Tarcento, Giorno del Ricordo col libro Senza ritorno, di Ros e Vador
Pienone alla Biblioteca Civica di Tarcento per il Giorno del Ricordo orientato alla presentazione del libro di Nicoletta Ros e Luigino Vador, dal titolo Senza Ritorno. L’esodo Istriano-Fiumano-Dalmata, edizioni Pontegobbo, di Bobbio (PC), 2017.
L’evento, svoltosi il 12 febbraio 2019, alle ore 18.00, è stato patrocinato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Tarcento e organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) Comitato Provinciale di Udine, presieduto da Bruna Zuccolin.
Di cosa parla questo libro? Perdere tutte le cose, schivare la morte violenta, tentare di rinascere più per i propri piccoli, ecco alcuni dei temi trattati con grande umanità dagli autori che non sono esuli, ma amici di istriani, fiumani e dalmati.
Erano presenti gli Autori. Ci sono stati poi i saluti di Mauro Steccati, Sindaco di Tarcento e di Gianni Giugovaz, Sindaco di San Quirino (PN) e esule istriano. È intervenuta anche Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, per portare il saluto dell’associazione, occupata in questi tempi in molti interventi richiesti dagli enti locali, dalle biblioteche, dai circoli culturali e, persino, dalle parrocchie riguardo all’esodo degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia.
Gli autori hanno raccolto con grande serenità e rispetto le testimonianze di 17 famiglie, quasi tutte di origine contadina, fuggite dall’Istria. Hanno dovuto lasciare le proprie case e le terre a causa delle vessazioni subite da esponenti titini negli anni Cinquanta del Novecento. Hanno voluto restare liberi e italiani. Ecco il loro obiettivo. L’accoglienza riservata nel resto dell’Italia non fu sempre delle migliori. Anzi venivano trattati con sospetto. Venivano accusati di essere fascisti, come hanno ricordato vari autori, come Simone Cristicchi. Altri italiani dicevano loro: “Andate via, che siete slavi e ci portate via il lavoro!”
Sicuramente il libro cerca di scagionare gli esuli, se ce ne fosse bisogno, dalla pesante accusa di essere usurpatori di terre altrui. Già perché alle Villotte San Quirino, in provincia di Pordenone, dal 1957 vengono assegnati a 43 di loro dal governo un podere con qualche animale di allevamento. Altri assegnatari sono veneti (10) o friulani (3). C’era un contratto ben preciso dietro a tali assegnazioni, con patto di riscatto trentennale. Erano terre magre che pochi autoctoni volevano coltivare, per la scarsa resa agraria. Oggi sono interessanti vigneti e frutteti. Poi tutti loro, gli istriani, uscivano dalle condizioni inaudite dei Campi profughi, dalle baracche o vecchie caserme riattate sparse per tutta Italia. Molti di essi sono transitati per il Centro di smistamento profughi di Udine, che ne accolse oltre cento mila dal 1945 al 1960, quando chiuse i battenti.
Questo libro è un poema di dolore, per tutte le sue 228 pagine. Sono stati bravi gli autori. È da leggere pagina per pagina, per capire fino dove arrivasse la cattiveria e la violenza di chi imponeva la fuga ai propri conterranei, ai vicini di casa, solo per idee politiche diverse e per portare a termine la pulizia etnica. È un libro di ricordi dolorosi, eppure colmo di pace, senza richiesta di vendette o di ritorsioni. Tra i presenti si sono notati, ad esempio, Giorgio Gorlato, esule da Dignano d’Istria, Sergio Satti, esule da Pola, Renzo Piccoli, esule da Fiume, l’architetto Franco Pischiutti, con parenti di Fiume e Barbara Rossi, da Sebenico e delegata amministrativa dell’ANVGD di Udine.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di Bruno Bonetti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.
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