare assembramenti, oltre a un brindisi singolare dedicato al mare che unisce.
Nel cortile dell’Oratorio, tra gli altri, si sono visti Francesca Rodighiero, dell’Accademia Città di Udine, l’artista Patrizia Ruggeri, autrice di alcuni affascinanti scorci ad acquerello su Duino e vari parrocchiani. C’erano poi vari soci ANVGD, come il mezzosoprano Mirna Pecile, Daria Gorlato, esule da Dignano d’Istria, Eda Flego, esule da Pinguente, Barbara Rossi, di Sebenico, delegata Amministrativa dell’ANVGD di Udine e Marco Rensi, il cui nonno, Aldo Rensi, fu infoibato dai titini il 15 maggio 1944 a Pedena.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettore: Bruno Bonetti. Copertina: Rosalba Meneghini, tra don Maurizio Michelutti, in maglia blu, Bruno Bonetti, accanto a Bruna Zuccolin e Giuseppe Capoluongo. Fotografie di Elio Varutti, da collezioni private citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.