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Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Udine | Elegie istriane di Biagio Marin a Udine, con Svettini, Marin e il chitarrista Cicogna
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Elegie istriane di Biagio Marin a Udine, con Svettini, Marin e il chitarrista Cicogna

Feb 18 2024

Elegie istriane di Biagio Marin a Udine, con Svettini, Marin e il chitarrista Cicogna

Nell’ambito degli appuntamenti per commemorare il Giorno del Ricordo, a cura del Comune di Udine, con la collaborazione del Comitato Provinciale dell’ANVGD, si è tenuta una “Narrazione delle Elegie istriane”, dall’opera di Biagio Marin (Grado 1891-Trieste 1985). L’evento si è svolto a Udine il 17 febbraio 2024 alle ore 11 a Palazzo D’Aronco nel Salone del Popolo, con fini letture di Tullio Svettini e di Giorgio Marin. Ha salutato il pubblico Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, dando la parola a Bruno Bonetti, vice presidente del medesimo sodalizio. 

Bruno Bonetti ha presentato i protagonisti dello spettacolo, come il chitarrista Luciano Cicogna, cultore di musica popolare e delle Bitinade di Rovigno. L’antico significato di questo canto deriva da una serenata fatta da strumenti musicali che accompagnavano una voce solista. Sono poi stati introdotti gli attori Giorgio Marin e Tullio Svettini. Quest’ultimo, nato a Rovigno nel 1941, è stato esule, passò per il campo profughi udinese di via Pradamano, poi dirigente ANVGD, drammaturgo e attore, fondatore dell’associazione Grado Teatro, amico di Luigi e Andreina Ciceri e soprattutto di Lelo Cjanton (Aurelio Cantoni), che lo avvicinò alla Società Filologica Friulana.

Poi è iniziata la narrazione, molto coinvolgente per la bravura degli attori e del musicista, che ha voluto concludere il matinée con la canzone di Sergio Endrigo intitolata “1947” col celebre verso “Come vorrei essere un albero che sa. Dove nasce e dove morirà”, dedicata all’esodo degli italiani di Pola. È stato un momento di cultura assai commovente terminato col battimani continuo dei presenti. La rappresentazione è stata replicata sui palchi di Roma, del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria, nella convinzione, come è stato declamato, che “la poesia non sia un bene abbandonato”. Tra le località istriane menzionate nello spettacolo si evidenziano: Pirano, Rovigno, Umago, Cittanova, Parenzo, Orsera, Lussinpiccolo, Pola e Pisino.

Bonetti ha ricordato, inoltre, come Biagio Marin fosse profondamente legato all’Istria, avendo conseguito la maturità nelle Scuole reali superiori di Pisino, nel 1911. Il padre, sacrista della basilica di S. Eufemia, era proprietario di un trabaccolo, con il quale navigando intratteneva rapporti commerciali con la vicina costa istriana, che così Marin ebbe modo di conoscere bene da ragazzo. Per questo egli condivise con le genti istriane, pur non essendone stato protagonista e vittima, il dramma dell’esodo.

Per altro la figura di Santa Eufemia nelle Venezie è presente nelle chiese di Rovigno e di Grado, oltre che in quella di Segnacco di Tarcento, dove si trova il famedio dei friulani illustri ed è sepolto, tra gli altri, proprio Lelo Cjanton.

Bonetti ha poi spiegato come, prima della costruzione del ponte, Grado guardasse più all’Istria che al Friuli: Pirano e Grado erano considerate le due rive gemelle del Golfo di Trieste. Lo testimoniano le numerose famiglie storiche di Grado di origine istriana: per citarne solo alcuni, gli Apollonio da Pirano, i Bertoli da Rovigno, i Felluga da Isola, i Grego / Gregoretti da Capodistria; mentre dai Benvegnù di Grado discendono i Benvenuti di Isola, tra cui il noto pugile Nino.

Bonetti, infine, ha ricordato di essere lui stesso, oltre che dalmata per parte di padre, gradese da parte di madre, una Scaramuzza, famiglia attestata nell’isola d’oro dall’inizio del Cinquecento.

Evidenziando che Svettini ha a suo tempo messo in scena un giovane Ippolito Nievo turista ante litteram sull’isola del sole, Bonetti ha ricordato come lo stesso Nievo in gioventù fosse stato multato dal proprio quadrisavolo, il podestà di Grado Giacomo Scaramuzza, perché, contro il regolamento, questi era andato a passeggiare lungo la spiaggia dove erano i «casotti delle donne». Una signora che si cambiava, sorpresa dallo scrittore, denunziò l’offensore della sua pudicizia. Fu così che Nievo scrisse versi a perenne memoria de “Il talento nemico / del podestà pudico”.

Per altro va ricordato che gli stessi Scaramuzza potrebbero avere origini dalmate, poiché un certo Scaramuzza, Antonio, nativo di Cherso ma attivo come bottaio a Zara, a inizio Cinquecento agiva da pirata nelle acque di Lussino, venendo per questo mandato in esilio proprio a Grado. All’affascinante spettacolo erano presenti, oltre al consigliere comunale Lorenzo Patti, molti soci dell’ANVGD di Udine, come Barbara Rossi, di Sebenico, Giorgio Gorlato, di Dignano d’Istria, Vittorio Covella, di Fiume, oltre ai componenti del Comitato Esecutivo dell’ANVGD provinciale Rosalba Meneghini, Elisabetta Marioni e Elio Varutti.

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Testi di Bruno Bonetti e Elio Varutti. Networking a cura di E. Varutti e Sebastiano Pio Zucchiatti. Lettori: Bruna Zuccolin. Bruno Bonetti e il professor Enrico Modotti. Copertina: Il saluto di Bruna Zuccolin all’evento Elegie istriane. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Fotografie di Elio Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia n. 29 a Udine – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/

Udine, Salone del Popolo del Municipio, 17.2.2024 – A margine delle “Elegie istriane” Bruna Zuccolin ha donato il fazzoletto dell’Istria a Vittorio Covella, esule di Fiume, con parenti a Sissano. Qui con sua moglie Daniela Bradaschia (sinistra) e Elio Varutti, consigliere ANVGD. Foto Bonetti
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