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Associazione Zanon Amico di Udine, testimonianze nel Giorno del Ricordo con l’ANVGD

Mar 03 2023

Associazione Zanon Amico di Udine, testimonianze nel Giorno del Ricordo con l’ANVGD

È stato il ragionier Mario Savino, presidente dell’Associazione “Zanon Amico” di Udine ad aprire un incontro per il Giorno del Ricordo nell’aula magna dell’Istituto Tecnico “Antonio Zanon”. Savino ha accennato alla solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno dal 2004, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, presentando i relatori della serata, tutti componenti del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine.

Ha poi avuto la parola la professoressa Mirella Roberta Ricci, collaboratrice di Pierluigi Fiorentini, Dirigente scolastico dell’Istituto Zanon, istituito nel 1866, anno dell’annessione del Friuli al Regno d’Italia. “La nostra scuola, grazie alla collaborazione di Bruna Zuccolin, presidente del Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) – ha detto la prof.ssa Ricci – ha organizzato di recente un’assemblea per gli studenti sul tema del Giorno del Ricordo e oggi c’è il racconto di questi testimoni e studiosi di grande importanza”.

Il saluto della professoressa Mirella Roberta Ricci, collaboratrice di Pierluigi Fiorentini, Dirigente scolastico dell’Istituto Zanon. Aula magna.

L’evento per i soci di Zanon Amico si è tenuto alle ore 17 di lunedì 27 febbraio 2023 alla presenza di oltre venti persone. L’introduzione storica è stata svolta dallo scrittore Mauro Tonino, che ha portato i saluti di Bruna Zuccolin, assente per malattia. Lo scrittore ha voluto partire da lontano, dall’Antica Roma, per spiegare la presenza italica sulla costa orientale del Mare Adriatico. Si pensi all’Arena di Pola, all’Arco di Fiume e al Palazzo di Diocleziano a Spalato. Dopo i Longobardi e il Patriarcato di Aquileia in Istria e in Dalmazia è giunto il dominio della Serenissima repubblica di Venezia per svariati secoli. Dopo una breve parentesi francese, un secolo stanno sotto gli Asburgo, il Regno d’Italia nel secolo breve poi, dopo la seconda guerra mondiale, c’è l’annessione alla Jugoslavia e alla fine del Novecento, le repubbliche balcaniche di Slovenia, Croazia e Montenegro.

Tonino ha parlato dell’uccisione da parte titina nella foiba di Vines di Nazario Cattunar, il 5 maggio 1945, su cui lo scrittore ha pubblicato un romanzo storico intitolato Rossa terra, nel 2013. Ha ricordato il viaggio in Istria coi discendenti dell’infoibato per trovare il luogo dell’uccisione. La famiglia era proveniente da Villanova di Verteneglio. Trovato il proprietario del terreno su cui c’è la foiba, hanno chiesto di essere accompagnati sul posto. Così è stato. Ancora il proprietario del terreno raccontava di aver visto i camion con i trasportati al martirio. E pochi giorni dopo dalla foiba uscivano ancora i lamenti delle vittime gettati nella voragine carsica ancor vivi.

Poi Tonino ha aggiunto: “La sera del 3 maggio 1945, a guerra finita, i partigiani jugoslavi si presentano nella piazza di Dignano, arrestano il notaio Giovanni Gorlato e lo portano via con la violenza, insieme con altri italiani. Li caricano sui camion e di loro si persero le tracce. Eppure, Gorlato non era proprio quello che si dice un fascista”. Tonino infatti legge la “Dichiarazione dell’Associazione Partigiani Italiani – Comitato provinciale – Pola, del 16 dicembre 1946”, firmata dal segretario provinciale Leonardo Benussi, nella quale si documenta che il “dott. Giovanni Gorlato fu Giorgio […] già notaio a Dignano d’Istria e ivi arrestato il 3 maggio 1945 dai partigiani slavi e da allora considerato disperso, ha collaborato attivamente col Movimento Clandestino di Dignano e precisamente dal novembre 1943 a tutto aprile 1945, fornendo, alle stesse, denaro, viveri e indumenti, e, soprattutto, procurando documenti per coloro che avevano bisogno di essi per mascherarsi e non rivelarsi. Questa Associazione è in possesso di documentazioni e testimonianze attestanti dette attività”. Gorlato aveva dunque aiutato le formazioni partigiane, all’epoca non aveva incarichi politici, non era un militare, non aveva partecipato direttamente agli eventi bellici. Allora, per quale motivo fu prelevato ed eliminato? Per pulizia etnica?

Udine, 27 febbraio 2023 – Mario Savino, presidente di Zanon Amico, apre l’incontro per il Giorno del Ricordo.

In seguito è intervenuta Bruna Rauni Travaglia, nata ad Albona nel 1943, per raccontare la sua tragedia familiare. “Avevo 13 anni e ero esule a Nervi (GE), in Liguria. Sapete che nella foiba di Vines i titini hanno gettato la gente di Albona – ha esordito così la signora Travaglia – come mio nonno, Marco Gobbo, della classe 1882, nato a Brovigne di Albona, poi hanno ammazzato così pure  mia zia Albina Gobbo, di 31 anni, detta Zora e pure il cugino di mio nonno, di 25 anni circa, i parenti del quale sono esuli a New York e il papà di mio marito, eh sì, i titini li hanno portati via il 18 maggio 1944 per gettarli nella foiba, pensate che mia nonna Lucia Viscovi, che abitava a Brovigne non ha voluto venire via perché diceva: ‘Se i torna no i trova nissun”.

“Qualcuno dei prelevati – ha continuato la testimone – era riuscito a sopravvivere, nascondendosi in un momento di confusione, così raccontò che prima hanno ucciso mia zia e una sua amica buttandole in una foiba piccola, mentre gli uomini li hanno tenuti prigionieri, perché così portavano munizioni e robe pesanti, poi li hanno fatti fuori anche loro. Il capo partigiano che portava verso la foiba i prigionieri gridò: ‘Manca la Zora, dove xe la Zora?’. Il gruppo tornò in paese a cercare la Zora. Trovata, fu torturata e gettata nella foiba pure lei”.

Si aggiunge solo che il nome di Albina Gobbo “Zora”, di Brovigne di Albona, non compare nell’elenco di oltre 400 donne uccise dagli slavi e gettate nelle foibe, nei pozzi minerari, nelle cave o nelle fosse comuni, pubblicato nel 2014 da Giuseppina Mellace. La stessa autrice riporta che nel periodo 1943-1945 “ben 10.137 persone [sono] mancanti in seguito a deportazioni, eccidi ed infoibamenti per mano jugoslava” (pag. 236).

Ha parlato pure l’ingegnere Sergio Satti, esule da Pola e decano dell’ANVGD di Udine. “A Barbana d’Istria, mio zio Ugo Cleva aveva sposato una donna croata – ha detto Satti – dopo l’8 settembre 1943, i titini l’hanno preso prigioniero con altri venti italiani e caricato su un camion fino a Pisino, è tornato solo lui perché un commissario politico disse che, anche se era italiano, ‘me ga sempre parlà in croato’. Tutti quegli altri, mi penso, che i li ga copai in foiba”. Tutta la famiglia Satti va esule a Laives (BZ) “con due valige – ha spiegato l’ingegnere – in una caserma dove stavano oltre 3 mila profughi, è un sito nemmeno menzionato nella letteratura dell’esodo giuliano dalmata, andavo a scuola e mi dicevano: ‘fascista’. Mi consola molto mia nipote Francesca Marin, allieva del Liceo ‘G. Marinelli’ di Udine, che nel 2022 ha ricevuto una Menzione di merito nella Sezione Giovani al concorso ‘Terra dei Padri’ col brano intitolato: ‘Mio nonno un profugo istriano”.

L’allieva Francesca Marin, segnala al Premio Terra dei Padri 2022, si era già fatta notare per un altro suo eccezionale elaborato dedicato all’ingegnere Sergio Satti, il suo amato nonno di Pola. Intitolato Gli Esuli, è la sua Tesina di diploma presentata alla commissione d’esame nell’anno scolastico 2020-2021, presso la Scuola Secondaria di I Grado dell’Educandato “Uccellis”, di Udine. La citata tesina è disponibile nel web, grazie alla rielaborazione a cura del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine, coordinato dal professor Elio Varutti.

In seguito ha parlato la maestra Rosalba Meneghini, delegato organizzativo dell’ANVGD di Udine. “I miei nonni, esuli di Rovigno dal 1947, verso il 1959, hanno vissuto nella cripta del Tempio Ossario di Udine – ha detto la Meneghini – perché i Centri raccolta profughi erano pieni e non c’era più posto nemmeno nei collegi delle monache. Mia mamma, Maria Millia, per paura non voleva parlare dell’esodo, così io ho saputo dell’esistenza del Centro smistamento profughi di via Pradamano, da dove passarono oltre 100 mila rifugiati, solo da una pubblicazione dell’ANVGD locale, quando era guidata dall’ingegnere Silvio Cattalini, esule di Zara”. Soprattutto dopo il 18 agosto 1946, quando ci fu l’attentato titino di Vergarolla, a Pola, l’esodo dalla città istriana fu massiccio, su 32 mila abitanti, vengono via 28 mila e 500 italiani. “Mia madre diceva: – ha concluso la Meneghini – ‘Voi no podè capir perché mi a Pola gò passà i 40 giorni dei titini”.

Prima delle domande del pubblico Giuseppe Capoluongo, poeta dell’ANVGD di Udine, ha letto due sue composizioni, dedicate alla suocera istriana, intitolate “Da Rovigno con la Singer” e “Va’ pensiero”.

Riferimenti bibliografici

Stefania Conte, La stanza di Piera, Socchieve (UD), Morganti editori, 2020.

– Giuseppina Mellace, Una grande tragedia dimenticata. La vera storia delle foibe, Roma, Newton Compton, 2014.

– Ministero dell’Istruzione e del Merito, Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica: laboratorio di contemporaneità per affrontare le complesse vicende del Confine Orientale, Roma, on line dal 2022.

– Flaminio Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Edizioni Difesa Adriatica, Roma, 1990.

– Glenda Venturini, Nel Giorno del Ricordo il racconto di Anna Maria Manzoni, arrivata al Campo profughi di Laterina a 8 anni, on line dal 9 febbraio 2020 su  valdarnopost.it

– Elio Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Firenze, Aska, 2021.

Note varie – Testi di Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Lettori: Mario Savino, Piera Tallone, Bruna Zuccolin e Bruno Bonetti. Aderiscono il Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e l’ANVGD di Arezzo.

Ricerche e Networking di Girolamo Jacobson e Elio Varutti. Copertina: Mauro Tonino, Bruna Rauni, Mario Savino, Rosalba Meneghini e Sergio Satti all’Istituto Zanon di Udine per il Giorno del Ricordo. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Fotografie di Elio Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

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