70 anni del Villaggio giuliano di S. Giorgio di Nogaro (UD), ristampa del volume
“La verità è più forte di ogni negazionismo”. È con queste parole che Roberto Mattiussi, sindaco di San Giorgio di Nogaro (UD) è intervenuto alla presentazione della ristampa del volume sul Villaggio giuliano di San Giorgio di Nogaro, già esaurita. “Oggi parliamo di collaborazione tra paesi di un Europa solidale – ha aggiunto il sindaco – con il senso di pace e di serenità che ha pervaso la vita delle famiglie assegnatarie del nostro Villaggio giuliano, che rimane un solido testimone di un intero popolo che con le sue tradizioni e cari affetti fu cacciato dalla propria terra, ma nello stesso tempo qui ha trovato la riconciliazione e l’integrazione sociale”. Al termine del suo seguito discorso il sindaco ha voluto citare le parole di Sergio Endrigo, quando cantava “Come vorrei essere un albero che sa, dove nasce e dove morirà”. Con mascherine anti-Covid19, gel igienizzante all’ingresso, finestre aperte e distanziamento sociale la mattinata del 2 agosto 2020 è scivolata via a Villa Dora, in piazza del Plebiscito, sede della biblioteca, con la partecipazione di oltre 45 persone prenotate. Con l’importante evento l’Amministrazione comunale ha inteso ricordare i 70 anni dall’inaugurazione del Villaggio stesso, avvenuta il 1° agosto 1950. In sala erano presenti Enzo Bertoldi, vicesindaco, Elisa Denittis, assessore comunale alla Cultura ed alcuni consiglieri comunali.
Oltre al Comune di San Giorgio di Nogaro, l’evento è stato organizzato dall’Associazione “Ad Undecimum”, dal Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) di Udine, in collaborazione con il Club per l’UNESCO di Udine e con le Associazioni Stradalta, NESOS, e Alsa. È stato Lodovico Rustico, presidente dell’Associazione “Ad Undecimum” ad aprile i lavori, ricordando i contatti e i collegamenti con l’Istria avviati e rinnovati dall’associazionismo culturale della Bassa friulana e della Civica amministrazione di San Giorgio di Nogaro.
Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine è intervenuta portando i saluti del Comitato esecutivo del suo sodalizio ai presenti. “È importante ricordare – ha detto la Zuccolin – perché così i giovani vengono a sapere di fatti tragici che non dovrebbero ripetersi”. Poi ha sottolineato l’importanza dell’evento organizzato, oltre che dalla Civica amministrazione anche grazie alla collaborazione di varie entità del territorio. In seguito ha avuto la parola Dino Colinassi, uno dei bambini del Villaggio giuliano per ricordare il periodo felice e senza rivalse vissuto in quei 32 appartamenti per esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia. “Non ci siamo mai sentiti in un ghetto – ha spiegato Colinassi – perché siamo stati bene accolti e integrati, caso mai ho un rimpianto sul fatto che il mio cognome è stato cambiato nel 1936, ero un Culinaz e penso che non sia giusto che uno stato cambi l’identità delle persone”. Ha parlato un altro esule, tra il silenzio degli astanti. Giorgio Grisan ha letto il suo toccante messaggio alla ristampa del volume, proposto poco sotto integralmente.
Poi il dott. Rustico ha dato la parola al professor Elio Varutti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine. “Qui il Villaggio giuliano è composto da 8 semplici costruzioni – ha detto Varutti – che possono alloggiare quattro famiglie ciascuna, per un totale di 32 assegnatari. Altri 12 nuclei familiari subentrano in seguito rispetto ai primi assegnatari. Si sistemano qui oltre 140 persone, tra cui tanti giovani e bambini a frotte. Il volume è miscellaneo; è stato scritto nel 2011 da otto autori a seguito di una indovinata riunione dei ragazzi di quei tempi. Nessuno di loro è uno scrittore. C’è uno storico, il professor Gianni Bellinetti, che è l’unico non-esule. Negli scritti non c’è rancore, né odio per quanto è stato patito sotto il terrore jugoslavo. Lo spirito generale dei contenuti è in un clima di pace in dimensione europea”.
Al termine del seguito incontro ha chiesto la parola Bruno Peloi, nato a Fiume nel 1942. “Mio papà lavorava a Fiume dagli anni Trenta, essendosi trasferito da Aiello del Friuli – ha detto – e dopo il 1943 siamo ritornati in Friuli in veste di esuli e sono stato apostrofato come ‘sclâf’, che in friulano significa ‘slavo’, ma la mia famiglia è italiana da generazioni”. Un altro signora ha chiesto di intervenire, dicendo poche parole. “Io sono Paolo Grisan, il primo nato qui nel nostro Villaggio giuliano, sono fratello di Giorgio che ha parlato prima”. Tra gli ultimi interventi, Renata Capria D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine, ha ringraziato gli organizzatori della “bella mattinata culturale basata sulla pace e sui diritti”.
In sala si sono notate, tra le altre, persone di Udine, di Carlino e di Gonars. Era presente il signor Claudio Taverna, del Comitato direttivo dell’ANVGD di Trento, oltre a Daniela Baldo, operatrice culturale amica dei soci dell’ANVGD di Ferrara.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di E. Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.