
Tavagnacco, Giorno del Ricordo nato dal basso con Bruno Pecchiari, esule da Pola
Ornella Comuzzo, assessore alla Cultura del Comune di Tavagnacco, ha spiegato che “il Giorno del Ricordo qui è nato su proposta di un esule da Pola, poi abbiamo coinvolto il Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) stasera rappresentato dal professor Elio Varutti, vice presidente e da Annalisa Vucusa, oriunda zaratina”.

Così il 19 febbraio 2019, alle ore 18, nella stracolma sala conferenze della Biblioteca comunale, in Via Giuseppe Mazzini 9 a Feletto Umberto, frazione di Tavagnacco, nell’hinterland udinese, ha avuto inizio “un intreccio di narrativa, poesie a musica – ha precisato la Comuzzo – per raccontare in modo suggestivo ed inedito il dramma e l’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati”. L’assessore alla Cultura ha poi portato il saluto dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianluca Maiarelli.
A Varutti è toccato il compito di portare il saluto ufficiale di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, ricordando i 350 mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia e mostrando i vessilli di quelle terre al tavolo dei relatori. “A Udine sono passati in cento mila dal Centro smistamento profughi di Via Pradamano – ha continuato Varutti – per essere sventagliati in circa 140 Centri raccolta profughi sparsi in Italia, secondo le stime di Guido Rumici”.
Poi il vice presidente dell’ANVGD di Udine ha spiegato i vari livelli d’intervento richiesti in grande quantità per il Giorno del Ricordo da più parti. “Dai professori e dirigenti scolastici delle scuole superiori di primo grado riceviamo richieste di interventi didattici divulgativi, come da Codroipo, Paderno e Gemona – ha detto Varutti – mentre al quinto anno delle scuole superiori portiamo documentari, diapositive e testimoni sui tragici fatti delle foibe, come all’Istituto Stringher, dove la collaborazione con l’ANVGD di Udine risale al 1996. C’è un secondo livello di interventi che è quello di riflessione sui fatti dell’esodo, delle foibe e sul film Red Land-Rosso Istria, di Massimiliano Hernando Bruno, oppure su Magazzino 18, spettacolo di Simone Cristicchi. Il terzo modo di commemorare è di tipo artistico, con spettacoli teatrali, musica e reading poetici. Infine il quarto tipo di intervento richiesto alla nostra associazione è di genere ludico-culinario, come la partecipazione a una crostolada fiumana, o a pranzi su menu istriani, fiumani e dalmati con scherzi, passatempi di società e quattro ciacole in compagnia”.

Ha poi parlato Bruno Pecchiari, esule da Pola e conosciuto dal pubblico friulano per alcune sue composizioni di versi. Pecchiari ha raccontato la storia dell’Istria e della Dalmazia, dai tempi dei Romani, al placito di Risano dell’anno 804, dei nobili istriani con i Missi dominici di Carlo Magno fino all’atto di dedizione, del 1797, da parte del capitano delle guardie Giuseppe Viscovich, di Perasto, nelle Bocche del Cattaro, oggi Montenegro, per concludere con i fatti bellici del Novecento. Poi l’esule da Pola ha ricordato l’esodo con la madre, all’inizio degli anni ’50, passando per i centri raccolta profughi di Trieste e Udine, per approdare a quello di Barletta, in provincia di Bari, in una vecchia caserma riattata alla buona, lasciando le spesse grate di ferro alle finestre. Stanzoni maleodoranti con letti a castello, per divisori alcune vecchie coperta con marchio della Regia Aeronautica Militare: ecco la realtà del campo profughi. L’aquila bianca con ali aperte era i solo gioco per i bambini istriani. Tali testimonianze sono state raccolte in un piccolo volume, che contiene i ricordi di altri profughi istriani, come Anna Maria Giovanutti, di Abbazia e Attilio Menin, di Pola, con una breve Introduzione di Francesca Paparella, oriunda zaratina.
È stata Annalisa Vucusa a leggere con trasporto alcuni componimenti in versi dello stesso Pecchiari, durante la sua relazione. In particolare sono state declamate quattro poesie: Vae Victis, Foiba, Omaggio ai profughi istriani, giuliani e dalmati e Leggenda istriana. Sono stati ascoltati, infine, i seguenti brani musicali: Magazzino 18, di Simone Cristicchi, 1947, di Sergio Endrigo e il coro del Nabucco, di Giuseppe Verdi.

Annalisa Vucusa, in conclusione, ha letto alcuni sue poesie, tra le quali quella intitolata Nonno Bepi, che è stata segnalata in un recente concorso nella sede dell’Associazione delle Comunità Istriane a Trieste, lo scorso 5 febbraio, col titolo di Poesia del Ricordo 2019, dedicata a Zara e alla costa dalmata.
Erano presenti tra il folto pubblico di Feletto Umberto, tra gli altri, l’ingegnere Sergio Satti, esule da Pola, Giorgio e Daria Gorlato, esuli da Dignano d’Istria, Mario Pezzetta, consigliere comunale; all’inizio dell’incontro ha presenziato anche Donato Toffoli, referente della Biblioteca di Tavagnacco.
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Riferimenti bibliografici
Federica Borsi, Anna Maria Giovanutti, Bruno Pecchiari, Attilio Menin, Testimonianze sull’esodo istriano. Italiani o Croati? Istriani!, con un’introduzione di Francesca Paparella, Pavia, Medea, 2018 pp. 64, euro 20.
ISBN 978-88-66931-32-4

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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di Giorgio Gorlato, Ornella Comuzzo, E. Varutti e dell’Archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.
