Il volo del Kairòs, di Bruno Pecchiari, presentato a Tarcento
È un romanzo sull’Istria, Quarnero e la Dalmazia carico di drammaticità. È stato presentato in pubblico il 10 maggio 2019 presso la Biblioteca di Tarcento (UD), con la partecipazione di Beatrice Follador, assessore comunale alla Cultura. Oltre all’autore, Bruno Pecchiari, di Pola, era presente e ha letto alcune intense pagine del romanzo Silvia Fina, consigliere comunale di Tarcento.
Non è frequente nella letteratura dell’esodo giuliano dalmata trovare un testo che copre grosso modo un arco temporale dalla fuga degli italiani di Pola (28.500 su circa 32 mila abitanti) col piroscafo Toscana, nel 1947, fino alle guerre balcaniche del periodo 1991-2001. L’Autore si cimenta in questo tipo di esperienza. È una scelta coraggiosa da cui traspare un profondo senso di umanità, anche se deve riportare la notizia di un cecchino croato ucciso nel 1991 in modo brutale dalle milizie serbe. Tra le pagine del volume si possono rinvenire le vicende delle famiglie spezzate, la questione delle foibe, i campi profughi (incluso quello di Udine), la violenza titina degli anni 1943-1950 ed oltre. Ci mette poi tanta marineria e tanta navigazione da Muggia fino a Spalato, incluse certe battaglie navali alle Bocche del Cattaro, in questo caso, dei primi di ottobre del 1917.
I protagonisti del romanzo, con molte tracce autobiografiche, si ritrovano pure in mezzo agli scontri di Trieste del 5 e 6 novembre 1953, quando le milizie angloamericane del Territorio Libero di Trieste (TLT) sparano sulla gente che manifesta per la riannessione all’Italia, provocando 6 morti e decine di feriti. Allora la folla diventa una belva inferocita. Non avendo altre armi, in una strada “alcuni rivoltosi calano ripetutamente la saracinesca metallica sul corpo inanimato di un giovane in divisa. In una piazzetta vicina, un altro gruppo ancora, dopo aver legato per i piedi ad un furgone, un soldato già morto, ne trascinano il cadavere lungo le vie” (p. 87). L’anno dopo arrivarono i bersaglieri tra baci, abbracci e tricolori sventolanti, al suono delle campane di San Giusto.
Questa parte dei racconti è assai autobiografica, dato che la famiglia dell’Autore, dopo l’esperienza del Campo profughi di Barletta (BA), era ospitata a Servola, dalla triestina Renata, fidanzata con Robert, giovane ufficiale inglese. In quelle convulse giornate fu proprio Robert, giunto a casa ferito e senza divisa, a raccontare i fatti così descritti. Nel 1954 Robert e Renata emigrano a Johannesburg, in Sudafrica. I fatti coincidono con quanto riferiva l’ingegnere Silvio Cattalini, di ritorno da un viaggio in Australia alla fine degli anni ‘90. In quel continente Cattalini incontra un gruppo di triestini, tra i quali diversi istriani, che espongono solo bandiere con l’alabarda. Nessuna italiana. Cattalini, stupito, chiede come mai fosse assente il tricolore. La risposta fu che, nel 1954, dovettero emigrare perché, essendo inquadrati nella Military Police angloamericana, rischiavano “di prenderle o di essere fatti fuori proprio dagli italiani”. Allora niente tricolore nelle loro sedi di corregionali all’estero.
A Tarcento, in rappresentanza del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), erano presenti il professor Elio Varutti, vicepresidente, l’ingegnere Sergio Satti, decano dell’ANVGD e il segretario Bruno Bonetti. Essendo di Pola come l’autore, Satti ha riferito la sua esperienza di esule a Bolzano, in un Centro Raccolta Profughi con migliaia di persone. Varutti ha portato il saluto ufficiale di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine ed ha chiesto all’autore cosa ricordi del Centro smistamento profughi di Udine, da dove transitarono oltre 100 mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia. “Io son venuto via nel 1951 – ha risposto Pecchiari – ero un bambino ed ho rimosso tutto quel triste viaggio da Pola, Trieste e Udine, ricordo qualcosa del Campo profughi di Barletta, dove fummo destinati, con tanta promiscuità in mezzo alle vecchie coperte grigie della Regia Aeronautica Militare (RAM) a fare da parete tra uno spazio e l’altro della caserma fatiscente dove ci hanno ospitato”. Tra il pubblico era presente una signora serba, che ha vissuto a Fiume e poi è riparata in Friuli, durante le guerre balcaniche iniziate nel 1991.
I greci antichi in Dalmazia
Il Kairòs è una stupefacente opera dello scultore greco Lisippo, ritrovata in Dalmazia, a Traù. Allo stesso tempo Kairòs è anche il nome di un mercantile greco che ispira l’azione di uno dei protagonisti del romanzo di Bruno Pecchiari. La storia, che si svolge nei luoghi e tra le genti del travagliato confine orientale, inizia al termine della Seconda guerra mondiale e si conclude con la guerra in Jugoslavia nel 1991.
Traù fu fondata dai greci. Poi divenne l’antica Tragurium romana. Oggi è Trogir, in Croazia. A Traù nel convento delle suore benedettine, c’era uno straordinario bassorilievo del III secolo a.C. che rappresentava il Kairòs. Vi è raffigurato un giovane nudo, che corre. Il bassorilievo ora si trova al Museo Municipale di Traù. Secondo i greci antichi, Kairòs era il dio del “momento passeggero”, una divinità semi-sconosciuta. È l’opportunità favorevole che mette in crisi l’uomo di fronte al fato. Il momento deve essere afferrato (dal ciuffo di capelli sulla fronte della figura fuggente), altrimenti il momento se ne va e non può essere ri-catturato (ciò è indicato dalla parte posteriore della testa che è calva.) Una statua di bronzo conosciuta in letteratura, fatta dal famoso scultore greco Lisippo da Sikyon, fu probabilmente un modello per il bassorilievo di Traù. Kairòs, tra l’altro, è descritto nei versi del poeta Posidippo, oltre ad essere raffigurato dai grandi rappresentanti della Storia dell’Arte.
Chi è Bruno Pecchiari?
Bruno Pecchiari è nato a Pola il 17 Marzo 1944. È un esule istriano, uno dei tanti che “sradicò le proprie radici e se le trascinò dolorosamente appresso”. La sua carriera lavorativa con la Danieli SpA di Buttrio (UD) lo ha portato spesso all’estero, in Europa, in Asia, nel Nord Africa, nei paesi dell’ex blocco comunista ed in particolare in Unione Sovietica, Jugoslavia e Cuba. Pecchiari, socio dell’ANVGD di Udine, attualmente divide la sua esistenza tra la Francia, a Lourdes dove risiede e Feletto Umberto di Tavagnacco (UD).
Affascinato da quel meraviglioso mondo terracqueo che si estende tra coste, isole e mari, ha da sempre voluto viverlo il più intimamente possibile veleggiando tra le isole dei diversi arcipelaghi greci, lungo le coste della Turchia, della Sardegna, della Corsica e in tutto l‘arco dei Caraibi. È soprattutto all’Istria e alla Dalmazia che ha da sempre dedicato la sua attenzione ed il suo profondo amore. Un amore e una passione che nascono fin dall’infanzia grazie al nonno, marinaio nella Imperiale Marina Asburgica e al padre che, giovanissimo, s’imbarcò su una cannoniera fluviale italiana che pattugliava lo Yang Tse Kiang, il Fiume Azzurro, in Cina negli anni ‘30. In quel tempo l’Italia aveva, come altre potenze mondiali, una concessione territoriale nel Tientsin (1901-1943). Fu marinaio poi per tutto il resto della sua vita.
Sono esperienze che hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo di una personalità complessa, inquieta e rispettosa della condizione umana e della natura. Una personalità che ha segnato profondamente lo stile narrativo caratterizzato da una notevole capacità di dare enfasi e risonanza alle esperienze vissute, modulandole nell’ambito dei grandi eventi sociali e storici del nostro ultimo secolo.
Nascono così molti scritti e ricerche. Dal Diario di Bordo, 1977/2007 – Racconti. La Chiave, 2005 – Raccolta di poesie. La Quarta Stagione ,2007 – Poesie. …come rosa fiorita. Medjugorie, 2011 – Poesie. Dissolvenze, 2012 – Poesie. Sfrigolii, 2015 – Poesie. Assalto alla Viribus Unitis. Notte tra il 31 Ottobre e il 1°novembre 1918 – Ricerca, 2016. E Dio creò le Grandi Balene… – Ricerca, 2017. 1571 – La battaglia di Lepanto. Sebastiano Venier. Il Vecchio Leone – Ricerca, 2017. Avidità ed Egoismo. Dal Vecchio Testamento ai giorni nostri – Ricerca, 2017. Itaca. C’è un Itaca in ognuno di noi? – Ricerca, 2018. Testimonianze sull’Esodo Istriano – Libro. Edizioni Medea, 2018. Il Volo del Kairos – Libro. Edizioni Medea, 2018. L’Oro e la Conchiglia – Libro. Edizioni Medea, 2019.
Il libro qui recensito
Bruno Pecchiari, Il volo del Kairos, Pavia, Medea, 2018, pp. 224, euro 18.
ISBN 978-88-6693-134-8
Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di E. Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.