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Da profughi giuliano dalmati a docenti del Liceo scientifico “G. Marinelli” di Udine

Apr 15 2025

Da profughi giuliano dalmati a docenti del Liceo scientifico “G. Marinelli” di Udine

Si è scoperto che alcuni professori e qualche studente del Liceo “Marinelli” di Udine fino al 1963, erano provenienti dalle terre redente. La ricerca, realizzata con l’architetto Franco Pischiutti, nasce dall’osservazione di un volume sui primi 40 anni di vita del Liceo scientifico “Giovanni Marinelli” di Udine, edito nel 1963. Tra l’altro si accenna, in esso, all’allievo Lucio Pischiutti, fratello di Franco, diplomatosi nell’anno scolastico 1948-1949, segnato a pag. 90 del volume medesimo. D’ora in poi si indica solo la pagina del testo ben evidenziato in bibliografia. Da notare che i fratelli Pischiutti avevano parenti di Fiume. Ci sono dei nominativi degni di un certo interesse storico. Ecco le loro biografie che, oltre a località della provincia di Udine, coinvolgono le città di Fiume, Gorizia, Pisino, Pola, Trieste, Spalato, Zara, Ragusa (in Dalmazia) ed altre ancora.

È stato l’ingegnere Gianfranco Torossi, nato a Udine il 19 settembre 1929 ed ivi deceduto nel mese di marzo del 2007, a riferire un fatto della scuola all’architetto Franco Pischiutti. Si sa che Torossi fu allievo del Liceo ‘Marinelli’ diplomatosi nell’anno scolastico 1947-1948 (p. 89). “Mi raccontò il Torossi – ha detto Pischiutti – che dopo l’8 settembre 1943, al Liceo Marinelli di Udine furono licenziati dai tedeschi, che occuparono Udine, i professori di inglese e furono rimpiazzati da militari nazisti, che non avevano mai tempo di fare lezione, nelle ore di tedesco nelle aule c’era sempre una gran festa. Mi disse, infine, che un insegnante di inglese fu da loro arrestato poiché ebreo”.

Una conferma di ciò viene dalle pagine del volume sui 40 anni del Liceo udinese, dove si legge che: “Nei locali del Liceo si installò l’Accademia Germanica, con scopi politico culturali e requisì la sala dei Professori. Furono licenziati in tronco gli insegnanti di inglese e furono sostituiti da insegnanti di tedesco privi di titoli accademici, ma uomini di fiducia dell’Accademia tedesca” (p. 48).

In quel tempo fu arrestato dalla polizia nazista e poi deportato il professore Ivo Forni, incaricato di filosofia nella stessa scuola (pp. 26, 27). Dagli Archivi di Arolsen (Germania) risulta che Ivo Forni, nato a Udine il 30 luglio 1915, fu internato e morì nei primi giorni di cattività nel lager di Mauthausen, transitando prima per la Risiera di San Sabba, a Trieste.

Tra il corpo docente di lingua inglese del Liceo ‘Marinelli’ c’era una certa “Lucilla Jacchia” (p. 75). Come si intuirebbe dal cognome, potrebbe essere stata una persona di fede ebraica, ma per il momento non si sa altro. Si sa bene dagli Archivi di Arolsen che furono deportate nei campi di sterminio nazisti alcune decine di persone di cognome “Jacchia”, o “Yahya”, dalla fine del 1943.

il professore Guerrino Brussich è l’ultimo a destra della seconda fila dall’alto. Fotografia dal libro sui 40 anni del Liceo Marinelli

Nel dopoguerra ci fu l’esodo giuliano dalmata, soprattutto dopo il 10 febbraio 1947, data del trattato di pace, con il quale furono cedute alla Jugoslavia le provincie di Fiume, Pola, Zara e gran parte della provincie di Gorizia e di Trieste. È un territorio di circa 9.000 chilometri quadrati.

La città di Udine accolse con disponibilità, dopo alcuni momenti di difficoltà, alcune migliaia di esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, non solo quelli del mondo della scuola, in fuga dalle violenze titine. Trovarono essi lavoro in vari istituti, tra  i quali proprio il Liceo scientifico “G. Marinelli”, che qui si analizza. L’esodo riguardò oltre 300 mila individui, venuti via fino oltre gli anni ’60. È un argomento che fu nascosto dagli storici, dalle diplomazie e dalle istituzioni per troppo tempo.

Gli studenti

Ha raccontato Fabiola Laura Modesto in Paulon: “Da Fiume, con una parte della mia famiglia, ero sfollata a Majano nel 1944 fino al termine del conflitto. In quei mesi andavo a scuola al Liceo ‘G. Marinelli’ di Udine, dove insegnò il professor Guerrino Brussich, di Fiume”.

Lo studente Riccardo Ottomaniello frequentò la classe 2^ C nell’anno scolastico 1962-1963 (p. 261). A confermarlo è lo stesso Riccardo Ottomaniello, nato  a Casalecchio di Reno (BO) nel 1946, da genitori di Fiume. “I miei familiari sono scappati da Fiume – ha detto Ottomaniello – alla fine di aprile del 1945, riempendo un carro merci con quello che poterono di due case, anche quella dei nonni materni”. Il papà Paolo era militare a Pola, poi a Fiume. In seguito all’esilio la famiglia si stabilì in Emilia Romagna, Toscana e in Friuli, nel 1960, a Palmanova (UD).

L’allievo Vittorio Pesle si diplomò nell’anno scolastico 1946-1947 (p. 89). Deve trattarsi del Vittorio Pesle nato a Pisino nel 1928 ed esule a Pagnacco (UD), dove mancò ai vivi nel 2019. Pesle promosse il Monumento ai Martiri delle foibe inaugurato nel Comune di Pagnacco il 28 agosto 2012, rendendo merito allo scultore udinese Renato Piccilli, autore dell’opera allocata presso le scuole di Pagnacco, con l’aiuto del Libero Comune di Pola in Esilio. Pesle era il marito di Sara Harzarich (Pola 1931-Udine 2022), nipote di Arnaldo Harzarich, maresciallo dei pompieri di Pola che, dall’ottobre 1943 al 1945 andò ad esumare oltre 250 corpi di italiani gettati nelle foibe istriane dai titini. Le autorità competenti identificarono 209 resti umani, nonostante i partigiani comunisti titini andassero a sparare contro chi effettuava le riesumazioni dalle cavità carsiche.

La studentessa Marina Gecele si diplomò nell’anno scolastico 1962-1963 (p. 421). Forse è parente del fiumano Augusto Gecele, esule a Udine, che aveva un negozio di elettrodomestici in via Aquileia. Egli fu presidente dell’ANVGD di Udine nel 1959-1960, come scritto da «L’arena di Pola» del 28 aprile 1959, quando poco più tardi si sa che venne nominato un “commissario straordinario” nella persona dell’ingegnere fiumano Guido De Randich, per una crisi generazionale del sodalizio degli esuli.

Lo studente Rodolfo de Chmielewski è tra i diplomati al Liceo ‘Marinelli’ di Udine nell’anno scolastico 1949-1950 (p. 91). Nato a Udine nel 1931, con lontani avi polacchi, Rodolfo de Chmielewski era figlio di un funzionario dell’Intendenza di finanza di Spalato, il ragioniere Giorgio de Chmielewski (1885-1966), esule nel 1921 in Friuli e a Trieste. “Mio padre era di sentimenti italianissimi – ha detto Rodolfo de Chmielewski allo scrittore Mario Blasoni – un vero irredentista. Nel 1921, dopo che la Dalmazia fu assegnata al Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, non volle giurare fedeltà a Re Pietro e perse il posto. Dovette optare per l’Italia, andando prima a Trieste e poi a Udine”. Quello fu il primo esodo per molti italiani di Spalato, Ragusa, Sebenico e Traù. Gli slavi in quel periodo se la prendevano non solo con le tombe o con i leoni di San Marco, presi a mazzate per far scomparire ogni traccia storica d’italianità.

“Per mio padre era stato doloroso dover lasciare la sua amata Spalato – ha raccontato Rodolfo de Chmielewski a Blasoni –. E nel 1941, quando la Dalmazia venne occupata dagli italiani, volle tornarvi con la famiglia”. Rodolfo frequentò a Spalato la quinta elementare e la prima media, poi successero cose truci. “Nel 1943 ci fu il 25 luglio – ha detto il testimone – e poi cominciò la caccia agli italiani, identificati coi fascisti da parte dei croati”. Suo padre, Giorgio de Chmielewski, divenuto ragioniere capo dell’Intendenza di finanza di Spalato fu imprigionato dai titini, ma dopo alcuni giorni di cattività lo lasciarono tornare a casa. “Un suo fratello, invece, fu ucciso in seguito e in Italia da un commando di partigiani rossi assieme alla moglie incinta di sei mesi – ha concluso Rodolfo de Chmeilewski a Blasoni –. Sono ricordi orribili”.

Rodolfo de Chmielewski, divenuto insegnante udinese di matematica e fisica e artista di ingegno poliedrico e di vasti interessi, si spense a Udine il 5 dicembre 2022, all’età di 91 anni.

Lucio Pischiutti, allievo del Liceo scientifico “Marinelli” di Udine. Archivio Franco Pischiutti

Gli insegnanti

Nell’elenco degli insegnanti si può notare che anche alcuni di loro hanno avuto a che fare con le terre perse (Istria, Fiume e Dalmazia) poiché annesse alla Jugoslavia, come da trattato di pace del 10 febbraio 1947.

Eros Luginbuhl, nato a Ferrara, era professore di Matematica e Fisica. È citato tra il corpo docente nel volume sul Liceo “G. Marinelli” di Udine, citato in bibliografia (a pag. 76). Era figlio di un’ebrea che, nel 1944, fu deportata e morì nei campi di concentramento nazisti. Risulta “assistente di Fisica” presso il liceo udinese dal 1° ottobre 1930 al 31 ottobre 1931 (p. 77).

Assieme a decine di autorità militari e civili italiane, Eros Luginbuhl, quando era preside del Ginnasio di Spalato, fu trucidato dai partigiani titini il 21 settembre 1943, secondo l’Elenco “Livio Valentini”. In quel tempo Spalato apparteneva al Governatorato della Dalmazia del Regno d’Italia. Prima di assassinarli, al primo prigioniero gli jugoslavi impressero a fuoco sul petto una stella e il secondo fu marchiato con una stella di fuoco sulla fronte, come si legge in letteratura e nel web. Oddone Talpo ha documentato il suo arresto da parte titina, la conseguente fucilazione, l’esumazione da una fossa comune con altri 38 corpi, nonché il riconoscimento della salma (Talpo O 2001 : 41, 42).

Ernesto Kukez, insegnante di Scienze al Liceo ‘Marinelli’ (p. 76). “Kukez Ernesto, figlio di Giusto, da Trieste”. Così è citato a p. 200 dell’Annuario della R. Università degli Studi di Padova per l’anno accademico 1915-16. Ernesto Kukez è noto in letteratura per varie pubblicazioni sin dal 1916, con ricerche sperimentali pubblicate a Padova. Del 1932 è un suo studio sulla valorizzazione economica della Somalia italiana. Col Liceo Scientifico “G. Galilei” di Trento pubblicò un’indagine sulla valorizzazione economica della Colonia Eritrea.

Nel sito web del Liceo “Paolo Giovio” di Como si leggono queste notizie: “Il prof. Ernesto Giusto Kukez iniziò ad insegnare al Regio Liceo Scientifico “Paolo Giovio” di Como nell’anno scolastico 1935-1936. Il 20 marzo del 1943 fu trasferito a Macerata, una sede che effettivamente non raggiungerà mai; infatti dal 20 marzo al 20 maggio 1944 e dal 21 maggio al 1° settembre 1944 chiese un periodo di aspettativa, prima per motivi di salute e poi per motivi familiari. Dal 1° settembre 1944 venne assegnato temporaneamente alla sede staccata di Lecco del Liceo Scientifico di Como.

Dal 12 maggio 1945 riprese l’insegnamento di scienze naturali al Liceo Scientifico “Paolo Giovio” di Como, dopo che il Provveditore agli Studi di quella provincia ebbe revocato il trasferimento a Macerata “quale patente atto di ingiustizia fascista”.

Allo stato odierno della ricerca, non sappiamo i motivi specifici del trasferimento a Macerata del prof. Ernesto Giusto Kukez, ma nell’elenco degli iscritti al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (P.S.I.U.P.) di Como alla vigilia dell’8 settembre 1943, compare il nome del Prof. Kuketz. L’informazione si trova a pag. 27 del libro di Giuseppe Coppeno, “Como dalla dittatura alla libertà”, fatto stampare presso la Graficop – Como dall’Istituto Comasco per la Storia del Movimento di Liberazione, febbraio 1989. Si può dunque presumere che il professore avesse maturato nel corso del tempo una posizione politica avversa al regime fascista”.

Il professore Guerrino Brussich era docente di lettere del Liceo ‘Marinelli’ (p. 73). Compare pure nel Consiglio di presidenza con altri tre colleghi (p. 235) nel Consiglio di classe della 3^ A e della 5^ A nell’anno scolastico 1962-1963 (pp. 243, 247). Nato Pola nel 1925, fu esule di Fiume a Udine nel 1945. A lui il Liceo “G. Marinelli” ha dedicato un’aula in memoria, considerandolo una colonna portante della scuola. Traduttore e autore sui temi classici pubblicò, tra l’altro, nel volume sui 40 anni del Liceo ‘Marinelli’ il saggio intitolato “Sintassi e stile nell’Odissea di Livio Andronico” con la firma di Rino Brussich. In altri studi e dotte ricerche si firmò anche come Guerrino F. Brussich, come riportato nella bibliografia del saggio presente. Guerrino Francesco Brussich morì a Udine il  10 dicembre 2003.

Docente di lettere era pure la professoressa Ada Clara Recchiuti in Brussich (p. 73). Moglie del professore Guerrino Brussich, fu anche un’apprezzata insegnante all’Istituto Magistrale “C. Percoto” di Udine. Nata il 3 marzo del 1917, morì a Udine il 25 marzo 2001.

Udine, Cimitero di San Vito. Tomba dei professori coniugi Ada Clara Recchiuti in Brussich e Guerrino Brussich. Fotografia E. Varutti

Egle Tomissich, nata a Fiume il 27 febbraio del 1931. È morta esule a Udine il 29 agosto 2022. Era in Friuli dal 1949. Socia storica del Comitato Provinciale dell’ANVGD di Udine, era molto partecipe sin dagli anni ’90 del Novecento, durante la presidenza dell’indimenticato ingegnere Silvio Cattalini, esule di Zara. C’è chi la ricorda in veste di apprezzata insegnante, negli anni ’70, al Liceo scientifico “G. Marinelli” di Udine. Il suo nome risulta nell’elenco dei docenti del liceo stesso (p. 76) e quale incaricata di matematica e fisica nella classe 3^ D nell’anno scolastico 1962-1963 (p. 236, 273). È inoltre autrice di uno studio scientifico su “Le stelle variabili”, pubblicato nel volume sui 40 anni del Liceo Marinelli di Udine (pp. 355-370). I familiari la ricordano “in qualità di decana per matematica e fisica al triennio nel rinomato corso B per 20 anni, dal 1965 al 1985”, come ha detto la professoressa Marina Bellina.

È stata sempre attiva in veste di discente, dal 2017, al Corso di “Sociologia del Ricordo. Esodo giuliano dalmata” dell’Università della Terza Età di Udine, tenuto dal professor Elio Varutti. I suoi puntuali interventi nelle lezioni della UTE vertevano su Fiume nel dopoguerra e la pressione esercitata dai titini per espellere gli italiani dalla città del Quarnaro, chiudendo le scuole in lingua italiana.

Il giorno 8 giugno 2018, a Udine, la professoressa Tomissich si è fatta molto apprezzare per le sue conoscenze di dialetto fiumano durante un incontro culturale e gastronomico, organizzato dall’ANVGD presso il ristorante Abbazia, svoltosi con grande successo.

L’ingegnere Sergio Satti, classe 1934, esule di Pola e vice presidente dell’ANVGD di Udine dal 1987 al 2015, ai tempi della presidenza dell’ingegnere Silvio Cattalini, ha voluto ricordarla con le seguenti parole: “Era sempre presente con la sorella a tutte le manifestazioni della nostra associazione; non mancava mai di testimoniare quanto abbiamo sofferto per essere italiani dove siamo nati. Ora spetta ai rimasti, figli e nipoti, ricordare chi ci ha lasciati e il suo esempio di vita”.

La professoressa Egle lasciò la sorella Odette (nata pure lei a Fiume, nel 1932), le nipoti Silvia e Marina con i rispettivi mariti, le pronipoti Erika e Marzia e tutti i parenti. La cerimonia funebre si tenne a Udine, giovedì 1° settembre 2022, alle ore 10.30 presso la chiesa di San Giorgio, in via Grazzano.

La mancata emigrazione dei Tomissich – Impiegato alle Assicurazioni Generali di Fiume, Adriano Tomissich, il padre della professoressa Egle, fece domanda di assistenza all’Ufficio di Gorizia dell’International Refugee Organization (IRO) per emigrare Oltre Oceano, come emerge dai documenti presso l’Archivio di Arolsen. La richiesta fu respinta per l’avanzata età. Adriano Tomissich, nato a Fiume nel 1892, figlio di Antonio e di Antonia Vesmina, era sposato con Giovanna Hlacia, nata a Castelnuovo (Fiume) nel 1896. Avevano tre figlie: Adriana, del 1929, Egle, del 1931, e Odette, del 1932. Tra i documenti conservati nel citato archivio c’è pure un foglio intestato all’Associazione Nazionale per la Venezia Giulia e Zara, Comitato Provinciale di Udine, con il quale il Tomissich fece domanda di assistenza IRO, il 6 gennaio 1950. È firmato dal presidente del sodalizio di allora: Carlo Leopoldo Conighi. Il diritto d’opzione del Tomissich è datato a Fiume 17 aprile 1948, con l’approvazione della Repubblica Popolare Federativa di Jugoslavia e la sua carta d’identità fu rilasciata dal Comune di Coseano (UD) il 18 gennaio 1949.

Adriano Tomissich è ricordato quale dirigente dell’ANVGD d Udine, come segnato da «L’Arena di Pola» del 23 settembre 1958, nonché revisore dei conti del medesimo sodalizio sin dal 1955.

Nidì Angela Mini in Ghersani Durini, incaricata di materie letterarie al Liceo scientifico ‘Marinelli’ di Udine nell’anno scolastico 1962-1963 (p. 236, 259). Il primo nome è Nidì, con l’accento sulla finale, il secondo è Angela. Nata a Fiume nel 1919, è deceduta esule a Udine nel 2011. “Mia madre, Nidì Angela Mini, era di Fiume – ha riferito la professoressa Anna Ghersani Durini – i miei genitori mi parlavano poco o in modo frammentario dell’esodo da Fiume. Nel dopoguerra si spostarono in Lombardia, poi in Friuli. Uno zio, di nome Iti Mini, ha tenuto una sorta di diario degli eventi. Non sono mai passati per i Campi Profughi”. Allora c’era il silenzio dei profughi, che non raccontavano l’esodo ai propri figli? “Più che un silenzio dei profughi è da dire qualcosa sulla sordità dei discendenti, nel senso che i giovani, per tanti motivi (lavoro, famiglia ed altro), non stavano a sentire i racconti dei vecchi, anche se poi ci si è rammaricati di aver poco ascoltato i propri familiari esuli dalle terre adriatiche”.

Il professore Giuseppe Bugatto è segnato tra gli insegnanti di educazione fisica nel volume sul Liceo ‘Marinelli’ (p. 77). Giuseppe Bugatto, nato a Zara nel 1924, morì esule a Udine nel 2014. Aveva pubblicato un piccolo libro di liriche intitolato “El ramo scavezzà”, edito dall’ANVGD di Udine nel 1990, con disegni di Melisenda de Michieli Vitturi. Il professore Bugatto riferì ai cronisti che gli esuli da Zara, sin dalla fine degli anni Quaranta del Novecento, si ritrovavano per una celebrazione religiosa nel Duomo di Udine.

Don Pietro Calvino Damiani risulta tra gli insegnanti di religione del Liceo scientifico “G. Marinelli” di Udine (p. 73). Nato a Pesaro il 1° gennaio 1910 e ivi deceduto il 2 giugno 1997, padre Damiani fu uomo di forte fede, bravo educatore e “padre” nobile di una moltitudine di ragazzi italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia in parte orfani, sradicati dai tragici eventi post bellici e fuggiti dalle violenze jugoslave. Più fonti citano le migliaia di giovani ospitati a Pesaro nel Collegio “Riccardo Zandonai”, dal 1946 al 1977, da lui fondato. Con vari finanziamenti e l’aiuto degli Alleati “Alla fine di luglio 1946 una colonna di automezzi da Udine era in viaggio verso Pesaro e trasportava le cose per arredare il nascente Collegio” (Smiljanka M P : 2013 : 28).

Erano strutture educative, scuola, ambiti di formazione-lavoro sempre più orientati al loro inserimento nella società. Concluso l’iter emergenziale nel 1977 l’Opera, per esplicita volontà del fondatore, viene donata alla Diocesi di Pesaro retta allora dal Vescovo monsignor Gaetano Michetti che, nel 1997, l’inaugurò come casa di riposo.

Dal mese di aprile 1945 don Pietro Damiani fu assegnato come cappellano al Campo profughi e reduci di Udine, sito in via Gorizia, come emerge dalla sua “Relazione sull’attività del Campo n. 4 AMG-DP Centre Udine”. 1° febbraio 1946 (AORF, cartella T 1, f 7, cc 11 e 12). Secondo la ricerca della professoressa suor Maristella Palac Smiljanka quello di Udine era “il Campo profughi n. 285” (Smiljanka M P : 2013 : 17).

Si nota un professor Guido Gallovich, docente di lettere nel liceo “Marinelli” (p. 74), ma non si sa altro. Da varie fonti è noto che i Gallovich sono originari di Fiume. C’è un Gallovich Valentino, nato nel 1925 a Fiume, soldato del XIV Btg. a Canale, provincia di Gorizia, deportato e ucciso dai partigiani titini a guerra finita, il 4 maggio 1945, nella piana del Preval (GO), come emerge dall’articolo intitolato: “Mille nomi di deportati riemersi dall’oblio”, «Messaggero Veneto», del 9 marzo 2006. C’è un Fermo Gallovich che risulta assegnatario, nel 1950, di un’abitazione al Villaggio giuliano di San Giorgio di Nogaro (UD). C’è poi una Maria Gallovich iscritta al Comitato provinciale dell’ANVGD di Udine nel 1987-1988, come risulta dall’archivio dello stesso sodalizio degli esuli (Soci aventi diritto al voto, 1987-1988, Archivio ANVGD di Udine, busta D, Cronache sociali e verbali).

Scheda anagrafica di Ivo Forni al Campo di sterminio di Mathausen, Arolsen Archives

Presidi

Il professore Francesco Musoni, nato a San Pietro al Natisone (UD) il 21 novembre 1864, morì a Udine il 18 ottobre 1926, dopo una notevole carriera di preside e docente universitario. Pubblicò tra le altre, alcuni studi di divulgazione sui popoli balcanici e una monografia sulla Dalmazia (pp. 59, 60). Divenne il primo preside del Liceo scientifico di Udine, nel 1923, per poi ritornare alla presidenza dell’Istituto Tecnico “A. Zanon”, nel 1926.

Alberto Cusmani fu preside del Liceo scientifico “G. Marinelli” nel 1929, fino al 1936. Era nato a Spalato nel 1878, sotto l’Impero d’Austria-Ungheria e si laureò a Vienna, divenendo appassionato docente di scienze. Insegnò nel Liceo ginnasio di Ragusa, di Dalmazia, poi a Zara e, dal 1925, nel liceo di Merano (BZ). Fu preside di vedute ampie e dal cuore immensamente buono e paterno (p. 63).

Conclusioni

Fu abbastanza normale che a Udine ci siano stati presidi, insegnanti e studenti originari o in qualche modo legati all’Istria, Fiume e Dalmazia, come al Liceo scientifico “G. Marinelli”. Sarà per la contiguità territoriale, sarà per altri motivi, non da ultimo il fatto che in Friuli si riversarono i primi sfollati, dopo il primo bombardamento delle forze aeree Alleate su Zara, del 2 novembre 1943, su suggerimento titino, per stroncare l’italianità della città dalmata. Il professore Giuseppe Bugatto fu uno di loro. In seguito gli alleati martellarono di bombe dai cieli anche Fiume, Pola, Parenzo ed altre località istriane.

Sarà perché dal Centro smistamento profughi di via Pradamano 21 a Udine transitarono oltre centomila individui, dal 1946 al 1960, per essere destinati in 160 Centri raccolta profughi sparsi per l’Italia. Diversi esuli si fermarono nel capoluogo friulano in cerca di un lavoro stabile e di un nuovo pezzo di patria.

Tanto per dire, in conclusione, all’Istituto Tecnico per Geometri “Gian Giacomo Marinoni”, di Udine, nell’anno scolastico 1970-1971, il preside fu il professore Guido Miglia, nato a Pola nel 1919 e morto a Trieste nel 2009. Guido Miglia, esponente del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Istria (Vezzà A : 2013 : 127), fu autore di originali libri sul dolore dell’esodo, molto apprezzati dalla critica e dagli studiosi delle università, come scrisse Elvio Guagnini sul «Piccolo» del 22 febbraio 2009.

Un altro preside dell’Istituto ‘Marinoni’, che fu legato alle terre perse, era Ignazio Candiloro. Egli diresse la scuola di Udine dal 1962 al 1969. Nacque a Palermo nel 1909 e, verso gli anni ’30, si trovò a Fiume per lavoro come docente. Nel 1938 mise su famiglia. Gli nacque la figlia Elettra, mentre era richiamato militare in Libia. Fu prigioniero degli inglesi che lo deportarono a Yol, in India. Rientrato a Fiume nel dopoguerra trovò i nuovi padroni e, nel 1946, finì esule in Friuli, dove a Udine nacque la secondogenita Maria Serenella. Con Ignazio Candiloro l’Istituto autonomo dei geometri, staccatosi dall’Istituto tecnico commerciale “A. Zanon” nel 1961, fu intitolato a “Gian Giacomo Marinoni”. La proposta di dedicare la nuova scuola per i geometri friulani a un friulano del Seicento giunse curiosamente da un siculo, che fece il militare a Pola, emigrò a Fiume per lavoro e finì esule tra Friuli, Sicilia e Toscana. Marinoni era un patrizio udinese al servizio dell’imperatore d’Austria, come matematico capo di corte  (Candiloro E e M S : 2016).

Pagella scolastica di Egle Tomissich alla scuola media “Pia Pascoli” di Fiume. Collezione Tomissich, Udine

Fonti orali e digitali – Interviste effettuate a Udine, se non altrimenti indicato, da Elio Varutti (ANVGD Udine) con taccuino, penna e macchina fotografica.

– Giuseppe Bugatto Junior (Zara 1924 – Udine 2014), int. del giorno 11 febbraio 2004.

– Anna Ghersani Durini, nata a Monza, vive a Udine, int. del 2 dicembre 2015 e messaggi email all’A. del 23 febbraio 2025.

– Fabiola Laura Modesto in Paulon, Fiume 1928, int. del 5 e del 13 aprile 2016.

– Riccardo Ottomaniello, Casalecchio di Reno (BO) 1946, vive a Udine, int. del 17 gennaio 2025 su Messenger, i suoi genitori erano esuli di Fiume.

– Vittorio Pesle, Pisino 1928-Pagnacco (UD) 2019, int.  del 21 dicembre 2018 a Tavagnacco (UD).

– Franco Pischiutti, Gemona del Friuli 1938, ha vissuto da parenti di Fiume, vive a Udine, int. del 26 gennaio 2025.

Documenti originali e archivi

– Archivio ANVGD di Udine, Soci aventi diritto al voto, 1987-1988, b D, Cronache sociali e verbali, ms.

– Don Pietro Damiani, “Relazione sull’attività del Campo n. 4 AMG-DP Centre Udine”. 1° febbraio 1946, Archivio Osoppo della Resistenza in Friuli (AORF) cartella T 1, f 7, cc 11 e 12.

Incarceration Documents / 1.1 Camps and Ghettos / 1.1.26 Mauthausen Concentration Camp, person/Forni/Ivo, Arolsen Archives (Germany).

Personal file of Tomissich, Adriano, born on 19-Feb-1892, born in Fiume and of further persons, Arolsen Archives (Germany).

– Vittorio Pesle, Memoriale, dell’11 febbraio 2019 sul Giorno del Ricordo, p. 4 datt. [Collezione E. Varutti].

– Franco Pischiutti, Udine, fotografia e libri.

Cenni bibliografici e del web

– Annuario della R. Università degli Studi di Padova per l’anno accademico 1915-16, Padova, Tipografia Giov. Batt. Randi, 1916.

– Mario Blasoni, “De Chmielewski, autore di teatro e chansonnier”, in: M. Blasoni, Cento udinesi raccontano, Udine, La Nuova Base, volume III, 2007, pp. 36-38.

– Mario Blasoni, “Quei centomila esuli in via Pradamano”, «Messaggero Veneto», 4 febbraio 2008, ora in: M. Blasoni, Vite di friulani, Udine, Aviani & Aviani, 2009, pp. 213-216.

– Rino Brussich, “Sintassi e stile nell’Odissea di Livio Andronico”, in: Quarant’anni del Liceo scientifico “G. Marinelli”: 1923-1963, cit., pp. 377-388.

– Guerrino F. Brussich (a cura di), Vite dei sofisti. Flavio Filostrato, Palermo, Sellerio, 1987.

 – Guerrino Francesco Brussich, “L’inno ad Artemide di Timoteo”, in «Quaderni Urbinati di Cultura Classica», New Series, Vol. 34, No. 1. 1990, pp. 25-38.

– Guerrino F. Brussich, Polibio. Isaac Casaubon, con una nota di Luciano Canfora, Palermo, Sellerio, 1991.

– Guerrino Francesco Brussich (a cura di), Testimonianze e frammenti. Laso di Ermione, Pisa, Ets, 2000.

– Elettra e Maria Serenella Candiloro, Voci dal silenzio, San Giuliano Terme (Pisa), Dreambook, 2016.

– Elena Commessatti, “Villaggio Metallico e altre storie a Udine, città dell’accoglienza”, «Messaggero Veneto», 30 gennaio 2011, pag. 4. ora in: E. Comessatti, Udine Genius Loci, Udine, Forum, 2013, pp. 98-101.

Elenco “Livio Valentini”, Caduti della RSI, nel web.

– “Mille nomi di deportati riemersi dall’oblio”, «Messaggero Veneto», 9 marzo 2006.

– Francesco Musoni, Jugoslavia e Italia: lezione introduttiva ad un corso libero di geografia presso l’Università di Padova, Firenze, Tipografia di M. Ricci, 1922.

Maristella Palac Smiljanka (coordinatore del progetto), Pietro Damiani: un padre per gli esuli istriani, fiumani e dalmati, a cura delle Classi 3^A, 4^A del Liceo Scientifico Musicale “G. Marconi” di Pesaro, Ranica (BG), Sestante, 2013.

– Quarant’anni del Liceo scientifico “G. Marinelli”: 1923-1963, hanno collaborato alla compilazione del volume: Emilia Gallina, Flaviano Casella, Costanzo Schiavi, Ermenegildo Crosetto, Guglielmo Millin, Luisa Cane, Roberta Degano, [S.l., s.n.], Udine, Del Bianco, 1963. [archivio dell’architetto Franco Pischiutti].

– Oddone Talpo, “Le terre adriatiche nel dramma delle due guerre mondiali”, in: AA. VV., I dalmati per Trieste. Storia del ‘900 nell’area dell’Adriatico orientale, Trieste, Dalmati italiani nel mondo, Libero Comune di Zara in esilio, Delegazione di Trieste, 2001, pp. 23-48.

– Egle Tomissich, “Le stelle variabili”, in: Quarant’anni del Liceo scientifico “G. Marinelli”: 1923-1963, cit., pagg. 355-370.

– Andrea Vezzà, Il C.L.N. dell’Istria, Trieste, Associazione delle Comunità Istriane, [s.a., ma: 2013].

Sitologia

– Anita Clara, Il campo di via Pradamano, on line dal 19 marzo 2008 su www.balcanicaucaso.org

Io Ricordo le Foibe e l’esodo, on line dal 2020 su  www.viterbox.it  [riguardo Eros Luginbuhl, preside del Ginnasio di Spalato].

– Elio Varutti, La patria perduta. Profughi da Fiume, 1943-1947, on line dal 23 febbraio 2016 su eliovarutti.blogspot.com   [sulle famiglie fiumane Ghersani Durini e Mini]

Progetto di Elio Varutti e di Bruna Zuccolin. Testi e Networking a cura di E. Varutti e Sebastiano Pio Zucchiatti. Ricerche a cura di E. Varutti e Franco Pischiutti. Lettori: Bruno Bonetti, Bruna Zuccolin, Claudio Ausilio, Sergio Satti, Claudio Bugatto e i professori Marina Bellina, Elisabetta Marioni e Daniela Conighi (ANVGD di Udine), Enrico Modotti e l’architetto Marcello Mencarelli. Copertina: La copertina del volume sui 40 anni del Liceo Marinelli di Udine. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo.

Fotografie della collezione di E. Varutti e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia n. 29 a Udine – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, dal 2024, è Coordinatore dell’ANVGD in Friuli Venezia Giulia.  Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/

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