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Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Udine | CantiAMO GLI ALPINI, rassegna di cori allo Zanon di Udine
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CantiAMO GLI ALPINI, rassegna di cori allo Zanon di Udine

Mag 16 2023

CantiAMO GLI ALPINI, rassegna di cori allo Zanon di Udine

In occasione della 94^ Adunata nazionale degli Alpini a Udine si è tenuto un originale evento coristico e culturale per l’organizzazione dell’associazione “Zanon Amico”, presieduta da Mario Savino. Venerdì 12 maggio 2023, alle ore 17,  all’Auditorium “Zanon” è stato Maurizio Ivancich, dell’Associazione “Zanon Amico” a presentare la serata col titolo: “CantiAMO GLI ALPINI”. Tra gli organizzatori si sono notati pure: Piera Tallone e Sandra Fregonese. Per l’Istituto “Antonio Zanon” erano presenti la professoressa Mirella Roberta Ricci, oltre a Silvio Lambiase, Alberto Moretti e il Dirigente scolastico. Poi Maurizio Ivancich ha chiamato sul palco per un saluto gli organizzatori Mario Savino e il Dirigente scolastico dell’Istituto “Zanon” Pierluigi Fiorentini, entrambi coristi.

Il coro “Zanon Amico” di Udine, diretto dal Maestro Alessandro Tammelleo

Tra gli applausi della bella serata si è esibito il coro “Zanon Amico” di Udine, diretto dal Maestro Alessandro Tammelleo con “Sul ponte di Perati”, “La tradotta”, “La strada ferata”, “Fiabe”,  “Improvviso” e “Zottermarsch”.

Il coro ANA “Lo Chalet” di Arcore (MB), diretto dalla Maestra Silvia Manzoni, ha cantato i seguenti brani: “La Ceseta de Transaqua”, “La bomba imbriaga”, “Il testamento del capitano”, “Al reggimento”, “Monte Pasubio”,  “Daur San Pieri” e  “La trentatré”.

Emozionante è stata l’entrata in sala da piazzale Cavedalis della fanfara alpina di Gemona del Friuli (UD), diretta dal Maestro Marco Bortolazzi, che ha eseguito: “Monte Grappa”, “Medley: Aprite le porte, E le stellette, Vinassa Vinassa”, “Figli di nessuno”, “Son lunghi 15 mesi”, “Stelutis Alpinis”, “Medley: Vecchio scarpone, Sul ponte di Bassano, Va’ l’Alpin”, “Marcia dei coscritti piemontesi”, “Inno degli sciatori”, “Medley: Di quà e di là del Piave, Quel mazzolin di fiori, Sul cappello”.

Il coro ANA “Lo Chalet” di Arcore (MB), diretto dalla Maestra Silvia Manzoni

Hanno partecipato all’evento gli studenti Giada Varutti e Manuel Fierro, della classe 5^ CRM dell’Istituto Tecnico “A. Zanon”. Manuel Fierro ha letto la poesia “Nikolajewka” di Nelson Cenci, mentre Giada Varutti ha proposto la lettura di “Perché i caduti non muoiano”, di don Carlo Gnocchi.

Bruno Bonetti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine, ha trattato il tema degli “Alpini di origine istriano dalmata durante la campagna di Russia”. Bonetti ha esordito ricordando che, dal 1957, ad aprire l’Adunata nazionale sono gli alpini d’Istria, Fiume e Dalmazia con lo striscione: “Pola Fiume Zara: vivi e morti sono qui”. Questo striscione fu preparato da don Luigi Stefani (Zara 1913-Firenze 1981), cappellano degli Alpini al seguito della Brigata Tridentina in Albania.

All’Adunata di Firenze con altri zaratini, istriani e dalmati portò questo striscione davanti a tutti e chiese all’ANA nazionale di sfilare per primi. Fu nel dopoguerra che il gruppo “Alpini Zara” si ricostituì ufficialmente. Il nuovo gagliardetto fu benedetto da don Stefani; madrina fu la mamma dello zaratino caduto in Russia, medaglia di Bronzo al valor militare, sottotenente Mario Paganello, alpino della divisione Cuneense. Poi Bonetti ha ricordato la figura di Letizia Svevo Fonda Savio, che dedicò la  sua esistenza a cercare notizie dei figli dispersi in Russia e ad aiutare le numerose famiglie che, come lei, cercavano informazioni dei propri congiunti. Era la moglie di Antonio Fonda Savio (Trieste 1895-1973). medaglia d’argento nella Grande guerra. Egli, nel 1919, sposò Letizia, figlia dello scrittore Italo Svevo, che gli diede tre figli, Paolo, nato nel 1920, Pietro, nato nel 1921, e Sergio, nato nel 1924. I figli Paolo e Pietro, alpini arruolati nella divisione Julia, caddero in Russia, dove furono fatti prigionieri nel marzo 1943, morendo di stenti qualche mese dopo.

 Il padre Antonio da comandante partigiano guidò l’insurrezione di Trieste del 30 aprile 1945 contro gli occupanti tedeschi. In quella occasione perse la vita anche il terzo figlio, Sergio. Dopo il 1º maggio dello stesso anno, Fonda Savio, stante l’occupazione delle milizie titine, si adoperò a rischio della propria vita, in difesa dell’italianità di Trieste. Antonio Fonda Savio è stato insignito della Medaglia d’oro alla memoria.

Il 26 gennaio è ricorso l’80° anniversario della battaglia di Nikolajewka, combattuta il 26 gennaio 1943, a seguito del crollo della linea sul Don dopo la grande offensiva dell’Armata Rossa. La battaglia di Nikolajewka viene ricordata per l’esempio di coraggio, di spirito di sacrificio e di senso del dovere degli alpini. Mauro Depetroni, Vicepresidente della Sezione di Trieste dell’ANA, ha calcolato in 964 i soldati giuliani, istriani e dalmati caduti o dispersi in Russia, da Pola, Rovigno, Pisino, Capodistria, Cherso, Pinguente, Zara ed alte località. Simbolicamente sono tutti ricordati in un Cippo commemorativo del Parco della Rimembranza di Trieste, la cui posa avvenne nel 1981.

Se quasi mille sono i morti, i militi giuliano dalmati in Russia molti di più. Non erano tutti marinai a Pola! Ma, dopo le sofferenze patite in Russia, altre aspre prove li attendevano in Patria. I più fortunati, cioè quelli tornati a casa, finirono nella migliore delle ipotesi esuli. Dei caduti giuliano dalmati in Russia sono tornate in Italia pochissime salme, la gran parte sono ancora in fosse comuni in Russia. Poche sono le storie note. Tra queste Bonetti ha accennato alla vicenda del tenente istriano Antonio Ugoni, fante della divisione Vicenza, studiata dallo storico Massimiliano Galasso.

Maestro sospettato dal regime fascista di essere politicamente inaffidabile perché refrattario all’insegnamento della dottrina fascista, nonostante le sue ottime doti di insegnante, Ugoni venne allontanato dalla sua Istria e destinato alla scuola elementare di San Giorgio, frazione di San Michele al Tagliamento (VE). Richiamato alle armi nel 1942 e, raggiunta l’Ucraina il 5 ottobre, solo tre settimane dopo la sua vita venne stroncata dal fuoco russo. La vedova, rientrata a Pola dopo la guerra, dovette fare vita riservata, non confidando a nessuno che il marito era stato un ufficiale del Regio Esercito. Sotto la Repubblica Popolare Jugoslava la memoria dei Caduti nell’esercito italiano venne disconosciuta.

Le famiglie di questi ultimi o sono finite esuli (quasi sempre perdendo foto e ricordi dei cari scomparsi) o, se rimaste, non potevano parlare per la paura dei titini. I caduti giuliano dalmati, insomma, privati di un qualsiasi segno o gesto di memoria, attendono ancora oggi una parola di pietà umana che ne riporti in vita almeno il ricordo.

In finale di serata la Fanfara, il coro “Zanon Amico” e il coro ANA “Lo Chalet” hanno eseguito insieme: “Signore delle Cime” e “Inno di Mameli”. Vedi foto di copertina.

Fanfara alpina di Gemona del Friuli (UD), diretta dal Maestro Marco Bortolazzi, in esibizione all’Auditorium Zanon di Udine

Produzione culturale del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Progetto di Bruno Bonetti (ANVGD di Udine). Testi e Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Lettori: Piera Tallone, Bruno Bonetti. Aderiscono il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e l’ANVGD di Arezzo. Fotografie di Giorgio Gorlato. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Altre fotografie dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – I piano, c/o ACLI – 33100 Udine – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

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varutti
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