Search:
Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato Udine | Udine, Fabio Lo Bono presenta Il Campo Profughi giuliani di Termini Imerese, Palermo
20552
post-template-default,single,single-post,postid-20552,single-format-standard,edgt-core-1.0.1,ajax_fade,page_not_loaded,,hudson-ver-2.2, vertical_menu_with_scroll,smooth_scroll,transparent_content,blog_installed,wpb-js-composer js-comp-ver-6.9.0,vc_responsive

Udine, Fabio Lo Bono presenta Il Campo Profughi giuliani di Termini Imerese, Palermo

Dic 07 2020

Udine, Fabio Lo Bono presenta Il Campo Profughi giuliani di Termini Imerese, Palermo

È stato il professor Carlo Enrico Tincani ad aprire un incontro sul tema dell’esodo giuliano dalmata. “Questo tema è stato per troppo tempo taciuto da molti – ha detto Tincani – poi pareva che fosse un monopolio della destra politica, ora è tempo di fare chiarezza, come questo giovane autore sull’accoglienza in Sicilia dei profughi italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia”. Tincani ha parlato in nome della Università della Terza Età (UTE), dove è docente di Storia contemporanea. La UTE ha organizzato l’evento assieme all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) Comitato Provinciale di Udine nell’ambito del Giorno del Ricordo 2019.

Il secondo intervento di saluto è stato quello di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine. “Apprezzo molto la comune iniziativa della nostra associazione e dell’UTE – ha detto Zuccolin – con lo spirito di collaborazione già intrapreso negli anni scorsi dal nostro beneamato presidente Silvio Cattalini e noi vogliamo operare in continuità con il suo spirito di pace e di dialogo tra le sponde dell’Alto Adriatico nella Casa comune europea e oggi presentiamo un bel libro”.

Parla Sara Hazarich, nipote del maresciallo Harzarich parla alla presentazione del libro di Fabio Lo Bono. Fotografia dell’UTE

In seguito ha presentato l’autore il professor Elio Varutti, vice presidente dell’ANVGD di Udine.  “Esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia fino in Sicilia? – si è domandato Varutti – Ebbene sì, ben due erano i Centri Raccolta Profughi (CRP) attivati nell’isola”. Oltre a quello di Termini Imerese (PA), su cii ha scritto Fabio Lo Bono ce n’era un secondo a Cibali, quartiere di Catania, mentre a Siracusa, sull’isola di Ortigia, come ha precisato Lo Bono, funzionava un sevizio ospedaliero per la massa di profughi provenienti non solo dal confine orientale, ma pure dalle ex colonie africane e dalla Grecia. Lo Bono ha poi spiegato come è nato il testo e come mai contenga tante testimonianze, oltre a inediti documenti d’archivio.

Il titolo del testo di Lo Bono è: Popolo in fuga. Sicilia terra d’accoglienza. Il CRP di Termini Imerese funzionò in una vecchia caserma, dal 4 agosto 1948 all’estate del 1956, quando agli ultimi profughi ospitati furono assegnate le case popolari a Palermo. L’interessante volume di Lo Bono ha visto la sua prima edizione nel febbraio 2016. L’autore, laureato in Lettere moderne all’Università degli Studi di Palermo, è responsabile amministrativo del Museo Civico “Baldassarre Romano” di Termini Imerese. È, inoltre, direttore culturale del Museo Etnoantropologico “Giovanna Bellomo” di Montemaggiore Belsito.

Parte del pubblico intervenuto. Foto di Giorgio Gorlato

Come scrive l’autore nella Premessa: «Il Campo Profughi “La Masa” e i cittadini termitani “gente buona e dal cuore immenso”, memori degli insegnamenti greci, hanno accolto i circa duemila profughi con rispetto e affetto, dando grande prova di solidarietà e garantendo loro una “quasi” normale vita quotidiana» (p. 72). Diversi di questi profughi si sono stabiliti nella località sicula, integrandosi con la popolazione locale, come quando organizzavano assieme le feste del Carnevale con i coloratissimi carri allegorici. Oppure quando andavano a rinforzare le squadre di pallacanestro locali e, vista la prestanza atletica delle “putele” di Fiume e di Pola, le trasformavano nelle compagini di basket più temute della Sicilia.

Il volume è assai interessante ed originale nella metodologia di ricerca, basata sulle fonti documentarie, ma anche su alcune testimonianze orali. Dopo aver sondato gli archivi dell’Ufficio Anagrafe di Termini Imerese, della locale Biblioteca Comunale “Liciniana”, del Museo Civico “Baldassare Romano” e, persino, i Servizi Cimiteriali del Comune siculo, l’autore si è avvalso della una sitologia del mondo degli esuli giuliano dalmati e di altri siti web, nonché di vari periodici a stampa e documentari-film nazionali.

Ci sono numerosi collegamenti col Centro di smistamento profughi di Udine, da dove transitarono oltre centomila esuli giuliano dalmati, dal 1947 al 1960, per essere destinati nei circa 140 CRP sparsi per l’Italia. Il bel libro di Fabio Lo Bono è già stato presentato con successo e rare polemiche in oltre 176 occasioni e in varie località della Sicilia, a Roma, a Gradisca d’Isonzo, Gorizia, Monfalcone, a Fiume nel Quarnaro e in altri posti.

Le conclusioni dell’interessante attività culturale pomeridiana aperta al pubblico sono state tratte dalla professoressa Mara Letizia Burtulo, presidente della UTE di Udine. “Voglio sottolineare come con queste produzioni culturali – ha detto la Burtulo – si vada a recuperare il passato, perché se ci manca un pezzo di storia è una perdita per tutti, quindi mi congratulo con l’autore e con l’occasione che abbiamo avuto di ascoltare delle belle storie di accoglienza siciliana dei profughi istriani, fiumani e dalmati”.

Tra i molti interventi che si sono succeduti al termine della presentazione sono da notare quello della scrittrice oriunda di Zara Annalisa Vucusa e delle polesana Sara Harzarich, nipote di Arnaldo Harzarich, maresciallo dei pompieri di Pola, che nel 1943 andò ad esumare le centinaia di salme degli italiani gettati nelle foibe dai titini per pulizia etnica.

Il libro presentato

Fabio Lo Bono, Popolo in fuga. Sicilia terra d’accoglienza. L’esodo degli italiani del confine orientale a Termini Imerese, Lo Bono editore, Termini Imerese (PA), 2018, 20 euro.

Per informazioni:   info@lobonopubblicita.it

Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie da collezioni private citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.

AIUTACI A CONTINUARE QUESTO IMPEGNO. ISCRIVITI AL COMITATO PROVINCIALE DI UDINE DELL’ANVGD !

0 Comments
Share Post
varutti
alessandra@artmediadesign.it
No Comments

Post a Comment