Trekking del Ricordo del Liceo Stellini con l’ANVGD di Udine
Venerdì 22 marzo 2019 la classe 1^ B del Liceo “Jacopo Stellini” di Udine ha partecipato al Trekking del Ricordo. All’originale evento, organizzato dal Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), presieduto da Bruna Zuccolin, è intervenuto Giorgio Gorlato, esule da Dignano d’Istria, che ha raccontato alla scolaresca il prelevamento nel 1945 da parte dei titini a guerra conclusa del proprio babbo, poi sparito.
L’attività didattica innovativa si è resa possibile all’interno del Progetto Calendario civile, di cui è referente la professoressa Chiara Fragiacomo, vicaria del Liceo. La partenza della comitiva è stata salutata positivamente da Anna Maria Zilli, dirigente scolastico reggente dell’istituto. I 24 allievi della classe sono stati accompagnati dalla professoressa Silvia Redditi. Ha fatto da cicerone il professor Elio Varutti, vice presidente dell’ANVGD di Udine, che ha lanciato nel 2018 proprio allo Stellini l’idea del Trekking del Ricordo, per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Così recita la legge n. 92 del 2004 istitutiva del Giorno del Ricordo. A Udine la camminata della scolaresca, molto interessata ai fatti storici del territorio, si è svolta da piazza Libertà, la antica piazza Vittorio Emanuele II con la seguente scansione commentata.
a) piazza Libertà, 3 leoni marciani, “consolazione per gli esuli”, come diceva Silvio Cattalini, esule da Zara e presidente ANVGD di Udine dal 1972 al 2017. Loggia del Lionello, su iniziale progetto di Bartolomeo Costa Sbardilini da Capodistria, detto delle Cisterne, poi proseguita dall’orafo Lionello. L’origine della loggia risale al 24 gennaio 1441, quando “in pleno consilio” venne proposta la costruzione di un nuovo palazzo comunale. Bartolomeo Costa Sbardilini, genero di Giovanni da Udine, progettò la ricostruzione del Duomo di Cividale del Friuli, che era stato distrutto dal terremoto del 1448, il battistero e il campanile del Duomo di Udine. Diresse i lavori di costruzione della Loggia del Lionello in Udine.
Un leone veneziano si trova sopra l’Arco Bollani, costruito nel 1556 su progetto di Andrea Palladio, sulla salita per il colle del Castello. Questo terzo leone della piazza ebbe un’esistenza travagliata, forse perché il più imponente. Esso ha però un collegamento diretto con i leoni di Dalmazia. Fu, infatti, nel 1933 sotto il podestà Gino di Caporiacco, che la giunta comunale udinese deliberò di ricollocare il leone, in risposta all’abbattimento dei leoni veneziani, avvenuto a Traù, in Dalmazia, da parte delle autorità del Regno di Jugoslavia. Così negli anni ’30 fu riposto un modello di gesso. L’originale, pesante 35 quintali, realizzato dall’artista vicentino Egisto Caldana, fu posizionato sopra l’arco palladiano la sera del 6 luglio 1953, con la elegante novità che il felino volge la fronte, anziché la coda ai cittadini che transitano ai suoi piedi.
b) Sestante (1999), scultura in ferro di Michele Piva (Fiume 1931 – Udine 2013), piazza Belloni. poi si è parlato della Confraternita di S. Girolamo degli Schiavoni, Udine. Sorta agli inizi del 1300, ha la sede in Porta Ronchi. Trasferita nel 1480 nel convento di S. Francesco (ora Via Beato Odorico da Pordenone) fu ancora spostata in Contrada di Boros, attale via S. Francesco, nella casa d’angolo opposto a quello dell’Oratorio della Purità. Forse era detta Contrada di Boros (o “des Boris”, o “des Bores”) perché, per fluitazione lungo la roggia giungevano in città “lis boris”. Una “bore” era un rocchio di faggio della lunghezza di cinque piedi, o metà, per ardere (Il Nuovo Pirona).
La confraternita, composta da “forensi” in prevalenza slavi, aveva un piccolo ospizio. Gli statuti redatti tra il 1452 e il 1475, tra le varie, contengono una disposizione per la quale i confratelli erano obbligati anche se nell’Ospizio non ci fosse stato alcun degente, di recarsi presso i confratelli ammalati nella città e dintorni, per assisterli e confortarli secondo gli ordini del Cameraro (amministratore), pena una multa di “1 L(ibbra) di olio” per illuminazione. Il cameraro era “Maistro Iacomo de Loch”, ossia dall’attuale Škofja Loka, sopra Lubiana a 35 km di distanza.
Verso la fine del Cinquecento la confraternita fu incorporata in quella di S. Maria della Misericordia. La proprietà dell’ospizio passò ai fratelli Alfonso e Giuseppe Asquini e, nel 1691, alla contessa Margherita di Prampero. Nel corso del Settecento la casa subì dei rimaneggiamenti e fu trasformata in locanda a fine secolo. Nel 1935, per lavori di allargamento di Via S. Francesco, si rese necessaria la demolizione di una parte di tale casa, che guardava verso l’Oratorio della Purità. Nel 1940 l’avvocato Anton Urbanc pubblicò a Lubiana in lingua slovena, pur con alcuni errori di carattere filologico, il testo dello Statuto della Confraternita, premettendovi uno studio di stampo giuridico e storico tendente a dimostrare che detto Statuto che, per gli sloveni, potrebbe rappresentare il più antico documento di storia del diritto assicurativo, contenga i primi germi delle moderne assicurazioni. (G.B. Corgnali, «Ce Fastu?», 1940).
c) Chiesa della B.V. del Carmine. Celebrati qui centinaia di matrimoni di esuli del CSP di via Pradamano nel 1953-1956. Il convento dei frati Carmelitani e la chiesa della B.V. del Carmine ebbero origine in via Aquileia nel Cinquecento; la chiesa fu consacrata nel 1525. La famiglia dei frati carmelitani rimase fino al 1770, quando un decreto della Repubblica veneta deliberò che venissero soppresse alcune corporazioni religiose quando fossero formate da meno di 10 componenti; i Carmelitani di Udine dovettero abbandonare il loro convento e trasferirsi a Venezia.
Vi subentrarono i Frati Minori Conventuali di S. Francesco, che lasciarono il loro convento e la chiesa per la costruzione del nuovo Ospedale di Santa Maria della Misericordia. Con sé portarono nella Chiesa del Carmine l’urna con le spoglie del Beato Odorico da Pordenone (sarcofago di Filippo De Santi del 1331) e la devozione a S. Antonio da Padova. I Francescani rimasero fino al 1806, quando per le leggi napoleoniche numerosi conventi udinese furono demanializzati, compreso quello di via Aquileia. Odorico da Pordenone, al secolo Odorico Mattiussi o Mattiuzzi (Villanova di Pordenone, tra il 1265 ed il 1270 Udine, 14 gennaio 1331), è stato un presbitero e religioso italiano dell’Ordine dei Frati Minori; evangelizzò in Oriente, fino in Cina e fu beatificato nel 1755. Suoi miracoli sono attestati nel Trecento a Pirano, Parenzo e Isola D’Istria.
d) Parco Vittime delle Foibe, del 2010, via Bertaldia angolo via Manzini. Cippo con targa in ricordo delle Vittime delle foibe. Nel 2019 ha ricevuto la nuova intitolazione di Parco Martiri delle Foibe, non senza subire alcuni deprecabili atti di vandalismo, accaduti per la prima volta in città.
e) Centro smistamento profughi di via Pradamano, 1945-1960. Di qui passarono in fuga dalle violenze titine oltre 100 mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, per essere sventagliati in oltre 140 campi profughi d’Italia. Lapide del Comune di Udine del 2007.
f) Stazione treni, lapide del Comune di Udine e delle Donne resistenti, 2011. Ricorda le ragazze e bambine che nel 1944-1945 aiutavano i 1200 deportati ebrei (oltre 300 di Fiume e Abbazia) e di altre zone, oltre i militari italiani imprigionati e condotti dai nazisti al Campo di sterminio di Auschwitz.
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Servizio giornalistico e di Networking a cura di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Fotografie di Giorgio Gorlato, Silvia Redditi e E. Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Vicolo Sillio, 5 – 33100 Udine. Telefono e fax 0432.506203 – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin.
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