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Tavagnacco, Giorno del Ricordo nato dal basso con Bruno Pecchiari, esule da Pola

Nov 22 2020

Tavagnacco, Giorno del Ricordo nato dal basso con Bruno Pecchiari, esule da Pola

Ornella Comuzzo, assessore alla Cultura del Comune di Tavagnacco, ha spiegato che “il Giorno del Ricordo qui è nato su proposta di un esule da Pola, poi abbiamo coinvolto il Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) stasera rappresentato dal professor Elio Varutti, vice presidente e da Annalisa Vucusa, oriunda zaratina”.

Elio Varutti apre l’incontro. Fotografia di Giorgio Gorlato

Così il 19 febbraio 2019, alle ore 18, nella stracolma sala conferenze della Biblioteca comunale, in Via Giuseppe Mazzini 9 a Feletto Umberto, frazione di Tavagnacco, nell’hinterland udinese, ha avuto inizio “un intreccio di narrativa, poesie a musica – ha precisato la Comuzzo – per raccontare in modo suggestivo ed inedito il dramma e l’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati”. L’assessore alla Cultura ha poi portato il saluto dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianluca Maiarelli.

A Varutti è toccato il compito di portare il saluto ufficiale di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, ricordando i 350 mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia e mostrando i vessilli di quelle terre al tavolo dei relatori. “A Udine sono passati in cento mila dal Centro smistamento profughi di Via Pradamano – ha continuato Varutti – per essere sventagliati in circa 140 Centri raccolta profughi sparsi in Italia, secondo le stime di Guido Rumici”.

Poi il vice presidente dell’ANVGD di Udine ha spiegato i vari livelli d’intervento richiesti in grande quantità per il Giorno del Ricordo da più parti. “Dai professori e dirigenti scolastici delle scuole superiori di primo grado riceviamo richieste di interventi didattici divulgativi, come da Codroipo, Paderno e Gemona – ha detto Varutti – mentre al quinto anno delle scuole superiori portiamo documentari, diapositive e testimoni sui tragici fatti delle foibe, come all’Istituto Stringher, dove la collaborazione con l’ANVGD di Udine risale al 1996. C’è un secondo livello di interventi che è quello di riflessione sui fatti dell’esodo, delle foibe e sul film Red Land-Rosso Istria, di Massimiliano Hernando Bruno, oppure su Magazzino 18, spettacolo di Simone Cristicchi. Il terzo modo di commemorare è di tipo artistico, con spettacoli teatrali, musica e reading poetici. Infine il quarto tipo di intervento richiesto alla nostra associazione è di genere ludico-culinario, come la partecipazione a una crostolada fiumana, o a pranzi su menu istriani, fiumani e dalmati con scherzi, passatempi di società e quattro ciacole in compagnia”.

Ha poi parlato Bruno Pecchiari, esule da Pola e conosciuto dal pubblico friulano per alcune sue composizioni di versi. Pecchiari ha raccontato la storia dell’Istria e della Dalmazia, dai tempi dei Romani, al placito di Risano dell’anno 804, dei nobili istriani con i Missi dominici di Carlo Magno fino all’atto di dedizione, del 1797, da parte del capitano delle guardie Giuseppe Viscovich, di Perasto, nelle Bocche del Cattaro, oggi Montenegro, per concludere con i fatti bellici del Novecento. Poi l’esule da Pola ha ricordato l’esodo con la madre, all’inizio degli anni ’50, passando per i centri raccolta profughi di Trieste e Udine, per approdare a quello di Barletta, in provincia di Bari, in una vecchia caserma riattata alla buona, lasciando le spesse grate di ferro alle finestre. Stanzoni maleodoranti con letti a castello, per divisori alcune vecchie coperta con marchio della Regia Aeronautica Militare: ecco la realtà del campo profughi. L’aquila bianca con ali aperte era i solo gioco per i bambini istriani. Tali testimonianze sono state raccolte in un piccolo volume, che contiene i ricordi di altri profughi istriani, come Anna Maria Giovanutti, di Abbazia e Attilio Menin, di Pola, con una breve Introduzione di Francesca Paparella, oriunda zaratina.

È stata Annalisa Vucusa a leggere con trasporto alcuni componimenti in versi dello stesso Pecchiari, durante la sua relazione. In particolare sono state declamate quattro poesie: Vae Victis, Foiba, Omaggio ai profughi istriani, giuliani e dalmati e Leggenda istriana. Sono stati ascoltati, infine, i seguenti brani musicali: Magazzino 18, di Simone Cristicchi, 1947, di Sergio Endrigo e il coro del Nabucco, di Giuseppe Verdi.

Ornella Comuzzo e Bruno Pecchiari

Annalisa Vucusa, in conclusione, ha letto alcuni sue poesie, tra le quali quella intitolata Nonno Bepi, che è stata segnalata in un recente concorso nella sede dell’Associazione delle Comunità Istriane a Trieste, lo scorso 5 febbraio, col titolo di  Poesia del Ricordo 2019, dedicata a Zara e alla costa dalmata.

Erano presenti tra il folto pubblico di Feletto Umberto, tra gli altri, l’ingegnere Sergio Satti, esule da Pola, Giorgio e Daria Gorlato, esuli da Dignano d’Istria, Mario Pezzetta, consigliere comunale; all’inizio dell’incontro ha presenziato anche Donato Toffoli, referente della Biblioteca di Tavagnacco.

Riferimenti bibliografici

Federica Borsi, Anna Maria Giovanutti, Bruno Pecchiari, Attilio Menin, Testimonianze sull’esodo istriano. Italiani o Croati? Istriani!, con un’introduzione di Francesca Paparella, Pavia, Medea, 2018 pp. 64, euro 20.

ISBN  978-88-66931-32-4

Annalisa Vucusa in prima fila, maglia rossa

Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di Giorgio Gorlato, Ornella Comuzzo, E. Varutti e dell’Archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.

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