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Molto interesse e forte dibattito per ‘La patria cercata’, di Varutti, presentato a Zoppola

Feb 23 2025

Molto interesse e forte dibattito per ‘La patria cercata’, di Varutti, presentato a Zoppola

Tante domande e vari contributi al dialogo si sono verificati alla presentazione pubblica de “La patria cercata” di Elio Varutti al Giorno del Ricordo di Zoppola, in provincia di Pordenone. Ad aprire la serata culturale, intitolata “Esuli giuliano dalmati, da profughi a cittadini tra Friuli e Toscana”,  martedì 18 febbraio 2025 alle ore 20 è stata Francesca Papais, assessore alla Cultura del Comune di Zoppola. L’assessore ha portato i saluti del sindaco Antonello Tius e ha giustificato l’assenza di Gianni Giugovaz, presidente dell’ANVGD di Pordenone, per un malore.

“Questa sera ascolteremo le storie degli esuli istriani e dalmati: per ricordare e capire – ha detto Papais – abbiamo tanto bisogno di conoscere la storia, di ascoltare le voci di chi l’ha vissuta, come le vicende degli esuli giuliano-dalmati, le testimonianze, i drammi umani legati all’esodo e alle foibe, ma ci fu anche solidarietà, accoglienza e resilienza. Il passato ci parla ancora oggi, aiutandoci a capire chi siamo e come possiamo costruire un futuro più consapevole”.

Zoppola, l’assessore alla Cultura Francesca Papais apre il Giorno del Ricordo col titolo: “Esuli giuliano dalmati, da profughi a cittadini tra Friuli e Toscana”, 18.2.2025. Foto Elio Varutti

La presentazione de “La patria cercata. Ricordi di italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in Toscana”, edito a Firenze, da Aska a gennaio 2025, era organizzata dal Comune di Zoppola, con la collaborazione dell’ANVGD dei Comitati Provinciali di Pordenone e di Udine, oltre al patrocinio del Club UNESCO di Udine. L’evento si è tenuto al Centro “Alberto Pasquini” di Via Leonardo da Vinci, 4.

A seguire è intervenuto l’autore, componente del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine, portando il saluto di Bruna Zuccolin, presidente del sodalizio medesimo. Elio Varutti ha detto che sin dalla copertina c’è una fotografia, del 1950, con una folla e tanti bambini al Centro raccolta profughi di Marina di Massa, in provincia di Massa-Carrara, della collezione di Francesco Ostrogovich. Dopo aver perso la patria in Istria, Fiume e Dalmazia, i profughi se la sono cercata nel resto d’Italia, sistemandosi in varie parti e in Toscana. Non solo a Laterina (AR), nel cui campo profughi transitarono oltre 10 mila individui, ma pure a Lucca, Forte dei Marmi, Marina di Massa, Marina di Carrara. Alcune decine di migliaia di italiani per nascita e per scelta si sparpagliarono a Firenze, Siena, Pisa, Livorno, Arezzo e in altre città del Nord e Centro Italia. Molti di loro transitarono per il Centro smistamento profughi di Udine, che operò in via Pradamano 21, dal 1946 al 1960, accogliendo oltre 100 mila individui. Ci furono insediamenti giuliani pure in provincia di Pordenone, tra i corsi d’acqua del Cellina e Meduna, nel 1957-1958. È una storia delle 50 famiglie di esuli istriani fiumani e dalmati con appoderamenti nel Friuli Occidentale, in particolare nelle Villotte fra Roveredo in Piano, San Quirino e nel Dandolo di Maniago (PN).

Poi si aperto un intenso dibattito, con molte domande, alle quali l’autore ha risposto sottolineando il tema del dialogo e della pace nella frontiera adriatica. Ci sono stati vari contributi, alcuni dei quali con paragoni azzardati riferibili alle cronache quotidiane, purtroppo ricche di fatti bellici e di governanti guerrafondai. Ascoltando la narrazione delle violenze dei titini contro gli istriani, un signore dai lunghi capelli e barba bianchi ha menzionato la figura del geometra Piergiuseppe Rorai, partigiano con la brigata Osoppo e sindaco di Zoppola, che temeva “l’espansione titina fin oltre il fiume Tagliamento”.

Tra il pubblico si è notato Leonardo Buzzo, consigliere comunale di Zoppola, molto interessato al caso di don Janni Sabucco, ultimo parroco italiano del Tempio del SS. Redentore di Fiume, torturato dall’Ozna, il servizio segreto jugoslavo, finì esule a Forte dei Marmi (LU).

In chiusura dell’interessante presentazione, l’autore ha conversato con Paolo Spitz, nato a Verteneglio nel 1945 ed esule a Zoppola. “L’esodo della mia famiglia da Caricador – ha detto Spitz – è del marzo 1955, siamo passati al Campo profughi di S. Giovanni a Trieste, poi per il Centro smistamento di Udine, da dove ci hanno destinato al Centro profughi di Tortona, in provincia di Alessandria, ricordo alla scuola ‘Dante’ di Udine il maestro Fedele Macuglia. A Verteneglio le mamme piangevano perché a scuola al posto del crocifisso avevano messo la foto di Tito e l’anno dopo si avrebbe dovuto parlare solo in serbo-croato”.

Zoppola, 18.2.2025 per il Giorno del Ricordo, presentazione de “La patria cercata”, libro di Varutti. Fotografia della collezione di Francesca Papais

Ricorda qualcosa d’altro? “Sì, mio papà Giovanni – ha aggiunto il signor Spitz – fu portato sull’orlo della foiba di Pisino, ma fu salvato da un suo conoscente”. Come fu arrestato? “Lo invitarono a una conferenza politica a Buie – ha concluso il testimone – eh, sa, bisognava andare, altrimenti… poi fu arrestato e interrogato con la lampada negli occhi, volevano sapere i nomi di altri italiani, poi in cinque furono caricati sul camion con le sentinelle comuniste fino a Pisino e là altre botte, fino che il suo conoscente gli chiese ‘Cosa ti fa qua?’. Mio padre rispose che non sapeva neanche dove era e così quell’uomo con stella rossa sul berretto disse ai prigionieri di non andare a casa per un po’ di giorni, indicò loro per dove fuggire, sparò in aria nel buio e salvò dalla foiba quei disgraziati, compreso mio papà. Questo fatto me l’ha detto mia mamma solo venti anni fa e i miei fratelli maggiori non lo conoscevano nemmeno”.

La tragica coreografia titina prima di gettare gli italiani nella foiba prevedeva una sfilata dei prigionieri, mani legate col filo di ferro, per esporli ad improperi, sputi, bastonate ed altro tipo di violenze della soldataglia jugoslava. Poi c’erano le finte fucilazioni, o le false uccisioni preso la foiba, per ottenere nomi di altri italiani probabili, o sospetti nemici del popolo.

Come ha scritto il fiumano Giovanni Angelo Grohovaz: “Sai Maria, questo posto mi ha ricordato per un momento la ‘fossa dei peccatori’, una delle tante foibe istriane. Quando mi trascinavano prigioniero, i rossi volevano buttarmici dentro, ma un ufficiale mi salvò, voleva gustarsi la gioia di vedermi morire di sua mano, in un modo diverso, forse più divertente… che stupidi gli uomini!” (Grohovaz G A 1989 : 90).

Per concludere fino ad oggi il libro “La patria cercata” è stato presentato con successo di pubblico e con le rispettive autorità istituzionali a Muggia (TS), in presenza pure di Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste e di Renzo Codarin, presidente dell’ANVGD nazionale. Poi è stato presentato a Firenze, a Laterina (AR), Massa (MS), Udine, Tavagnacco (UD) e Zoppola (PN).

Dati del libro presentato – Elio Varutti, La patria cercata. Ricordi di italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in Toscana, Firenze, Aska, 2025, pagg. 176. Euro 20.             ISBN 978-88-7542-413-8 

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Cenni bibliografici e del web – Severino Dianich, Troppo breve il mio secolo. Cose vissute, Cinisello Balsamo (MI), San Paolo edizioni, 2023. [don Dianich è esule di Fiume].

– Giovanni Angelo Grohovaz, Strada bianca, Toronto (Canada), La Casa editrice son me, 1989.

– Janni Sabucco, … si chiamava Fiume, Perugia, «Quaderni di Centro Italia», s.d. [1953].

– Elio Varutti, Italiani di Fiume, preti, Ozna e le carceri titine. Don Janni Sabucco esule a Pisa, on line dal 28 aprile 2021 su  evarutti.wixsite.com

Testi e Networking a cura di Elio Varutti, Tulia Hannah Tiervo e Sebastiano Pio Zucchiatti. Lettori: Bruno Bonetti, Bruna Zuccolin, Elisabetta Marioni, Claudio Ausilio e Sergio Satti. Copertina: L’intervento di Varutti  al Giorno del Ricordo 2025 di Zoppola. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Ringrazio Claudio Petris per i suggerimenti bibliografici. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo.

Fotografie della collezione di Francesca Papais, di Claudio Petris, di Elio Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia n. 29 a Udine – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, dal 2024, è Coordinatore dell’ANVGD in Friuli Venezia Giulia.  Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/

La locandina-invito dell’evento a Zoppola (PN) per il Giorno del Ricordo 2025
Locandina generale del Comune di Zoppola
Uno degli intervenuti al vivace dibattito. Giorno del Ricordo 2025 a Zoppola
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